giovedì 28 maggio 2015

Le scale portatili

Le scale portatili

Requisiti e caratteristiche proprie da determinare mediante prove sperimentali

Le scale portatiliLe scale portatili sono attrezzature largamente diffuse e usate in ambiente di lavoro e in ambiente di vita.
Vengono impiegate da milioni di persone e comportano rischi elevati di incidenti, come riportato da numerosi Osservatori.
Le tipologie di incidenti riguardano principalmente la stabilità nell'uso e la resistenza strutturale nei riguardi del comportamento alle sollecitazioni cicliche.
Tali caratteristiche non sono verificate con idonee prove dalla normativa di prodotto europea vigente, in quanto parzialmente e indirettamente valutate con considerazioni geometriche per quanto concerne la stabilità, e con prove di carattere esclusivamente statico per la resistenza strutturale.
L'attuale norma di prodotto EN 131, parte seconda, del giugno 2010, elaborata in 12 anni circa, non ha condotto alla introduzione di prove specifiche per la valutazione di tali caratteristiche, sebbene da parte di alcuni stati membri ne sia stata sentita l'esigenza, anche attraverso la presentazione di esperienze sperimentali nazionali (Italia, Regno Unito, Olanda, Belgio). Il mancato accordo tecnico è dovuto, oltre che alle resistenze di carattere commerciale, anche alla mancata introduzione di idonei requisiti condivisi tra le parti e da tipologie di prove spesso non confrontabili fra loro.
Il Comitato Tecnico TC 93, tenutosi a Berlino il 23 e 24 aprile 2009, ha impostato nuove strategie condivise per la revisione della norma che tengono conto della stabilità e della durabilità della scala e ha costituito un nuovo gruppo di lavoro, il WG10. Il compito è di stabilire un programma di lavoro per esaminare i requisiti di stabilità e di durabilità nonché una possibile classificazione delle scale portatili che tenga conto di quest'ultimo requisito. Il WG1O ha istituito due gruppi di lavoro ad hoc, composti ognuno da cinque esperti, per procedere con ulteriori approfondimenti riguardo la stabilità e le prestazioni in relazione alla durabilità valutata con test ciclici.
Al fine di ridurre al minimo il rischio di incidente, in virtù della evoluzione dei requisiti prestazionali del prodotto, in relazione al progresso tecnologico e al livello di sicurezza che i consumatori possono ragionevolmente aspettarsi, è fondamentale che le scale portatili vengano fabbricate con un livello intrinseco di sicurezza maggiore.
L'individuazione delle misure progettuali e di sperimentazione per ridurre al minimo i rischi connessi con le attività effettuate con le scale portatili coinvolge quindi direttamente l'attività di ricerca sulle caratteristiche di resistenza e di stabilità delle stesse.
Pubblicazione 2015 realizzata da
INAIL
Dipartimento innovazioni tecnologiche
e sicurezza degli impianti, prodotti e insediamenti antropici
AUTORI
Luigi Cortis
Francesca Maria Fabiani
Luca Rossi
Davide Geoffrey Svampa
Dipartimento innovazioni tecnologiche
e sicurezza degli impianti, prodotti e insediamenti antropici
CON LA COLLABORAZIONE DI
Carlo Ratti
Calogero Vitale
Dipartimento innovazioni tecnologiche
e sicurezza degli impianti, prodotti e insediamenti antropici

martedì 26 maggio 2015

Durc, dal 1° luglio via alla procedura per il rilascio online


La nuova procedura di rilascio online del Durc,utilizzabile dal 1° luglio, è stata “resa possibile dall’impegno congiunto del Ministero del Lavoro, dell’Inps, dell’Inail e delle Casse Edili per la completa informatizzazione delle attuali procedure e la creazione di collegamenti tra le diverse banche dati”.
Nella conferenza stampa del 21 maggio si sono illustrate le caratteristiche, le modalità di funzionamento ed i tempi di avvio del nuovo sistema di rilascio.
Alle imprese “basterà un semplice clic” per scaricare da internet e quindi in tempo reale (al momento l’attesa del Durc era anche superiore a 1 mese), la certificazione di regolarità contributiva, che:
  • avrà una validità di 120 giorni;
  • potrà essere utilizzata per a) l’ erogazione di sovvenzioni, contributi ecc., b) nell’ambito delle procedure di appalto c) nei lavori privati dell’edilizia, d) per il rilascio dell’attestazione Soa*).
Tra i vantaggi pratici, l’uso della certificazione per più di una circostanza successiva e anche se la certificazione è già stata rilasciata ad altri soggetti. Il rinvio della certificazione può avvenire a causa di carenze contributive che il sistema comunicherà nel giro di 72 ore.
Durante la conferenza stampa si sono anche sottolineati i risparmi, valutati nell’ordine di 100 milioni di euro all’anno, sia per le Amministrazioni e i soggetti tenuti al rilascio del Durc , che per le imprese.
Le pubbliche amministrazioni vedranno ridursi i costi di 80 milioni (5.200.000 Durc/anno x € 16 – costo orario medio lordo di un dipendente pubblico – nella previsione che l’attuale lavorazione non informatica del documento comporti un’ora di tempo).
Le imprese risparmieranno, invece, 25 milioni di euro, tenuto conto dei “costi medi del personale addetto o degli intermediari”.
* Società Organismi di Attestazione. Per partecipare a gare d’appalto con importi superiori a 150mila euro, le imprese devono essere in possesso dell’attestato rilasciato da una Soa che sono “società per azioni di natura privatistica che svolgono pubblica funzione”.

