mercoledì 21 settembre 2016

12 indagati all'ILVA di Taranto

Da La Repubblica di Bari




TARANTO - Sono 12, tra rappresentanti dell'Ilva e della ditta dell'appalto per cui lavorava, le persone indagate dalla Procura di Taranto per l'incidente che si è verificato sabato 17 settembre, poco prima delle 7, nell'area esterna dell'Afo4 dello stabilimento Ilva e in cui è morto Giacomo Campo, 25enne operaio della Steel service. Gli avvisi di garanzia, con le ipotesi di omicidio colposo e altri reati in materia di infortunistica, sono stati firmati dal sostituto procuratore Giovanna Cannarile.


L'ira di Emiliano. "La pazienza è finita", dice il governatore Michele Emiliano in commissione Sanità: dopo la morte dell'operaio, "il nostro atteggiamento nei confronti del governo Renzi a proposito del futuro dell'acciaieria cambia. Chiederemo che sia revocata la facoltà d'uso all'interno dello stabilimento sequestrato dalla magistratura. I commissari devono bloccare la produzione fino a quando la fabbrica non sarà risanata". 



Gli indagati. Tra gli indagati a Taranto c'è il nome dell'attuale direttore dello stabilimento siderurgico, Ruggero Cola. Indagati anche dirigenti, capi area, capi turno di Ilva e della Steel service srl, l'azienda di pulizie che lavora in appalto per Ilva, di cui Campo era dipendente. Ecco i nomi: Teodoro De Padova, Stefano Bagordo, Francesco De Gregorio, Rocco Ottelli, Andrea Coluccia, Cosimo Frascella, Antonio Bianco, Walter Romagnoli, Andrea Santoro, Giuseppe Chimienti e Antonio Neglia. Gli avvisi di garanzia, con le ipotesi di cooperazione in omicidio colposo, sono firmati dal sostituto procuratore Giovanna Cannarile



I rilievi. Per limitare i tempi di fermata del nastro trasportare su cui è avvenuto l'incidente (che carica di minerale l'altoforno numero 4) ed evitare conseguenze sull'ambiente e sulla sicurezza, il pm ha affidato una consulenza tecnica al professor Massimo Sorli, ordinario di Meccanica applicata alle macchine del Politdcnico di Torino - dipartimento di Ingegneria meccanica e aerospaziale. Anche gli avvocati degli indagati e dei familiari di Giacomo Campo hanno nominato consulenti. Il gruppo di esperti si è recato nello stabilimento siderurgico per le operazioni peritali assieme a personale dello Spesal dell'Asl.



Il pm ha chiesto al professor Sorli di stabilire dinamica e cause dell'infortunio mortale e se vi sono responsabilità rilevanti in base alla vigente normativa antinfortunistica e se Campo ha tenuto una condotta "conforme alle procedure prescritte dal datore di lavoro e nel caso negativo se tale condotta abbia determinato in via esclusiva l'infortunio o abbia concorso a determinarlo". 



Le proteste. L'operaio, che avrebbe dovuto pulire l'area dalla polvere prodotta dalla dispersione del minerale, è rimasto schiacciato fra un nastro trasportatore e il rullo. Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltrasporti Uil di Taranto hanno proclamato uno sciopero di tutti i lavoratori dipendenti delle imprese degli appalti pulizie civili e industriali a partire dalle 5 di lunedì 19 settembre fino alle 7 di martedì 20. Di fronte all'ingresso portinerie imprese dello stabilimento Ilva di Taranto si è tenuta un'assemblea sindacale dei lavoratori dipendenti delle imprese appaltatrici dei servizi di pulizie civili e industriali.



Il vertice. L'Ilva in amministrazione straordinaria ha convocato a Roma i sindacati per mercoledì 21 settembre. Lo scopo è di discutere degli interventi di manutenzione e della sicurezza. Nello stesso giorno ci sarà, per un'ora, lo sciopero nazionale generale dei metalmeccanici che protestano per le morti sul lavoro che si verificano ogni anno in Italia.

