Bonifiche: valutazione coperture amianto
Il Decreto Ministeriale 06.09.94 relativo alla cessazione dell’impiego dell’amianto stabilisce, fra l’altro, gli adempimenti necessari da attuarsi qualora si rilevi la presenza di materiali contenenti amianto. In tal senso prioritario è stilare un Programma di Controllo e Manutenzione per impedire il rilascio accidentale di fibre, per prevedere le metodiche d’intervento in caso di dispersione e per programmare analisi e monitoraggi.
Fra i manufatti più comuni da tenere sotto osservazione ci sono sicuramente le coperture in cemento amianto (eternit).
Fra i manufatti più comuni da tenere sotto osservazione ci sono sicuramente le coperture in cemento amianto (eternit).
CSA è in grado di effettuare valutazioni dello stato di degrado delle coperture e conseguentemente della possibilità di rilascio di fibre di asbesto nell’ambiente, seguendo le metodologie descritte dal summenzionato D.M., dalle linee Guida della regione Emilia-Romagna e con utilizzo della tecnica descritta nella norma UNI 10608 (Metodo pratico a strappo).
Il metodo utilizzato per valutare lo stato di conservazione delle coperture è costituito dal rilevamento, mediante ispezione visiva, di alcuni parametri considerati indicativi del rilascio di fibre dal materiale e quindi della loro aerodispersione.
Il metodo utilizzato per valutare lo stato di conservazione delle coperture è costituito dal rilevamento, mediante ispezione visiva, di alcuni parametri considerati indicativi del rilascio di fibre dal materiale e quindi della loro aerodispersione.
I principali parametri da rilevare attraverso l’ispezione visiva sono:
- la friabilità del materiale: la matrice si sgretola facilmente dando luogo a liberazione di fibre;
- le condizioni della superficie: evidenza di crepe, rotture, sfaldamenti; - l’integrità della matrice: evidenza di aree di corrosione con affioramento delle fibre di amianto;
- valutazione dei trattamenti protettivi della superficie della copertura: verniciatura, incapsulamento, etc;
- lo sviluppo di muffe e/o licheni sulla superficie;
- la presenza di materiale pulverulento in corrispondenza di scoli d’acqua e nella gronda;
- la presenza di materiale pulverulento aggregato in piccole stalattiti in corrispondenza dei punti di gocciolamento.
Per determinare la presenza del rischio è necessario considerare, oltre lo stato di conservazione del materiale, il contesto in cui è inserito l’edificio la cui copertura sia costituita da cemento amianto.
Pertanto la decisione di bonificare o non e la scelta dei tempi e dei modi, devono tenere conto da un lato del degrado dei materiali e dei fattori di dispersione, dall'altro della presenza o meno, nell'area contigua al manufatto in cemento-amianto, di edifici abitati specialmente da popolazione in età molto giovane (ad esempio studenti) o con problemi di salute (luoghi di cura).
Pertanto la decisione di bonificare o non e la scelta dei tempi e dei modi, devono tenere conto da un lato del degrado dei materiali e dei fattori di dispersione, dall'altro della presenza o meno, nell'area contigua al manufatto in cemento-amianto, di edifici abitati specialmente da popolazione in età molto giovane (ad esempio studenti) o con problemi di salute (luoghi di cura).
Requisiti fondamentali del Metodo UNI 10608
Il metodo, definito “a strappo”, consente di misurare la quantità di fibre di amianto libere o facilmente liberabili presenti sulla superficie di lastre ondulate o piane.
Si tratta di un metodo pratico ed oggettivo per la valutazione dello stato di degrado della superficie delle lastre ondulate e piane di fibrocemento contenente amianto, fabbricate inglobando fibre di amianto in una matrice cementizia.
Lo stato di degrado si valuta pesando la quantità di materiale (fibre e matrice) che rimane aderente ad un nastro adesivo standardizzato.
La superficie della lastra su cui effettuare la prova deve essere asciutta, e preventivamente non deve essere fatta alcuna operazione di pulizia, spazzolatura od altro.
Occorre evitare di effettuare le prove su lastre con significativa presenza di muffe, muschio o licheni.
In caso di lastre ondulate il nastro va applicato trasversalmente alle onde per uno sviluppo pari a due onde complete (evitando la sovrapposizione di testata, cioè la parte della lastra che rimane sotto l’altra).
Se invece la lastra è piana il nastro viene posto parallelamente ad uno dei due lati (sempre evitando la zona di sovrapposizione) per un tratto di almeno 20 cm.
Con uno strappo non violento si toglie il nastro e lo si ripiega su se stesso per non perdere il materiale asportato, che verrà poi analizzato in laboratorio.
Si tratta di un metodo pratico ed oggettivo per la valutazione dello stato di degrado della superficie delle lastre ondulate e piane di fibrocemento contenente amianto, fabbricate inglobando fibre di amianto in una matrice cementizia.
Lo stato di degrado si valuta pesando la quantità di materiale (fibre e matrice) che rimane aderente ad un nastro adesivo standardizzato.
La superficie della lastra su cui effettuare la prova deve essere asciutta, e preventivamente non deve essere fatta alcuna operazione di pulizia, spazzolatura od altro.
Occorre evitare di effettuare le prove su lastre con significativa presenza di muffe, muschio o licheni.
In caso di lastre ondulate il nastro va applicato trasversalmente alle onde per uno sviluppo pari a due onde complete (evitando la sovrapposizione di testata, cioè la parte della lastra che rimane sotto l’altra).
Se invece la lastra è piana il nastro viene posto parallelamente ad uno dei due lati (sempre evitando la zona di sovrapposizione) per un tratto di almeno 20 cm.
Con uno strappo non violento si toglie il nastro e lo si ripiega su se stesso per non perdere il materiale asportato, che verrà poi analizzato in laboratorio.
Correlazione tra la massa del materiale (media aritmetica di tre prove) distaccato e lo stato della superficie delle lastre:
mg / cm2 | Stato della superficie |
0 - 0,5 | Ottimo |
0,51 - 1,00 | Buono |
1,01 - 2,0 | Scadente |
> 2,01 | Pessimo |