Leggi

domenica 24 maggio 2015

Le raccomandazioni nella fase di lavaggio e pulizia dei locali di ristorazione

Le raccomandazioni nella fase di lavaggio e pulizia dei locali di ristorazione

Nella scheda sui profili di rischio nella ristorazione l’Inail, elaborata secondo la suddivisione della divisione 56 della Classificazione Istat Ateco 2007, la fase del lavaggio e della pulizia dei locali (manuale e con macchine) è, anch’essa, condizionata dalle caratteristiche dell’ambiente in cui l’operatore svolge l’attività di sanificazione e dalle operazioni che compie.
Ma sono presenti, anche qui, rischi di cadute, scivolamenti ed urti per pavimenti umidi, scivolosi e talvolta non uniformi e per locali ingombri.
Rilevanti sono:
a) sia il rischio chimico a causa della manipolazione di detergenti e disinfettanti – queste sostanze sono in generale infiammabili, irritanti e corrosive –
b) sia il rischio biologico per l’accidentale contatto con sostanze potenzialmente patogene, soprattutto nella pulizia dei servizi igienici.
Se le operazioni di lavaggio e pulizia sono svolte con l’utilizzo di macchine ad alimentazione elettrica, c’è il rischio elettrico.
danni nella fase di lavorazione in esame, sono quindi così individuati
  • lesioni, contusioni per cadute, scivolamenti ed urti;
  • dermatiti irritative ed allergiche della pelle;
  • patologie irritative delle mucose e degli occhi;
  • irritazione delle prime vie aeree;
  • contaminazione con materiale patogeno;
  • fibrillazione da corrente.
Quali gli interventi proposti nella scheda dell’Inail?
È importante l’organizzazione dello spazio da sanificare per agevolare i compiti da svolgere (locali ordinati, con pavimenti in buone condizioni), oltre, beninteso, la formazione e l’informazione dell’operatore circa i rischi specifici.
Per ridurre il rischio chimico legato all’uso di detergenti e disinfettanti va fatta informazione per il corretto uso dei mezzi di protezione individuali come ad esempio i guanti, l’unico mezzo valido di protezione sia contro l’umidità sia per il contatto con sostanze irritanti.
Per il rischio biologico, legato alla sanificazione dei servizi igienici, gli interventi preventivi sono la formazione e l’informazione circa il tipo di rischio, e ancora l’uso di guanti nella operazione sia di rimozione dei rifiuti che nella pulizia dei sanitari.
Gli shock elettrici, che si possono verificare per contatti accidentali con parti in tensione o con macchinari non correttamente isolati, o anche per scorretti comportamenti nell’uso di macchine ad alimentazione elettriche (prima regola, evitare di maneggiare con le mani umide macchine ad alimentazione elettrica), si possono ridurre al minimo facendo eseguirecontrolli periodici delle macchine ad alimentazione elettrica.