Riqualificazione periferie: Costituito il Nucleo per la valutazione dei progett


21/09/2016
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In riferimento alle previsioni contenute nell’articolo 2 (Istituzione e funzionamento del Nucleo), comma 6 del DPCM 25 maggio 2016 recante “Approvazione del bando con il quale sono definiti le modalità e la procedura di presentazione dei progetti per la riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie delle città metropolitane, dei comuni capoluogo di provincia e della città di Aosta”, con Decreto 6 settembre 2016 del Segretario generale della Presidenza del Consiglio dei Ministri Consigliere Paolo Aquilanti, presso la stessa Presidenza del Consiglio dei Ministri - Segretariato generale, è stato costituito il Nucleo per la valutazione dei progetti per la riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie.
Il Nucleo è composto dal Segretario Generale della Presidenza del Consiglio Consigliere Paolo Aquilanti che svolge le funzioni di presidente e da seguenti sei esperti di particolare qualificazione professionale, anche esterni alla pubblica amministrazione:
  • Ing. Michele Brigante, designato dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome;
  • Architetto Elisabetta Fabbri;
  • Dott.ssa Veronica Nicotra, segretario generale dell'ANCI, designata dall'Associazione Nazionale Comuni Italiani (AN CI);
  • Prof. Fabio Pammolli, professore ordinario di Economia e gestione delle imprese presso la Scuola Superiore Universitaria IMT Alti Studi Lucca;
  • Prof.ssa Laura Ricci, direttore del Dipartimento di pianificazione design tecnologia dell'architettura della Facoltà di Architettura dell'Università di Roma La Sapienza;
  • Cons. Ferruccio Sepe, dirigente della Presidenza del Consiglio dei ministri.
Nella prima riunione - che stando alle notizie di stampa, dovrebbe essere avvenuta lo scorso 19 settembre - il Nucleo ha definito le proprie modalità di funzionamento nonché ulteriori criteri di valutazione rispetto a quelli indicati nel bando allegato al DPCM 25 maggio 2016 (tempestiva esecutività degli interventi, capacità di attivare sinergie fra finanziamenti pubblici e privati, fattibilità economica e finanziaria e coerenza interna del progetto, ecc.), come previsto espressamente dal citato articolo 2, comma 6 del DPCM 25 maggio 2016.
A cura di LavoriPubblici.i

domenica 18 settembre 2016

Unità di misura

Unità di misura

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Antiche unità di misura agricole nell'Inghilterra medioevale: il furlong (pari ad uno stadion), la canna, l'acro, la bovata, la virgata, la carrucata.
In fisica, un'unità di misura è una quantità prestabilita di una grandezza fisica definita e adottata per convenzione o per legge e utilizzata come termine di riferimento per la misura di grandezze della stessa tipologia.[1] Le unità di misura possono avere assegnati dei nomi e dei simboli convenzionali.[1] Una volta definita un'unità di misura, ogni altro valore della grandezza fisica associata può essere espresso tramite multipli o sottomultipli dell'unità di misura in questione.

