Il rumore fa festa, ma fa anche male alla testa, spe- cialmente i prodotti che lo determinano che con la forza esplodente che possiedono possono arrecare anche menomazioni fisiche a chi li utilizza senza tener debito conto della loro pericolosità sia nel momento della loro detenzione detenzione sia nel momento del loro utilizzo che nella maggipranza dei casi viene effettuato senza tener conto dell'effetto deflagrante su di sé e sui vicini e su quelli che cureranno il raccolto dei residui eslposi o inesplosi.
Come per i fuochi dell'Immacolata ogni quartiere dovrebbe affidare ad una ditta specializzate i fuochi di mezzanotte sia per Natale che per Capodanno
dimostrandosi responsabili e maggiorenni nella crescita sociale altrimenti si dovrà ricorrere all'emanazione di una legge statale. G. Ruocco
Fuochi
d'artificio
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I fuochi d'artificio sono un tipo
di esplosivo formato da polvere pirica e altri elementi chimici
che all'atto dell'esplosione genera colorati effetti luminosi e sonori.[1]
I fuochi pirotecnici sono generalmente impiegati per
intrattenimento, eventi e feste, soprattutto per l'effetto visivo/sonoro che
spesso viene amplificato dall'ambiente, come accade nello spazio antistante ad
uno specchio d'acqua o nei pressi di monumenti, rovine, anfiteatri, piazze,
vallate o particolari conformazioni naturali. Normalmente i fuochi artificiali
producono quattro "effetti primari":
Il materiale pirotecnico è generalmente classificato
come esplosivo e la sua produzione, trasporto
e uso sono regolati dalla legge e soggetto a severe normative di sicurezza.
La composizione degli esplosivi dei fuochi artificiali
varia a seconda dell'utilizzo:
·
esplosivi "fulminanti", destinati alla
confezione di tutti i fuochi che producono scoppi violenti accompagnati o no da
lampi di luce;
·
esplosivi di "spaccata", usati per i fuochi
che, raggiunta una carica di lancio, debbono spaccarsi proiettando
violentemente una rosa di colori.
La colorazione dei fuochi artificiali è ottenuta
aggiungendo alla miscela combustibile un ossidante e un sale che,
sublimando, colorano la fiamma del fuoco. Il rosso è ottenuto grazie ai
composti dello stronzio, mentre il verde
è prodotto dai composti del bario, il viola dalla
combinazione dei cloruri di stronzio e di rame,
il blu dal cloruro di rame.[2]
I fuochi d'artificio sono detti "da terra",
"aerei" o "d'acqua" a seconda di dove vengono usati.
Ai grandi fuochi pirotecnici aerei si affiancano i
fuochi di piazza, aerei o da terra, di bassa potenza e con la postazione di
lancio posizionata nel luogo da cui i fuochi vengono osservati, e altre
composizioni minori, con piccoli giochi pirotecnici montati su strutture
particolari o anche le "batterie d'onore", che sono legate a
particolari manifestazioni del folclore, come, ad esempio, il ballo della pupa.
Struttura
Il fuoco d'artificio è costituito da un involucro
esterno di cartone molto spesso; a metà tra
l'involucro e il nucleo dello stesso vi sono tante palline (dette
"stelle" in gergo) di polvere nera ed altri composti chimici. Le stelle sono corpi solidi
che bruciano con fiamma colorata e/o rilasciando una traccia luminosa. Al
centro dell'involucro dell'artificio vi è una carica d'apertura, realizzata con
polvere nera o analoga miscela esplodente. La deflagrazione di tale carica è
provocata da una spoletta,
ossia un elemento a lenta combustione che funge da temporizzatore, la quale si
accende all'atto del lancio dell'artifizio. Questa deflagrazione provvede ad
accendere le stelle ed a proiettarle in cielo, secondo geometrie dipendenti dal
modo in cui le stelle sono state assemblate.Ad esempio quando il fuoco
d'artificio è ad involucro sferico e le stelle aderiscono, lato interno, al
guscio della sfera, in cielo si realizza un'apertura colorata perfettamente
tonda.
I materiali utilizzati per la confezione dei fuochi
d'artificio sono classificabili in sei tipologie:
·
una "combustione lenta", in cui gas e calore si disperdono mano a
mano che si sviluppano;
·
una "deflagrazione",
in cui la combustione si
sviluppa in regime esplosivo, con avanzamento subsonico della reazione in seno
alla carica.