Legionellosi negli stabilimenti termali, aggiornate le precedenti linee guida


Tra le professioni associate al “rischio Legionella” elencate nel documento approvato in Conferenza Stato-Regioni nella seduta del 7 maggio 2015 con lo scopo di “riunire, aggiornare e integrare tutte le indicazioni riportate nelle precedenti linee guida nazionali e normative” sulla legionellosi, sono presenti anche gli operatori deglistabilimenti termali.
Trattati gli aspetti generali (fonti di infezione, modalità di trasmissione, fattori di rischio, frequenza della malattia, sintomatologia, diagnosi di laboratorio, metodi di valutazione) e la terapia, la sorveglianza-indagine epidemiologica, il protocollo di controllo del rischio legionellosi (articolato in 3 fasi, la valutazione del rischio, la gestione del rischio e la comunicazione del rischio), nel punto 3.3. il documento approvato dalla Commissione Stato-Regioni tratta in modo specifico della valutazione e della gestione del rischio della malattia negli stabilimenti termali.
“Le caratteristiche della microflora tipica delle acque termali ed il fatto che queste siano utilizzate a temperature per lo più comprese tra i 30 ed i 40°C costituiscono condizioni favorenti lo sviluppo e la sopravvivenza di legionella”.
Le apparecchiature/le cure termali per le quali maggiore è il rischio di trasmissione possono essere:
  • le cure inalatorie (inalazioni, aerosol-humages, nebulizzazioni, docce nasali), sia per le caratteristiche delle apparecchiature utilizzate che per la tipologia egli utenti (soggetti a rischio per patologie croniche dell’apparato respiratorio);
  • bagni con idromassaggio;
  • le docce d’annettamento (se previste).
Peraltro, rappresentano una fonte di pericolo tutte le prestazioni erogate con acqua termale o non termale, nei reparti “benessere” degli stabilimenti termali che comportano laformazione di aerosol.
Inoltre, anche negli stabilimenti termali possono rappresentare una fonte di pericolo gliimpianti di condizionamento e quelli idrosanitari.
Come riportato nel TU 81/08 sicurezza sul lavoro, il rischio di esposizione alla Legionella in qualsiasi ambiente di lavoro, richiede l’attuazione di “tutte le misure di sicurezza appropriate per esercitare la più completa attività di prevenzione e protezione nei confronti di tutti i soggetti presenti”*.
Le misure di sicurezza si dovranno realizzare a seguito della valutazione del rischio**, che va regolarmente aggiornato e documentato formalmente, si dovranno attuare in conformità ai disposti del Tit. I del TU (artt. 15 e 18).
È necessario che la valutazione ed il conseguente Piano di autocontrollo comprendano:
  1. gli impianti di distribuzione ed erogazione delle acque termali,
  2. gli altri impianti idrici e aeraulici a rischio.
* Nel Titolo X del TU per la sicurezza sul lavoro la legionella è classificata al gruppo 2 tra li agenti patogeni.
** La valutazione del rischio va eseguita:
  • ogni anno (le linee guida del 2005 prevedevano la valutazione ogni 2 anni) e;
  • ogni volta che ci sia motivo di considerare che la situazione possa essersi modificata (ad es.: lavori di ristrutturazioni o rifacimento di parti d‟impianto, esame batteriologico positivo con valori di legionella che richiedono intervento).

Provincia di Bolzano, proposta nuova disciplina per le ispezioni sul lavoro


BOLZANO – Una nuova disciplina per le ispezioni sul lavoro. Presentata dalla Commissione per il lavoro della Provincia di Bolzano e dal Comitato per la sicurezza una proposta di revisione del sistema delle ispezioni sul lavoro.
Il progetto di revisione è stato elaborato dalla Ripartizione lavoro e al termine delle letture e delle consultazioni dovrebbe essere inserito nella prossima legge omnibusdella Provincia sulla quale dovrà lavorare poi la Giunta per l’adozione delle direttive conseguenti.
Chiarezza sulla normativa, equilibrio tra informazioni ai datori di lavoro e controllo, verifiche propozionali al rischio sicurezza sul lavoro. Questi alcuni dei principi a monte della nuova proposta di legge.
Ad affiancarli altri concetti chiave come trasparenza nella programmazione dell’attività ispettiva, pubblicazione del numero di controlli per settore, ispezioni con avviso e senza preavviso, maggiore utilizzo della conciliazione monocratica, clima collaborativo con le imprese nel corso e dopo le ispezioni.
Articolo appartenente a Leggi e taggato Permalink.

Sicurezza e benessere nelle scuole, aria, microclima, ergonomia, volume Inail


ROMA – Sicurezza e benessere nelle scuole. Pubblicata da Inail l’edizione 2015 di un volume che affronta i temi della salute di alunni e personale, la sicurezza sul lavoro negli istituti scolastici, la prevenzione, la salubrità degli ambienti, analizzando due aspetti chiave: qualità dell’aria ed ergonomia.
Rischio biologico, chimico, microclima, comfort microclimatico, acustico, gli arredi. Il volume prende le mosse da un protocollo d’intesa siglato nel 2007 da Inail e Ministero dell’Istruzione per azioni di sensibilizzazione comuni, e riporta sia i risultati di un’indagine di campo condotta con alcuni Rspp su alcune scuole superiori di Roma e provincia, sia lunghe e dettagliate trattazioni dei tipi di rischio, delle misure di prevenzione, della normativa alla quale fare riferimento.
Con l’obiettivo di accrescere la conoscenza, formare e informare gli stessi attori delle realtà scolastiche.

Sicurezza sul lavoro nelle scuole

Gli aspetti connessi all’igiene e alla sicurezza sul lavoro assumono rilevanza anche in ambito scolastico. In primo luogo va sottolineata l’importanza di formare su questa specifica disciplina una popolazione scolastica particolarmente numerosa: preparare gli studenti, ovvero i lavoratori del domani, ad affrontare tali aspetti rappresenta un sicuro investimento sul futuro e quindi un efficace strumento di prevenzione.
[…] La promozione della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro implica, inoltre, l’adozione di comportamenti consapevoli della rischiosità degli ambienti di lavoro e, in tale contesto, la cultura della prevenzione va sviluppata a partire da conoscenze e comportamenti virtuosi che devono essere acquisiti già in età scolare”.