Descrizione

Un esempio di grandezza fisica è la lunghezza mentre un esempio di unità di lunghezza è il metro (simbolo: m) che rappresenta una quantità prestabilita di lunghezza: quando diciamo 10 metri (10 m), intendiamo dire 10 volte la quantità di lunghezza prestabilita che chiamiamo "metro".
In fisica e in metrologia, le unità di misura richiedono una definizione chiara e univoca per essere utili: solo così diventa possibile ottenere la riproducibilità dei risultati sperimentali che è alla base del metodo scientifico. I sistemi di misura scientifici sono la diretta conseguenza del concetto di pesi e misure sviluppato fin dai tempi remoti per scopi commerciali e che ha dato origine alla nascita degli strumenti utilizzati da venditori e acquirenti per concordare in maniera univoca sulla quantità di merce trattata. Attualmente esiste uno standard globale, il Sistema internazionale di unità di misura, che è l'evoluzione del sistema metrico.
Fin dai tempi antichi la definizione delle unità di misura, la loro condivisione e il loro uso pratico hanno giocato un ruolo importantissimo al punto che sono stati sviluppati e sono diventati comuni molti sistemi di misura. Per misurare una stessa grandezza sono spesso state definite svariate unità di misura a seconda del luogo geografico, del contesto sociale o altro ancora: una massa ad esempio può essere misurata in grammi e nei suoi multipli e sottomultipli oppure in libbre.
Per esprimere la misura Q di una grandezza fisica in riferimento alla sua unità di misura [Q] si può ricorrere alla formula
Q = n × [Q] = n [Q]
Generalmente, come indicato dal terzo membro, si omette il segno di moltiplicazione come si è soliti fare tra variabili nelle formule scientifiche. Nelle formule, inoltre, l'unità [Q] può essere trattata come se fosse a sua volta il valore di una grandezza fisica, fatto questo che è alla base dell'analisi dimensionale.
Una distinzione infine va fatta tra una unità di misura e i campioni ad essa relativi. Una unità è fissata per definizione in modo da essere indipendente dalle condizioni fisiche quale ad esempio la temperatura. Un campione, per contro, è la materializzazione fisica di una unità e dipende, per quanto si cerchi di minimizzarlo, dalle condizioni fisiche. Per fare un esempio, il metro è un'unità definita come la distanza percorsa dalla luce nel vuoto in un intervallo di tempo pari a 1/299.792.458 di secondo, definizione che la svincola da ogni dipendenza mentre una barra metallica usata come campione, per quanto costruita con accuratezza, varia la sua lunghezza con la temperatura sia pure per frazioni infinitesimali.

Sistemi di misura

Esistono diversi sistemi ufficialmente accettati dalla comunità scientifica internazionale o comunque in uso nelle diversi parti del pianeta. Per ogni sistema ufficiale di unità di misura esistono organismi internazionali che si occupano di custodire i campioni delle unità di misura quando ne esistano o comunque di mantenere aggiornate le definizioni delle unità adottate.
Esistono diversi sistemi di misura, basati su differenti insiemi di unità di misura fondamentali. Il sistema di misura più ampiamente diffuso è il Sistema internazionale di unità di misura, solitamente indicato come SI, che è fondato su sette unità base (fondamentali), e in cui tutte le altre unità derivano da queste.
Esistono altri sistemi, utilizzati per vari scopi, tra i quali:
In Italia, pur vigendo il SI, sono ancora di uso quotidiano alcune antiche unità di misura, diverse a livello locale in funzione dell'evoluzione storica di ciascun territorio.

Unità di misura fondamentali e derivate

Per molte grandezze fisiche l'unità di misura è assolutamente necessaria se si vuole comunicarne il valore. È ad esempio impossibile descrivere una lunghezza senza usare un qualche tipo di unità.
Ma non tutte le grandezze fisiche richiedono una propria unità di misura. Tramite le leggi della fisica, l'unità di misura di una grandezza può essere espressa come combinazione di unità di altre grandezze. Quindi solo un piccolo insieme di unità di misura è necessario. Queste unità vengono definite come fondamentali, tutte le altre sono unità derivate. Le unità derivate sono usate solo per convenienza, in quanto possono essere espresse in termini di unità base. La scelta delle unità base è però arbitraria.
Le unità fondamentali del SI non costituiscono un insieme minimo. Ad esempio esistono sistemi nei quali il campo elettrico e il campo magnetico hanno la stessa unità di misura, grazie al fatto che le leggi della fisica mostrano che questi due campi sono manifestazioni differenti dello stesso fenomeno.
Molte grandezze derivate in fisica prendono il nome da ricercatori e studiosi che hanno dato contributi fondamentali alla teoria in questione in segno di riconoscimento postumo per il loro prezioso lavoro.

Conversione delle unità di misura

La conversione delle unità di misura prevede la comparazione di valori standard differenti, per questo i fattori di conversione tra unità di misura hanno sempre un determinato livello di imprecisione.

