venerdì 27 dicembre 2013

Sorveglianza Passi, pubblicato il report 2012 sulla sicurezza sul lavoro

ROMA – Pubblicato su Epicentro il Report 2012 sicurezza sul lavoro realizzato dalla sorveglianza Passi (Progressi delle aziende sanitarie per la salute in Italia). 
Il rapporto contiene i risultati derivanti da un’indagine condotta su persone occupate (il 63% degli intervistati e di questi, occupati in modo continuativo ’89%, non continuativo 11%) e riguardante quattro tematiche: la percezione del rischio di subire infortunio sul lavoro; la percezione del rischio di contrarre una malattia legata al lavoro; il possesso di informazioni su come prevenire gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali; uso dei dispositivi di protezione individuale.
I dati sono stati rilevati utilizzando il modulo di rilevazione opzionale Sicurezza sul lavoroche dal 2010 al 2012 è stato adottato da 17 Regioni (Piemonte, Valle d’Aosta, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Emilia-Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e Sardegna) e dalla Provincia Autonoma di Trento
L’analisi delle risposte ha mostrato che la percezione del rischio in ambito lavorativo è influenzata da fattori socio-economici, dal livello di informazione e formazione ricevuti e dall’avere precedentemente subito danni da lavoro.
Altro dato emerso con forza nelle risposte degli intervistati è l’importanza dellaformazione e dell’informazione in materia di sicurezza sul lavoro che si conferma quale fattore determinante nell’adozione di comportamenti di autotutela. L’utilizzo regolare deidispositivi di protezione individuale è risultato sensibilmente maggiore tra i lavoratori che hanno ricevuto informazioni sulla prevenzione di infortuni e le malattie professionali rispetto a coloro che non le hanno ricevute.
Di seguito una panoramica sui principali dati rilevati.
La percezione del rischio d’infortunio è risultata nulla per il 15% degli intervistati, bassa per il 59%, alta per il 22% dei lavoratori e molto alta per il 4%.
I conducenti sono risultati essere la categoria professionale con una più alta percezione del rischio (71%) a seguire le forze dell’ordine o militari (60%), i lavoratori nell’edilizia (57%), gli infermieri o tecnici sanitari (48%),  gli impiegati del comparto dei  trasporti (47%) e nell’agricoltura (43%), e infine gli operatori socio-sanitari (43%).
L’analisi dei dati secondo parametri socio economici ha mostrato una significativa correlazione tra età, genere, situazione economica e la percezione del rischio infortunio. In particolare sono risultati più propensi a percepire l’eventualità di infortunarsi i lavoratori maschi di età compresa tra i 35 e 49 anni con notevoli difficoltà economiche.
Altro fattore determinante per la percezione del rischio è stato l’essere impiegato in un settore cosiddetto d’interesse e cioè in uno dei “settori (l’edilizia, la metalmeccanica, la lavorazione del legno, l’agricoltura, la sanità e i trasporti) che alcuni Piani regionali della prevenzione indicano come destinatari di maggiore impegno nelle azioni di prevenzione e vigilanza, in quanto a più alto rischio di infortuni e/o malattie professionali”.
È risultato determinate anche l’essere impiegati in mansioni manuali e aver ricevuto negli ultimi 12 mesi adeguate  informazioni su come prevenire gli infortuni o aver subito un infortunio.