La "detonazione" è un fenomeno che interessa
materiali esplodenti, detti "detonanti", vietati in pirotecnica. La
detonazione è un'esplosione caratterizzata da avanzamento supersonico della
reazione in seno alla carica. Le detonazioni implicano fenomenologie meccaniche
assai più distruttive delle deflagrazioni: i "detonanti" sono quindi
utilizzati per spaccare, tagliare e forare, in cava (campo civile) o in guerra
(ambito militare).
I materiali coloranti delle fiamme sono in genere
costituiti da dei vari sali quali: il carbonato
di rame, il solfato di rame, il solfato
di stronziana, il gesso, il carbonato
di soda, il carbonato di stronzio...,
capaci di conferire colori vivaci alle fiamme ed eventualmente fungere pure da
ossidanti (ad es. il nitrato di stronzio). Esistono poi additivi, quali ad
esempio il PVC, che ad alte temperature liberano cloro; tale atomo si combina
con il rame a formare compositi rame - cloro stabili ad alta temperatura,
capaci di emettere luce visibile sulle frequenze del blu.
I materiali agglutinanti servono a
far presa. Tra i più importanti si annoverano: la destrina, la gomma arabica e la creta.
Si impiegano per formare corpi solidi come le "stelle" a combustione
colorata.
I materiali isolanti servono per
isolare le varie componenti del botto. I più comuni sono: il terreno stacciato
e la segatura.
Dettagli
Nei fuochi d'artificio vengono adoperati diversi tipi
di composti chimici,
tipicamente per dare un ben determinato colore alle fiamme generate dalla combustione dei vari elementi. A tal proposito
si rimanda alle nozioni di base e ai risultati della tecnica del saggio alla fiamma che
insegna come riconoscere la presenza di taluni composti dal colore assunto
dalla fiamma che li brucia.
I dettagli dei composti chimici e i materiali più
utilizzati in pirotecnica sono
riportati di seguito (in ordine alfabetico):
·
Acido gallico: è un acido di
colore giallo-sporco, si accende facilmente in combinazione col clorato di potassio e per tale ragione entrava nella
composizione dei "fischi", nella pirotecnica del passato; oggi i
fischi si realizzano mediante benzoati oppure salicilati di sodio o di
potassio.
·
Acido picrico: è un acido
fenolico che entrava nella composizione dei "fischi";
in Italia l'uso dell'acido picrico in pirotecnica, è vietato, in quanto è stato
usato in passato come esplosivo di scoppio per proiettili d'artiglieria e
bombe.
·
Alluminio: è un metallo usato largamente nei fuochi
artificiali e si trova in commercio ridotto in polvere o a scaglie; può essere
scuro (alluminio scuro),
nero o brillante e ha sostituito le sostanze non più impiegate (tipo limatura di rame, zinco,
che danno problemi di autoaccensione in alcune miscele, quindi sono
pericolose). L'alluminio è assai
leggero, quasi impalpabile, specie quello brillante. È insolubile nell'acqua ma
non nell'alcool o aceto.
La polvere di alluminio è spesso
usata per ravvivare i colori dei miscugli pirotecnici, e per aumentarne il
volume di fuoco.
·
Antimonio: è un semimetallo di colore bianco-grigiastro e
che arde con fiamma cerulea, abbagliante, vivissima e quindi è usato per dare
molto splendore alla fiammata dell'esplosione. Si adopera per il bianco ed in altre
composizioni risplendenti, principalmente sotto forma di trisolfuro.
·
Arenadoro:
è una polvere pirica chiamata
anche "verdazzurro"
in gergo pirotecnico, dalla forma impalpabile color verde bandiera. Serve per
colorare la fiamma in azzurro.
·
Carbone di vite e carbone di quercia: il primo è usato per la preparazione
delle più importanti polveri
piriche. Alcune composizioni pirotecniche prevedono l'unione del
carbone di vite con quello di quercia, tipicamente usato in cucina, facilmente
reperibile in commercio. Per fare del carbone di vite si prende una o più fascine di viti secche a cui si dà fuoco.
Man mano che brucia e si riduce in carbone, si deve smorzare con dell'acqua, si
fa asciugare bene e infine si polverizza passandolo nello staccio fino.
Il carbone di legno duro produce scintille vive e
durevoli, quello di legno leggero (es. di cerro) è un attivante della combustione.
·
Cartoni o cartocci da
fuoco: anticamente si usava prepararli a mano, secondo gli spessori desiderati,
incollando parecchi fogli di carta l'uno sull'altro
fino ad ottenere lo spessore desiderato.
Oggi, invece, si trovano in commercio già pronti per l'uso e identificati con
un numero che indica un determinato tipo di cartone in relazione al peso di un foglio. La carta
tedesca o carta d'imballaggio è usata per i grossi
avvolgimenti, in particolare, quelli esterni per le bombe finite. V'è poi
la carta blu.