Prefissi delle unità SI

Nel SI alcune lettere corrispondono a valori numerici scelti opportunamente e possono essere usate come prefissi per qualsiasi unità.
Ad esempio, c = 0,01 (1/100), e quindi cm = 0,01 m e cN = 0,01 N
L'unica eccezione, dovuta a ragioni storiche, è l'unita di misura della massa, kg, che già contiene un prefisso; in questo caso il prefisso deve essere aggiunto a g.
L'uso dei prefissi non implica nessuna conversione, in quanto essi sono definiti come valori numerici. Ad esempio le espressioni 'cm' e '0,01 m' hanno lo stesso significato, ovvero sono equivalenti dal punto di vista matematico.

Regole grafiche SI

I simboli delle unità di misura del SI sono scritte sempre con lettere minuscole tranne quando sono dedicate a un personaggio storico; i prefissi seguono regole proprie:
  • km
  • kJ
  • mg
  • MJ
  • dMb
Va precisato che, per esempio, il simbolo A per indicare l'intensità di corrente va scritto maiuscolo, mentre il nome per esteso di tale unità di misura è minuscolo e senza accenti, cioè: ampere (in omaggio a André-Marie Ampère).
Allo stesso modo, molte unità di misura che prendono il nome dallo scienziato che li ha introdotte vanno scritte per esteso in minuscolo (ad esempio: kelvin,coulombjoulewattohmsiemens), tranne nel caso dei gradi di temperatura (ad esempio: gradi Celsiusgradi Fahrenheitgradi Réaumur).[2]
I simboli delle unità di misura vanno invece scritti in minuscolo o in maiuscolo a seconda dell'unità di misura in questione. Ad esempio Pa (pascal), S (siemens), A (ampere) vanno in maiuscolo, mentre mol (mole), m (metro), g (grammo) vanno in minuscolo.

sabato 17 settembre 2016

Attenti al sole: un rischio per i lavoratori all'aperto



Infortuni in itinere



Formazione Piemonte tatuaggio piercing e trucco

Formazione Piemonte tatuaggio piercing e trucco

Generale    by Secondo MartinoCommenti chiusi

Deliberazione della Giunta Regionale 27 luglio 2016 , n. 20-3738 REGIONE PIEMONTE BU34 25/08/2016

