I maniglioni antipanico senza marcatura CE vanno sostituiti
entro il 16 febbraio
Per i maniglioni antipanico installati
sulle porte poste sulle vie di fuga, già oggetto di proroga fino alla fine di
febbraio 2011 e successivamente prorogati al 16 febbraio 2013 dal D
06/12/1/2011, dovrebbe essere arrivato il termine ultimo al di là delle
situazioni previste dall’art. 5 del Decreto del 2004 che ne prevedeva la
sostituzione nei casi in cui avveniva la “rottura
del dispositivo”; si verificava la sostituzione della porta e in caso di
modifica dell’ attività aziendale “che avrebbe comportato un’alterazione
peggiorativa delle vie di esodo” .
I dispositivi devono essere conformi alla norma UNI EN 1125
quando:
l’attività è aperta al pubblico e la porta è utilizzabile da più
di 9 persone;
l’attività non è aperta al pubblico e la porta è utilizzabile da
più di 25 persone;
i locali ospitano “lavorazioni e materiali che comportino pericoli
di esplosione e specifici rischi d’incendio con più di 5 lavoratori addetti”.
Il decreto ha inoltre fissato i criteri per la scelta dei
dispositivi di apertura delle porte sulle vie di esodo nelle attività soggette
al controllo dei Vigili del Fuoco in funzione del rilascio del
Certificato di prevenzione incendi
Prevenzione
incendi, decreto 18 dicembre 2012, regola tecnica pubblico spettacolo
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Un
commento al provvedimento si rende comunque necessario per condannare i
provvedimenti di proroga per periodi che superano l’annualità sicuramente
necessaria per attivare le sostituzioni richieste e la carenza di progettualità
attuativa per leggi che dimostrano da subito i limiti della fattibilità.
Qualunque
governo mette in atto provvedimenti che nel tempo necessitano di proroghe è da
denunciare all’alta corte di giustizia per ristabilire le responsabilità che
derivano da aspettative non realizzabili e per le proroghe cha dall’annualità
diventano eterne.
In
tema di sicurezza non possono esistere difformità di progettazione e
certificazione con l’obbligo da subito per tutti paesi aderenti al Comunità
europea di uniformare le norme di certificazione riducendola ad una sola senza
possibilità di rifarsi a quelle dei paesi terzi che possono essere anche più
bravi e zelanti, ma non possono corrompere il mercato e le garanzie che un
paese civile deve fornire ai propri cittadini.
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