·
Clorato di bario:
Si presenta bianchiccio ed impalpabile e va maneggiato con precauzione, perché
è un energico ossidante. Serve per colorazioni in verde. È chimicamente
instabile e le miscele che lo contengono non possono essere immagazzinate e
vanno usate subito (può dare problemi di accensione spontanea).
·
Clorato di potassio:
Questa sostanza è molto pericolosa se mescolato con zolfo,
perché forma miscele esplosive estremamente sensibili agli urti meccanici ed
alle cariche elettrostatiche. Le miscele a base di clorato sono tutte molto
sensibili agli urti meccanici ed alle cariche elettrostatiche. Per questo la
Legge Italiana vieta quasi tutte le miscele a base di clorati.
·
Cotone e filo di bambagia: entrambi
servono per confezionare gli stoppini o per rivestire i botti.
·
Creta: una volta stacciata, è usata per la
composizione gialla o per dare consistenza.
·
Destrina e gomma arabica: sono utilizzati come eccipienti nei fuochi di artificio
colorati, cioè servono a dare consistenza alle varie paste per la confezione
degli "stoppini", delle "stelle", ecc. consentendo a questi
ultimi di solidificare con una particolare forma. Al contempo, esse rallentano
la combustione del composto (meno la destrina della gomma arabica).
·
Gesso:
utilizzato per indorare, quando miscelato nel violetto fornisce una tinta
rosea.
·
Gommalacca: molto usata nelle composizioni
rosse.
·
Magnesio: brillante o scuro nell'aspetto, è
un metallo leggero che brucia emettendo luce
bianca intensissima.
·
Manganese: metallo di colore bruno grigiastro,
è usato come miscela per i cannoli (elementi a
combustione colorata e tracciante) Oggi viene sostituito dal titanio.
·
Mercurio:
dolce o calomelano, è costituito
da una polvere bianca, fine e pesante, usato come ravvivante dei colori rosso,
violetto, verde.
·
Nerofumo: è carbone finemente suddiviso usato nelle
composizioni rosso, verde, rosee.
·
Nitrato di bario:
è un sale di bario,
impalpabile e bianco, serve per dare alla fiamma un colore verde (essendo
molto igroscopico, occorrono
particolari precauzioni); ha anche caratteristiche ossidanti.
·
Nitrato di sodio:
è un sale del sodio che
si presenta di colore giallognolo e in forma cristallina, da pestare fino a
renderlo impalpabile, colora fortemente la fiamma di giallo. Siccome assorbe
molta umidità, i fuochi artificiali preparati con
questo sale non possono essere immagazzinati per
tempi lunghi. Pertanto, si preferisce adoperarlo solo nei mesi estivi. Ha anche
caratteristiche ossidanti.
·
Nitrato di stronzio:
è un sale di stronzio, impalpabile e serve per dare alla
fiamma un colore rosso porpora (essendo molto igroscopico, occorrono particolari cautele).
Prima di essere adoperato, specie nei mesi umidi, è necessario farlo seccare al
calore mettendolo dentro un recipiente di creta perché
questo saleassorbe umidità.
·
Pece: è un miscuglio di pece greca e catrame e serve per impeciare lo spago;
questa operazione è eseguita tenendo in mano la pece e
facendo passare lo spagoun paio di volte dopo
averlo fissato con un chiodo ad un cavalletto, avvolgendolo a matassa. Generalmente la pece si
presenta in pezzi e bisogna pertanto triturarla e passarla allo staccio fino.
Sostituisce lo zolfo in alcune composizioni
pirotecniche.
·
Scialacca: è una resina di color rossiccio, ridotta in
forma di polvere impalpabile. Sostituisce lo zolfo nelle
combinazioni pericolose e anche la gommalacca a causa del suo costo ridotto.
Adoperata delle composizioni verde e viola.
·
Siliciuro
di calcio: serve per produrre la luce bianca. Si presenta come una
polvere di colore scuro, di prezzo contenuto e sostituisce l'antimonio che è più costoso per dare
splendore alla fiamma.
·
Solfato di rame:
è usato per il colore azzurro e si trova ridotto in polvere viene passato
allo staccio fino,
serve per le fiamme azzurre. Ormai è in disuso.
·
Spago: è di diversi spessori per rivestire
botti e bombe di calibro diverso.
·
Sughero: è usato nelle composizioni azzurro e
viola.
·
Titanio: metallo adoperato in scaglie, per
effetti traccianti argento.