Formazione Piemonte tatuaggio piercing e trucco

#tatuaggio #piercing e #trucco permanente: in Piemonte chi intende esercitare queste attività deve avere conseguito un attestato di #formazione.
Il corso può essere svolto presso le agenzie formative in possesso dellSi è Ritenuto necessario:
- predisporre un percorso formativo obbligatorio si a per quanti già eseguono prestazioni di tatuaggio, piercing e trucco permanente (in via esclusiva o complementari ad altre attività), sia per i soggetti che intendono avviare tali attività, finalizzato ad acquisire adeguate conoscenze sotto i profili igienico-sanitari e di prevenzione;
- specificare che il percorso formativo non è obbligatorio per coloro che effettuano esclusivamente la foratura del lobo dell’orecchio (anche come prestazione complementare alle attività di farmacia, parafarmacia e di vendita di monili o di oggetti preziosi) e operano secondo le indicazioni di cui all’Allegato A;
- stabilire che la frequenza al corso rappresenta i l presupposto per il conseguimento di un’idoneità professionale dal punto di vista delle conoscenze sanitarie e che il corso non attribuisce alcuna qualifica professionale;
- precisare che tale percorso formativo non abilita ad effettuare attività di piercing su parti anatomiche la cui funzionalità potrebbe essere compromessa (es. lingua, genitali, mammelle);
- approvare l’allegato A e l’allegato B quali parti integranti della presente deliberazione al fine di consentire il corretto svolgimento e l’organizzazione dei corsi sui rischi sanitari delle attività di tatuaggio, piercing e trucco permanente nella Regio ne Piemonte;
La delibera per le motivazioni in premessa: approva l’allegato A relativo alla “Disciplina regionale dei corsi di formazione sui rischi sanitari delle attività di tatuaggio, piercing e trucco permanente e l’allegato B denominato “Obiettivi formativi”, parti integranti della presente deliberazione;
Gli Enti formatori che possono erogare i percorsi di cui alle presenti linee guida devono essere in possesso dell’accreditamento regionale alla formazione (Macrotipologia C) ai sensi della D.G.R. n. 29-3181 del 19/6/2006.
La durata del percorso è così definita: 94 ore totali (comprensive della prova finale d’esame) suddivise in 4 moduli la cui frequenza complessiva è obbligatoria per coloro che devono avviare l’attività. Coloro che, alla data di entrata in vigore della deliberazione hanno regolarmente avviato (evidenza di notifica ai sensi del DPGR n. 46 del 23/05/2003) e svolgono l’attività di tatuaggio, piercing e trucco permanente da almeno 2 anni, hanno l’obbligo di frequenza del solo 4° modulo; essi hanno 2 anni di tempo per frequentare tale modulo formativo del corso. Coloro che sono in possesso di qualifica e/o abilitazione di estetista sono esentati dalla frequenza del 1° modulo. Tutti gli altri soggetti (cioè coloro che, alla data di entrata in vigore della deliberazione, devono avviare l’attività di tatuaggio, piercing e trucco permanente o l’hanno avviata da meno di 2 anni) devono iscriversi al primo corso utile ed hanno 1 anno di tempo per frequentare i moduli del corso secondo le indicazioni sopra riportate. Il possesso dell’attestato di frequenza con profitto al corso è condizione necessaria per l’apertura di nuove attività. I contenuti dei corsi devono rispettare le indicazioni delle circolari del Ministero della Salute. n. 2.9/156 del 05.02.1998 e n. 2.8/633 del 16.07.1998 e l’articolazione del profilo e del percorso di cui all’allegato B (presente attualmente sulla vetrina regionale degli standard, www.collegamenti.org ). Formatori: Specializzazione o esperienza lavorativa, di almeno 5 anni, concernente le tematiche di insegnamento oppure esperienza di insegnamento nell’ambito specifico di riferimento. Dovrà inoltre essere garantita la coerenza con la figura professionale indicata per ciascun argomento del percorso nell’allegato B. E’ previsto l’obbligo di seguire un corso di aggiornamento ogni 4 anni dal conseguimento dell’attestato di frequenza con profitto di cui al punto 7 o di altro attestato rilasciato da altre Regioni ritenuto equivalente. I corsi di aggiornamento hanno la durata di 8 ore e vertono in particolare sulle situazioni innovative riscontrate su argomenti relativi alle materie del corso di formazione base. I corsi sono organizzati dagli enti di cui al punto 2 sono autorizzati, riconosciuti o finanziati nell’ambito degli indirizzi regionali ex art. 18 della l.r. n. 63/95. Al termine del corso di aggiornamento l’ente organizzatore rilascia un attestato di frequenza e profitto.

