venerdì 31 ottobre 2014

Uni En 795 e Uni En 13374 per le regole sui parapetti provvisori


“L’adozione dei parapetti provvisori* permette di ridurre gli effetti di una possibile caduta dall’alto e ben esprime il concetto di protezione collettiva”.
Questa l’introduzione al secondo quaderno tecnico dell’Inail (Parapetti provvisori) che fa riferimento alla linea di ricerca P24L02, “le problematiche delle Pmi dei cantieri temporanei o mobili riguardanti l’evoluzione legislativa e normativa connessa all’innovazione tecnologica del Dipartimento innovazioni tecnologiche e sicurezza degli impianti, prodotti e insediamenti antropici”.
I parapetti provvisori sono dispositivi di protezione collettiva (Dpc) destinati alla protezione di persone e/o cose contro le cadute dall’alto.
Sono costituiti da almeno due montanti sui quali vengono fissati il corrente principale, il corrente intermedio e la tavola fermapiede realizzabili con diversi materiali (ad es. legno, acciaio ecc).
La tipologia dei dispositivi è quella indicata dalla Uni En 795**, secondo la quale i parapetti provvisori vengono divisi in tre classi in base alle prestazioni che soddisfano
  • Classe A: 1, sostenere una persona che si appoggi alla protezione e fornire
    una presa quando la persona cammini a fianco alla protezione; 2, trattenere una persona che cammini o cada nella direzione della protezione;
  • Classe B: con le prestazione 1e 2 della classe A ed inoltre con quella di trattenere la caduta di una persona che scivoli o cada lungo una superficie inclinata;
  • Classe C: con la prestazione di trattenere la caduta di una persona che scivoli o cada lungo una superficie molto inclinata.
La scheda Inail riporta nel dettaglio i requisiti dimensionali dei parapetti provvisori delle 3 classi.
Altra norma tecnica di riferimento è la Uni En 13374: 2013***. Secondo la norma, il sistema di protezione dei bordi è un insieme di componenti previsto per proteggere le persone dalle cadute dall’alto, i quali si differenziano in base al tipo di fissaggio sulla struttura. I parapetti provvisori utilizzati (cosiddetti guardacorpo) sono costituiti da aste metalliche verticali (montante prefabbricato) ancorate al supporto con ganascia a morsa o piastra tassellata sulle quali vengono montate le traverse orizzontali (correnti e fermapiedi).
La UNI 13374 “contribuisce in maniera incisiva al processo di valutazione del rischio in quanto mette in relazione i requisiti prestazionali e geometrici che i parapetti devono possedere con quelli relativi alla superficie di lavoro, esprimibili attraverso la pendenza e l’altezza di caduta”.
Marcatura. Tutti i componenti dei parapetti provvisori conformi alla UNI EN 13374 devono riportare le seguenti indicazioni:
- norma di riferimento;
- classe;
- nome del fabbricante o del fornitore;
- anno e mese di produzione o numero di serie.
La scelta del parapetto. La UNI EN 13374 suggerisce la classe di parapetto da utilizzare per diversi angoli di inclinazione della superficie di lavoro e per diverse altezze di caduta Hf (“la distanza verticale fra il punto in cui una persona sta in piedi e il punto più basso del parapetto”).
Anche in questo quaderno tecnico, l’INAIL offre dei consigli in ordine all’uso, al montaggio, allo smontaggio e alla manutenzione dei dispostivi.
*I parapetti provvisori devono essere utilizzati nelle lavorazioni in cui c’è il rischio di caduta dall’alto e cioè nei lavori in quota (attività lavorative che espongono il lavoratore al rischio di caduta da una quota posta ad altezza superiore a 2 m rispetto ad un piano stabile) e nei lavori di scavo (attività lavorative che espongono il lavoratore al rischio di seppellimento e/o di caduta all’interno dello scavo ad una quota posta ad una profondità superiore a 2 m rispetto al piano di campagna).
** “Protezione contro le cadute dall’alto, dispositivi di ancoraggio, requisiti e prove”.
*** “Sistemi temporanei di protezione dei bordi – Specifiche di prodotto, metodi di prova”.