livello territoriale la percezione del rischio è risultata significativamente maggiore tra le Regioni del Sud (30%) rispetto a quelle del Nord (25%) e del Centro (26%). Per quanto riguarda invece la possibilità di contrarre una malattia legata al lavoro il 23% dei lavoratori ha dichiarato di considerare assente la possibilità, il 57% di ritenere la probabilità bassa, il 18% alta e il 2% molto alta.
La percezione di poter contrarre una tecnopatia  è più alta tra i lavoratori occupati nella sanità (40%), nello specifico il 56% degli infermieri/tecnici sanitari, il 50% dei medici, 50%, e il 46% degli operatori socio-sanitari hanno risposto di ritenere alta o molto alta la possibilità di ammalarsi in ambito lavorativo. La percezione è risultata alta anche tra i lavoratori dell’edilizia (30%) e tra gli impiegati nei trasporti (27%).
Anche in questo caso il dato è risultato correlato alla fascia d’età 35-49 anni, alla presenza di difficoltà economiche, all’essere impiegato in un settore di interesse e svolgere una mansione manuale.  Percezioni più alte tra gli intervistati con livello d’istruzione medio-alto, che avevano ricevuto informazioni sulle malattie professionali e che avevano contratto una tecnopatia.
A livello geografico i risultati hanno mostrato differenze tra Nord dove è risultata essere il 18% la percentuale di lavoratori che percepisce il rischio di ammalarsi sul lavoro rispetto al Centro, il 20% e il Sud (21%).
Più della metà dei lavoratori intervistati, il 56%, ha dichiarato di aver ricevuto informazioninegli ultimi 12 mesi sulla prevenzione degli infortuni sul lavoro o delle malattie professionali (53% sugli infortuni e 41% sulle malattie professionali). Il restante 44% ha invece dichiarato di non aver ricevuto alcuna informazione.
Le informazioni sono state fornite soprattutto mediante corsi di formazione (62%) e materiali informativi o opuscoli specifici (35%)., dal medico competente o di fabbrica (15%) e da superiori o colleghi (14%). La percentuale di nozioni ricevute è risultata essere  più alta tra i lavoratori del Nord (58%) e del Centro (56%) rispetto a quelli del Sud (52%). Le differenze territoriali sono confermate anche restringendo l’analisi delle le risposte fornite dai lavoratori impiegati nei soli settori di interesse (68% al Nord, 67% al Centro e 62% al Sud).
Dpi. Il 72% dei lavoratori le cui mansioni richiedono l’uso di dispositivi di protezione individuale ha dichiarato di usarli sempre, il 14% quasi sempre e l’8% a volte. Del restante 6% la metà ha dichiarato di non usarli mai in quanto i non forniti e l’altro 3% di non usarli mai per altri motivi.
È risultata più alta la percentuale di lavoratori informati sull’uso dei dispotivi in ambito sanitario, (operatori socio-sanitari, infermieri, tecnici sanitari e medici) e tra i lavoratori del settore metalmeccanico. L’uso è risultato significativamente maggiore tra i lavoratori con un livello d’istruzione medio-alto, con cittadinanza italiana, senza difficoltà economiche, tra quelli che hanno riferito di aver subito un infortunio o una malattia legata al lavoro e tra chi aveva ricevuto informazioni.
Infine a livello territoriale l’indagine ha mostrato significative differenze tra il Nord dove I lavoratori che hanno risposto di usare costantemente i DPI sono stati il 75% del totale rispetto al centro dove sono stati il 71% e il Sud dove sono stati il 67%. Stesse disparità sono state rilevate anche restringendo l’analisi ai soli lavoratori impiegati in settori d’interesse (75% Nord, 74% Centro e 66% Sud).