Microclima

Microclima

Sicurezza    by AmministratoreCommenti chiusi

Documento di Ing. Luigi Carlo Chiarenza

Microclima

sicurezza_lavoroIl confort e il discomfort, il calcolo degli indici PMV e PPD, il benessere termico, le norme tecniche, gli ambienti moderati e gli ambienti severi.
Il microclima di un ambiente di lavoro, cioè quel complesso di parametri fisici (temperatura dell’aria, temperatura media radiante, velocità dell’aria, umidità relativa) che insieme a parametri quali attività metabolica ed abbigliamento caratterizzano gli  scambi termici tra ambiente e lavoratori, è un elemento molto importante di ogni valutazione dei rischi. Infatti l’ambiente termo-igrometrico in cui opera un lavoratore non solo può comprometterne la sicurezza e salute, ma può essere non adeguato alla attività e creare vere e proprie sensazioni di disagio (discomfort).
All’interno dei rischi di tipo fisico, oggetto della valutazione dei rischi aziendali così come descritti nell’art 180 (Titolo VIII, Capo I) del D.Lgs 81/08, rientra anche il discorso legato al microclima. Spesso, soprattutto in passato ed almeno fino all’avvento della normativa 626/94, le situazioni di disagio all’interno dei luoghi di lavoro legate alle condizioni microclimatiche (livelli di temperatura, umidità, correnti e sbalzi d’aria), sono state sottovalutate se non addirittura ignorate; in realtà i disagi derivanti possono avere un impatto anche significativo sia sulla salute fisica che sul benessere psicologico dei lavoratori, con ricadute non trascurabili sull’economia aziendale se poi si riflettono, come può accadere, in giorni di assenza o di malattia.
Una componente importante da considerare in fase di valutazione dei rischi da inadeguato microclima, è poi quella dell’affollamento del luogo di lavoro; per esempio ambienti in cui lavorano tante persone contemporaneamente (come call center o grandi open space aziendali) espongono a rischi diretti di natura microclimatica (adeguati ricambi d’aria) che a rischi indiretti di natura più soggettiva e psicologica (stress da affollamento, sensazione di mancanza d’aria, rischio biologico da trasmissione interpersonale, rischio da rumore).
L’organismo    umano  può  essere  paragonato  ad  una  macchina  termica alimentata   da   combustibili   sotto   forma   di   alimenti che   vengono trasformati parte in lavoro(10-20 %) parte in calore (80-90%). Ne consegue che l’individuo per essere in grado di mantenere costante la sua  temperatura  interna,  deve  essere  di  dissipare  il  calore  metabolico prodotto in eccesso nell’ambiente. Quindi per  mantenere la condizione di equilibrio stabile è necessario che il Bilancio Termico sia nullo, cioè la quantità di calore prodotta e assunta dall’organismo deve essere uguale a quella dissipata
Ricordiamo che un ambiente si trova in condizioni termicamente confortevoli "quando una elevata percentuale di persone poste all’interno dello stesso, soggette ad analoghe condizioni di vestiario ed attività fisica, non è in grado di dire se preferirebbe una temperatura più alta o più bassa".
A questo proposito si elencano le condizioni di benessere in periodi invernali (con riscaldamento) e con riferimento ad attività leggere, fondamentalmente sedentarie.
Ne riprendiamo brevemente alcune:
- la “temperatura operativa deve essere compresa tra 20 °C e 24 °C”;
- “la differenza verticale di temperatura dell’aria tra 1,1 m e 0,1 m dal pavimento (livello testa e caviglia) deve essere minore di 3 °C;
- la temperatura superficiale del pavimento normalmente deve essere compresa tra 19 °C e 26 °C, ma si possono progettare sistemi di riscaldamento a pavimento a 29 °C”;
- “l’asimmetria della temperatura radiante dovuta a finestre o ad altre superfici fredde verticali deve essere minore di 10 °C (rispetto ad un piccolo elemento piano verticale posto a 0,6 m dal pavimento);
- l’asimmetria della temperatura radiante dovuta ad un soffitto caldo (riscaldato) deve essere minore di 5 °C (rispetto ad un piccolo elemento piano orizzontale posto a 0,6 m dal pavimento);
- l’umidità relativa deve essere compresa tra il 30% e il 70%”.
E riguardo alle condizioni di benessere estive, con riferimento alle stesse attività:
- la “temperatura operativa deve essere compresa tra 23 °C e 26 °C”;
- “la differenza verticale di temperatura dell’aria tra 1,1 m e 0,1 m dal pavimento (livello testa e caviglia) deve essere minore di 3 °C”;
- “l’umidità relativa deve essere compresa tra il 30% e il 70%”.
In entrambi i casi è necessario anche tener conto della velocità media dell’aria (secondo quanto riportato nelle tabelle nel documento).
Il documento da scaricare è stato presentato nell'ambito del progetto formativo, rivolto specificatamente alle professioni deputate alla sicurezza nelle strutture sanitarie, nasce dalla collaborazione tra l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma e l’Università degli Studi Roma Tre, coinvolgendo tra i propri partner Enti ed Istituzioni di prestigio quali: Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro (INAIL), Ordine degli Ingegneri della Provincia di Roma, Università Cattolica del Sacro Cuore, Luiss Business School.