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giovedì 30 ottobre 2014

porti, ripari, bando Regione Molise

Sicurezza lavoro e qualità pesca, luoghi sbarco, 

CAMPOBASSO – Pubblicato sul Bollettino ufficiale dellaRegione Molise, Burm 37/2014 del 7 ottobre, il bandoPorti, luoghi di sbarco e ripari di pesca attuativo della Misura 3.3 del Fondo per la pesca, P.O. FEP 2007/2013 .
Finalità della misura è migliorare i servizi offerti nei porti di pesca, migliorare le condizioni del pesce sbarcato e la sicurezza dei pescatori.
446.900 euro la cifra stanziata per sostenere investimenti che mirano a :
  • “migliorare le condizioni di sbarco, trattamento, magazzinaggio nei porti dei prodotti della pesca e dell’acquacoltura e della loro messa all’asta;
  • migliorare la qualità delle strutture e dei servizi a terra con un impatto diretto sui costi di gestione dell’attività di pesca;
  • migliorare la sicurezza e le condizioni di lavoro;
  • promuovere la gestione informatizzata delle attività di pesca;
  • migliorare il deposito e il trattamento degli scarti;
  • ridurre i rigetti in mare”.
Per la realizzazione degli interventi sono previsti incentivi in forma di contributo in conto capitale pari al 100% dei costi ammissibili effettivamente sostenuti. Le domande di contributo dovranno riguardare investimenti singoli per un minimo di 30mila euro.
Le domande dovranno pervenire, tramite Pec o raccomandata A/R entro il termine perentorio di 30 giorni a decorrere dalla data successiva a quella di pubblicazione del bando sul Bollettino Ufficiale della Regione Molise.
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L’IMPLANTOLOGIA DENTALE DALL’ANTICHITA’ ALLE NUOVE FRONTIERE

Intervista  all’odontoiatra  Ronen  Kol

di 
Anna Iozzino


Come storica dell’arte mi piace ricordare che anche la storia dell’implantologia dentale affonda le sue radici nell’antichità (Aztechi, Egizi, Cinesi, Etruschi, etc.), perché i tentativi di inserire un dente artificiale in un alveolo, per sostituire un dente perso, è testimoniato da reperti archeologici molto interessanti con ritrova- menti tombali che hanno portato alla luce crani e ossa mandibolari nei quali, al posto di qualche dente man- cante, erano stati inseriti degli elementi ricalcanti la forma dei denti umani con pezzi di conchiglia lavorata,    minerali vari o osso di varia natura. Dopo lunghissimi anni di prove pratiche e di studi scientifici - iniziati seriamente  negli anni ’40 dall’odontoiatra italiano Formiggini di Modena e continuati con passione da Cherchev, Muratori, Tramonte, Pasqualini, Linkow, Scialonè e tanti altri - è solo da trent’anni che questi tentativi di realizzare interventi implantologici hanno pieno successo sia per l’utilizzo di materiali biocompatibili come il titanio che ha le caratteristiche di essere leggero e resistente, sia di tecniche chirurgiche, di mezzi anestetici e di antibiotici adeguati.

     Ho deciso di intervistare uno dei più validi odontoiatri del nostro territorio, il dott. Ronen Kol, che tra l’altro ama l’arte e la cultura ed ha un’intelligenza del cuore ed una naturale curiosità intellettuale che lo rendono un affabulatore piacevole e fantasioso.  Per rompere il ghiaccio comincio con una domanda  sulle sue origini:

D. – Vorrei che lei mi parlasse un po’ delle sue origini e  della sua formazione…
R. - Provengo da una famiglia di origini rumene. Mio padre, il Dott. Marcu Kol, si è trasferito a Roma nel 1970 per motivi di studio rilevando uno studio dentistico alla Stella Polare dove ha esercitato la sua professione per oltre 40 anni con grandi doti umane ed empatiche. Devo infatti a lui l’amore verso la professione di dentista che ho affrontato con entusiasmo fin dai primi anni di università e proseguito con master e corsi specialistici in Italia e all’estero. In particolare mi sono dedicato alla implantologia e alla chirurgia orale. Ho conosciuto molti grandi maestri dell’ implantologia italiana e  americana  e ho avuto l’onore di tradurre le loro conferenze in Italia. Mi dedico costantemente alla formazione continua di nuove tecniche e prodotti per migliorare l‘estetica del sorriso e ridurre l’ invasività degli interventi implantologici.

D. – Vi sono controindicazioni all’implantologia dentale?
R. – Come ogni intervento chirurgico esistono controindicazioni che riguardano lo stato di salute generale del paziente e le sue abitudini di vita (es. fumo, alcool). In generale è fondamentale per l’odontoiatra effettuare un esame approfondito del paziente volto a raccogliere il maggior numero di informazioni necessarie per stabilire il piano di cura più appropriato, con un occhio anche ai costi e ai benefici.