Qualità dell’aria, microclima

Ambienti indoor con destinazioni d’uso differenti, outdoor. L’aspetto della qualità dell’aria (IAQ) è trattato presentando trattazioni e dati rispetto a quattro chiavi principali: rischio chimico, rischio biologico, rischio Radon, microclima.
Trovano ragion d’essere qui il titolo X D.Lgs. n. 81/2008, l’articolo 267 dello stesso Testo unico sicurezza lavoro, il contatto diretto e indiretto, la malattie virali, parassitosi, patologie allergiche, i bioaerosol, la legionellosi, la Sick Building Syndrome (SBS) e le Building Related Illnesses (BRI).
Quindi le principali sorgenti di contaminazione, i composti organici volatili, l’aria, l’uomo, le piante, le apparecchiature, le fonti di allergeni come insetti, acari, muffe
e i conseguenti parametri microbiologici per il controllo e la valutazione dell’IAQ.
E inoltre il microclima, con le condizioni degli ambienti di lavoro che possono variare a seconda delle differenze nel ciclo produttivo, altura o sotterranei, orientameto edifici, natura dei materiali. A esso si affiancano le valutazioni conseguenti riguardanti il cosiddetto benessere termico, il bilancio termico dell’organismo.

Rischio chimico, Radon

Per quanto riguarda il rischio chimico, vengono discusse le fonti di inquinamento, i relativi agenti inquinanti, riscontrabili nei materiali da costruzione, o nei mobili, negli impianti di condizionamento. E viene ricordato come “il D.Lgs. 81/2008 e s.m.i. disciplina la valutazione del rischio chimico nel Titolo IX, Capo I (Protezione da agenti chimici) e Capo II (Protezione da agenti cancerogeni e mutageni), dettandone criteri, metodi e finalità”.
Affontato poi il tema del Radon. “Le scuole rientrano a tutti gli effetti tra gli ambienti in cui la concentrazione del radon può raggiungere, in determinate situazioni, livelli tali da rappresentare un rischio. Il Capo III-bis del D.Lgs. 241 del 31.10.2000, in attuazione della direttiva 96/29/Euratom in materia di protezione sanitaria della popolazione  e dei lavoratori contro i rischi derivanti dalle radiazioni ionizzanti, tratta l’esposizione dei lavoratori alle radiazioni ionizzanti di origine naturale. In esso vengono riportate le attività per le quali deve essere valutata ed eventualmente ridotta l’esposizione dei lavoratori alle sorgenti naturali di radiazioni ionizzanti, con particolare riguardo al radon”.

Ergonomia

Il microclima, ovvero il comfort microclimatico va a sfociare negli aspetti riguardanti la comodità, la presenza corretta dei nostri corpi in un ambiente di lavoro. E lo fa attaverso il dispendio metabolico e il rendimento meccanico, l’isolamento prodotto dal vestiario.
Rientrano poi in quest’area, il clima acustico, il rumore e il Testo Unico Titolo VIII, Capo II:Protezione dei lavoratori contro i rischi di esposizione al rumore durante il lavoro, il comfort acustico, i requisiti per i videoterminali, l’intelligibilità del parlato, il tempo di riverberazione, il rumore di fondo.
E ancora gli arredi ovviamente, prima fonte per comprendere lo stesso significato del termine ergonomia (dal greco érgon, lavoro e nomos, regola) ” la scienza che studia l’interazione tra gli esseri umani, le macchine o le attrezzature di lavoro e gli ambienti di lavoro in cui vengono svolte le varie attività”.
Tra gli arredi i banchi, le sedie, con le imbottiture, le sedute, la profondità, oggetti noti a chiunque, familiari, e di conseguenza attori principali della vita scolastica. Presenze fisse sulle quali porre la necessaria attenzione.
Nell’ambiente scolastico l’ergonomia è il più importante mezzo di prevenzione, in quanto consente di studiare le caratteristiche della postazione dello studente e di pianificare le strategie finalizzate ad aumentare le condizioni di benessere minimizzando il dispendio energetico nonché il sovraccarico biomeccanico del rachide e degli arti (superiori e inferiori), facilitando l’apprendimento.
Poiché l’età scolastica coincide con quella della crescita, abituare il corpo al mantenimento della postura ottimale favorisce il corretto sviluppo fisico; in un’ottica ergonomica, è quindi opportuno migliorare le condizioni posturali degli studenti durante la loro permanenza nell’ambiente scolastico”.

Leggi

Leggi

Leggi