ECHA, sette nuove sostanze Svch inserite nella Candidate List

HELSINKI- Sette nuove sostanze estremamente problematiche, Svhc, sono state aggiunte da Echa nella Candidate list, lista delle sostanze candidate all’autorizzazione secondo il Regolamento Reach. Sono: il solfuro di cadmio, il disodio 3’3 (n. CAS 573-58-0), il disodio 4-amino-3 (n. CAS 1937-37-7), il dihexyl ftalato, l’imidazolidina – 2 – thione, l’acetato di piombo e il trixilile fosfato.
Con questi nuovi inserimenti diventano151 le sostanze presenti nella lista.
Ai sensi del Regolamento Reach, i produttori e gli importatori di articoli in cui una delle sette sostanze incluse nella Candidate List è presente in quantitativi totali superiori a una tonnellata l’anno, o con una concentrazione superiore allo 0,1% del peso, hanno sei mesi di tempo per inviare all’Eecha un dossier di notifica. I sei mesi decorrono a partire dal 16 dicembre 2013.
Tutte le informazioni, i manuali e gli strumenti di supporto necessari per la redazione e presentazione di un dossier di notifica sono reperibili sul sito web dell’Agenzia.
Per approfondire: Echa updates the Candidate List

Ascensori, manutenzione ogni 6 mesi, controlli ASL ogni 2 anni

Già si è detto della sicurezza degli ascensori che viene garantita con il rispetto e la corretta applicazione del Dpr 162/1999 (Norme per l’attuazione delle direttive 95/16/CE).
Si aggiunga che, per soddisfare i requisiti essenziali di sicurezza e tutela della salute richiesti dalla Direttiva ascensori 95/16/CE, per effetto dell’emendamentoA3 all’Uni En 81-1&2, si è dato corso a una ulteriore serie di modifiche ed ampliamenti delle norme armonizzate già in vigore, con particolare riferimento ai movimenti non comandati della cabina, il suo livellamento e rilivellamento in corrispondenza del piano.
Nel passato:
  • con l’emendamento A1 (in vigore dal 2 agosto 2006) si sono indicati i Sistemi elettronici programmabili in applicazioni per ascensori riferite alla sicurezza (Pessral) 06;
  • con l’emendamento A2 (in vigore dal 6 agosto 2005) si è regolamentato in ordine agli Spazi per il macchinario e le pulegge ascensori elettrici (Machine Room Less).
Fra gli obblighi definiti nelle disposizioni per il buon funzionamento degli impianti è indicata la manutenzione, che deve essere eseguita almeno ogni sei mesi (da parte di un’azienda specializzata). Ma anche la verifica periodica (ogni 2 anni) da parte dell’Aslcompetente* o di soggetto abilitato, che deve accertare:
  • lo stato di conservazione delle funi;
  • le condizioni di isolamento dei circuiti;
  • le condizioni dei dispositivi di sicurezza, di chiusura e di blocco;
  • il funzionamento del paracadute e del limitatore di velocità;
  • le condizioni del vano corsa;
  • il regolare funzionamento dell’allarme;
  • il regolare funzionamento delle valvole di sicurezza.
L’attività di manutenzione e di verifica devono risultare da idonea certificazione o dal libretto d’impianto.
* La verifica periodica fino era competenza dell’Enpi, Ente nazionale prevenzione infortuni, fondato nel 1938 come “ente di propaganda contro l’infortunistica allo scopo di promuovere e sviluppare i mezzi per prevenire gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali”. Con il DPR 382/1975 le competenze sono passate alle Usl (poi Asl).
Articolo appartenente a Es

lunedì 23 dicembre 2013

Finanziamenti aziende per sicurezza sul lavoro, bando Inail Isi 2013

ROMA – Pubblicato da Inail il bando ISI 2013, finanziamenti a fondo perduto per le aziende, destinati a interventi nella salute e nella sicurezza sul lavoro.
307,359 milioni la somma messa a disposizione che coprirà contributi pari al 65% dell’investimento di ogni azienda vincitrice, fino a un massimo di 130.000 euro.
Come per il bando dello scorso anno, la gestione sarà online, con la doppia fase procedura-invio.
Dal 21 gennaio all’8 aprile 2014 sarà possibile iscrivere il proprio progetto e candidarlo in gara. Una volta ottenuto il consenso per la partecipazione, si otterrà il codice identificativo e quindi con il codice si accederà ai click day regionali. Le date nelle quali si dovrà procedere all’invio dell’ultima candidatura saranno pubblicate da Inail a partire dal 30 aprile 2014.
Come nelle precedenti edizioni del bando, il finanziamento verrà erogato seguendo l’ordine cronologico di arrivo delle domande, fino a esaurimento fondi.

venerdì 20 dicembre 2013

Morti bianche, dicembre, altri drammatici incidenti sul lavoro


ROMA – Il 19 dicembre un agricoltore di Valmontone (Rm) di 44 anni, è morto schiacciato da una mietitrebbia.
Il 18 dicembre Adrea Tommasini, 54 di Vivaro, provincia di Pordenone è morto travolto da un escavatore.
Il 18 dicembre a Spilamberto, provincia di Modena, 50 anni, è morto schiacciato tra il suo camion di soccorso stradale e la motrice di un tir.
Il 17 dicembre Raffaele Bernabei 47 anni, è morto travolto da una ruspa mentre lavorava in uno stabilimento dell’Ama a Roma.
Il 17 dicembre ad Arezzo, un pensionato di 68 anni è morto cadendo da una quercia.
Il 14 dicembre Maurizio Canovari, ufficiale di 51 anni, è morto sul molo di Riva Trigoso, travolto da un cavo d’acciaio e da un’elica.
Il 10 dicembre a Ranco, provincia di Varese, 44 anni, è morto cadendo da un ponteggio.
Il 6 dicembre Alessandro Galli, 47 anni, è morto cadendo da un ponteggio, a Cascina, provincia di Pisa. 
Articolo appartenente a Caduti sul lavoro e taggato Permalink.