D. – Quali sono, secondo lei, le fasi ed i tempi per un buon impianto?
R. – Sono per la tradizionale attesa di 2-3 mesi dall’ inserimento dell’impianto alla sua protesizzazione o “carico”. Esistono tuttavia tecniche che prevedono l‘inserimento simultaneo di impianto e dente, ma solo in presenza di condizioni cliniche specifiche e pazienti idonei.

D. – Che cos’è la sedazione cosciente?
R. – E’ un sistema basato su un gas, protossido di azoto (NOX) erogato da una apparecchiatura specifica che permette al paziente di rilassarsi azzerando completamente lo stress. Se ne fa un uso in caso di interventi particolarmente lunghi per l’inserimento di molti impianti  simultaneamente.

D. – Quali sono i reali benefici dell’implantologia dentale per i pazienti odontoiatrici?
R. – Poter mangiare e sorridere senza preoccuparsi dei denti mancanti e mandare in pensione la dentiera mobile, ritrovando la sicurezza di piacersi e piacere. A questo riguardo posso affermare  che indipendentemente dalle condizioni economiche e di salute (tranne rari casi) tutti possono approfittare dell’implantologia dentale, oggi divenuta davvero alla portata di tutti anche economicamente. L’importante è affidarsi a professionisti esperti e diligenti.

D. – Cosa pensa della cosiddetta “Tecnica All On Four”, e cioè “Tutto su quattro”?
R. – Se ne parla ormai da qualche anno anzi, direi ,che se ne straparla.. E’ una tecnica che permette di avere denti in un giorno, cosa straordinaria ma non miracolosa, nel senso che se da una parte se ne parla come la soluzione migliore per tutti enunciando solo benefici, dall’altra esistono, e non sono poche, le controindicazioni. Come ho già detto, è necessario rivolgersi a un professionista serio e competente in materia che è l’unico a poter valutare i vantaggi o i rischi che comporta caso per caso.

D. – Secondo lei quali sono le nuove frontiere dell’implantologia dentale?
R.– Esistono sistemi che permettono di analizzare e programmare gli interventi con grande precisione al computer su immagini tridimensionali addirittura consentendo di fabbricare un’intera dentatura prima ancora di intervenire chirurgicamente sul paziente. Questo permette di inserire gli impianti e la nuova protesi fissa in uno o due giorni senza eccessivo spreco di tempo e traumi post operatori per il paziente. Penso che l’ implantologia “guidata” ossia la possibilità di programmare gli interventi riducendo al minimo i tempi e i rischi  della tecnica tradizionale, possa davvero considerarsi come la  “ nuova frontiera”.

                                                                                           
                                                                                                                           Anna Iozzino




Dott. Ronen Kol  DDS  - Odontoiatra







Roma Via Vaglia, 77 - Tel. 06.8105871




Ostia Lido - Viale Vega, 04 - Tel. 06.5630.4241

sabato 25 ottobre 2014

VVF, chiarimenti Regola tecnica prevenzione incendi campeggi superiori 400 persone


ROMA – Pubblicata dal Ministero degli Interni Dipartimento Vigili del fuoco la circolare n.0011002 del 12 settembre 2014 con chiarimenti applicativi in merito Decreto 28 febbraio 2014 Regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione, costruzione l’esercizio delle strutture turistico ricettive in aria aperta (campeggi, villaggi turistici, ecc.) con capacità ricettiva superiore 400 persone.
Il documento fornisce degli indirizzi utili alla corretta applicazione della regola tecnica del 28 febbraio 2014 pubblicata in Gazzetta Ufficiale n.61 il 14 marzo 2014
in particolare quindi in merito allo “schema innovativo che contempla la possibilità di seguire, limitatamente alle attività esistenti, due percorsi applicativi tra loro alternativi”.
Sul percorso indicato nel Titolo I riguardante “un approccio di tipo tradizionale sia per le attività di nuova realizzazione che per quelle esistenti” e su quello indicato nel Titolo II riguardante “un approccio alternativo, applicabile alle sole attività esistenti basato su un giudizio esperto, che prevede la definizione di contromisure antincendio in modo proporzionato alle caratteristiche dei potenziali scenari emergenziali”.