Infortunio in itinere, tutela assicurativa, mezzi, percorsi,

Infortunio in itinere, tutela assicurativa, mezzi, percorsi, opuscolo Inail SCRITTO DA  IL

ROMA – L’infortunio in itinere. Questo il titolo del nuovo pieghevole pubblicato da Inail. “Al lavoro andata e ritorno”, pillole informative sulla tutela assicurativa, quando si configura l’infortunio.
“L’Inail tutela i lavoratori che subiscono un infortunio durante il normale tragitto di andata e ritorno tra l’abitazione e il luogo di lavoro”. La copertura dell’infortunio con ordinarie modalità di spostamento, mezzi pubblici, pedoni, le finalità lavorative, come vengono trattati i casi a bordo del velocipede, i rischi volontariamente assunti.
L’opuscolo riassume in maniera schematica il comportamento della tutela assicurativa in previsione degli usi del lavoratore. Vediamo il mezzo privato:
L’uso del mezzo privato (automobile, scooter o altro mezzo di trasporto) può considerarsi necessitato solo qualora sia verificata la presenza di almeno una delle seguenti condizioni:
  • il mezzo è fornito o prescritto dal datore di lavoro per esigenze lavorative;
  • il luogo di lavoro è irraggiungibile con i mezzi pubblici oppure è raggiungibile ma non in tempo utile rispetto al turno di lavoro;
  • i mezzi pubblici obbligano ad attese eccessivamente lunghe;
  • i mezzi pubblici comportano un rilevante dispendio di tempo rispetto all’utilizzo del mezzo privato;
  • la distanza della più vicina fermata del mezzo pubblico, dal luogo di abitazione o dal luogo di
    lavoro, deve essere percorsa a piedi ed è eccessivamente lunga”.
Ancora, le deviazioni dal tragitto abituale, gli altri spostamenti per lavoro, esigenze e cause di forza maggiore. Infine il consumo di alcol e droga. Non è indennizzato l’infortunio causato da abuso di alcol e sostanze, dalla mancanza di titoli di guida.

Sole, rischi, protezione, opuscolo Inail La radiazione solare ultravioletta

Sole, rischi, protezione, opuscolo Inail La radiazione solare ultravioletta



SCRITTO DA  IL

ROMA – Radiazione solare ultravioletta. Dopo aver parlato ieri del nuovo opuscolo Inail dedicato agli infortuni in itinere oggi segnaliamo il secondo documento della serie, dedicato questa volta ai rischi per i lavoratori all’aperto, il sole, la prevenzione.
“I raggi solari devono essere considerati a tutti gli effetti un rischio di natura professionale per tutti i lavoratori che lavorano all’aperto”. L’opuscolo passa in rassegna le conseguenze dell’esposizione solare, dagli effetti immediati e quotidiani derivanti da un’eccessiva esposizione come eritemi, bruciori e ustioni, per arrivare alle gravi patologie e alle malattie della pelle, tumori cutanei, invecchiamento precoce.
Quindi il fototipo, da 1 a 6, con l’analisi di ognuno dei sei gradi, i soggetti che in base a questo devono porre particolare attenzione e un lungo paragrafo dedicato alla protezione sul lavoro, come organizzare giornate e abitudini per evitare i rischi. Gli orari, l’ombra, i pasti e le pause, il cappello a tesa larga, “mai lavorare a dorso nudo!”, occhiali da sole, creme solari.
  • Neve, ghiaccio, acqua, sabbia e cemento riflettono la luce solare, aumentando i raggi solari nocivi;
  • L’intensità dei raggi solari varia con le stagioni, con le aree geografi che e con l’altitudine;
  • Anche quando il cielo è nuvoloso siamo esposti a radiazioni solari. Vento e nuvole riducono la sensazione di calore, ma non il rischio di scottature;
  • Bisogna proteggersi anche in inverno e non solo d’estate;
  • Il vetro blocca quasi totalmente i raggi solari nocivi”.