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Regione Piemonte, Piano prevenzione edilizia 2014-2015 e Piano agricoltura 2014

TORINO – Pubblicati online dalla Regione Piemonte i nuovi ambiti di programmazione di due piani riguardanti la sicurezza negli ambienti di lavoro: il Piano regionale di prevenzione edilizia 2014-2015 e il Piano di prevenzione in agricoltura e selvicoltura 2014, entrambi appendici delPiano regionale di prevenzione 2014, definito con Dgr n. 52-7643 del 21/05/2014 e con Dd n. 610 del 1/07/2014 (non ancora pubblicata in Bollettino ufficiale). 
Il Piano regionale di prevenzione edilizia 2014-2015segue le stesure del 2009-2010, poi prorogate fino al 2013 (in concomitanza con la proroga del Piano regionale prevenzione 2010-2012).
Obiettivi e strategie del nuovo piano la riduzione degli infortuni e delle malattie professionali in edilizia. “Migliorare l’omogeneità degli interventi di vigilanza su tutto il territorio regionale; potenziare l’effetto deterrente dell’attività di vigilanza;ottimizzare i dati di attività disponibili, attraverso la revisione del sistema informativo; migliorare il piano di valutazione del progetto contestualmente alla sua realizzazione”.
Quattro quindi le macro-aree di intervento: vigilanza, sistema informativo, informazione assistenza, Grandi opere.
Per quanto riguarda il sistema informativo, segnaliamo che “in attesa di indicazioni dal livello nazionale per l’adeguamento del Sistema informativo piemontese al nascente Sistema informativo nazionale per la prevenzione Sinp” la Regione ha avviato:SpresalWeb e la sperimentazione della Notifica cantiere online integrata in Mude Piemonte(Modello unico digitale per l’edilizia).
Il Piano di attività 2014 di prevenzione in agricoltura e selvicoltura arriva in continuità con il piano triennale 2010-2012 prorogato fino al 2013, e integra questo a partire dalle recenti indicazioni nazionali (da Piano nazionale prevenzione e da Comitato ex. art.5 D.Lgs 81/08), locali e quindi con le recenti novità normative di settore. 
Ovvero: 
  • “obbligo di formazione per la guida dei trattori in applicazione dell’art.73 del D.Lgs 81/08; 
  • pronunciamento favorevole del Ministero del Lavoro sulla sanzionabilità su strada delle macchine agricole in caso di irregolarità per aspetti di sicurezza 
  • Accordo Stato-Regioni sulla formazione dei lavoratori, preposti e dirigenti, e Decreto 30.11.2012 relativo alle procedure standardizzate per la valutazione dei rischi;
  • D.Lgs 150/2012 e Piano attuativo nazionale normativa quadro ai fini dell’utilizzo sostenibile dei pesticidi che prevede la definizione di Piani regionali;
  • D.m. sorveglianza sanitaria lavoratori stagionali”.
Obiettivo del piano sarà portare a regime la vigilanza sia per l’aspetto qualitativo sia per i contenuti e raggiungere la quota di 600 controlli.

mercoledì 22 ottobre 2014

L’elezione del Rls nelle aziende con più di 15 lavoratori


Due interpelli pubblicati dal Ministero del Lavoro il 6 ottobre 2014 si sono occupati, per motivi diversi, della figura del Rls, il Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza.
Il primo, n. 20/2014, è stato posto dal Consiglio nazionale dell’Ordine dei consulenti per avere la corretta interpretazione dell’art. 47, c. 4, del TU 81/08, e, nello specifico, con la richiesta “se per le imprese con più di 15 lavoratori sia consentita l’elezione o la designazione del Rls esclusivamente tra i componenti delle rappresentanze sindacali aziendali, o se, diversamente, l’elezione possa riguardare anche lavoratori non facenti parte di dette rappresentanze (ferma restando la designazione in caso di mancato esercizio del diritto di voto)”.
La Commissione, dopo aver fatto rilevare che la scelta operata dal legislatore per le aziende o unità produttive con più di 15 lavoratori è quella di individuare il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza nell’ambito delle rappresentanze sindacali aziendali, è del parere che, come espressamente previsto dall’ art.47, c.. 4 del TU, “l’eleggibilità del rappresentate fra i lavoratori non appartenenti alle Rsa, opera esclusivamente laddove non sia presente una rappresentanza sindacale a norma dell’art. 19 della Legge 300/70*.
* Art. 19 dello Statuto dei lavoratori (costituzione delle rappresentanze sindacali aziendali):“Rappresentanze sindacali aziendali possono essere costituite ad iniziativa dei lavoratori in ogni unità produttiva, nell’ambito:
a) delle associazioni aderenti alle confederazioni maggiormente rappresentative sul piano nazionale;
b) delle associazioni sindacali, non affiliate alle predette confederazioni, che siano firmatarie di contratti collettivi nazionali o provinciali di lavoro applicati nell’unità produttiva.
Nell’ambito di azienda con più unità produttive le rappresentanze sindacali possono istituire organi di coordinamento”.
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