·
Zinco: è un metallo bianco alquanto duro, produce un
fuoco azzurrognolo misto ad un allegro scoppiettio.
·
Zolfo: tale ingrediente era molto usato in
passato, ma ora è stato rimosso quasi completamente dall'arte pirotecnica e
sostituito da resine come la scialacca. In commercio si trova in tre
versioni: fiore di zolfo, zolfo in
pietra, che viene pestato finemente e si adopera nelle composizioni
colorate; zolfo in polvere, adoperato nella composizione bianca. Se
usato, si adopera il tipo "ventilato" caratterizzato da
un'accentuata impalpabilità.
È ancora utilizzato per la produzione di polvere nera, e di pirodex, entrambi
utilizzati dall'industria pirotecnica come esplosivi da lancio e di scoppio per
ottenere i vari effetti pirotecnici celesti che si vedono nelle sagre e nelle
feste patronali o anche a capodanno.
Nella pirotecnica moderna i clorati sono
materiali ossidanti sempre meno diffusi, a favore dei perclorati, più sicuri, ma più potenti.
Dal mescolamento dei sopra citati composti si
ottengono miscele pirotecniche, capaci di bruciare lentamente, oppure di
deflagrare, di produrre luci e suoni oppure di detonare.
Utensili del fochista:fa uso di strumenti
artigianali per la lavorazione di un fuoco d'artificio:
·
allacciatrice: esegue l'allacciamento automatico degli spaghi;
·
bacchette: di diversi calibri, servono per
arrotolare i cartocci e
per caricarli con le polveri piriche (in quest'ultimo caso si predilige l'ottone come materiale);
·
betoniera: serve per impastare e miscelare, e
per dare forma sferica alle stelle;
·
bilancia: è
utilizzata per un corretto miscelamento e dosaggio;
·
cavalletto: è utile nella spagatura manuale;
·
gubbia:
si utilizza per praticare i fori;
·
mortaio di metallo
antiscintilla e pestello (detto anche "mazzuola") di legno:
si usano per il mescolamento e pigiatura delle polveri e possono essere anche
di materiale inverso a quello elencato, in modo comunque da evitare le
accensioni nella frizione;
·
mulino: per triturare i pezzi di nitrati e
solfati;
·
piano di marmo:
è usato per triturare e miscelare le varie composizioni;
·
pressa: è utile nel caricamento di cannoli,
spolette e colpi di finale; per sviluppare pressioni maggiori si utilizzano
anche quelle idrauliche;
·
stacci, setacci o crivelli: vengono utilizzati per filtrare e
affinare le misture di polveri, possono essere a rete fitta o rada;
·
tenaglia: si utilizza per sagomare botti e
cannoli.
Di seguito viene introdotta in modo logico-sequenziale
la nomenclatura fondamentale dell'arte pirotecnica.
La bomba
da tiro, detta anche granata, è una bomba di grosso calibro,
tipicamente da 21 a 28 cm di diametro. Il corpo della bomba è di forma
cilindrica, formato da una serie di "cartocci"
contenenti le cosiddette "guarnizioni" di polveri, che
s'incendiano in colori diversi a seconda dei composti chimici utilizzati, o
altri elementi di effetto visivo come i "serpentelli", le
"stelle", i "petardi", le "lance",
le "meteore", ecc.
In teoria la forma sferica sarebbe da prediligere a
quella cilindrica in quanto offre da ogni direzione uguale superficie e
resistenza all'aria; essa richiede però più studio nella progettazione e più
tempo nella realizzazione. Le forme cilindriche offrono una maggiore comodità
nell'introduzione delle guarnizioni e l'unico vero vincolo è che devono
adattarsi al diametro del mortaio che le lancia. Pertanto la forma cilindrica è
quella più usata.
La bomba da tiro ha un innesco temporizzato dal
bruciare di un altro componente detto spoletta,
che è attaccata al di sopra della granata principale centrale. Una volta
portata all'altezza di esplosione da una carica di lancio, (che è posta sotto la
granata), la spoletta bruciandosi durante l'ascensione inietta il fuoco
all'interno della granata, che infine esplode in aria spandendo intorno, per
un raggio ben
determinabile, le guarnizioni in essa contenute.
Il lancio avviene quindi con questa sequenza: la bomba
da tiro è fatta scendere nel mortaio, con la carica di lancio nella parte inferiore,
la granata guarnita al centro e la spoletta connessa in alto; una miccia di accensione uscente all'esterno
del mortaio dalla sua parte superiore viene accesa e incendia
contemporaneamente la spoletta e la carica di lancio; quest'ultima esplodendo
porta la granata alla sua altezza di apertura dove la spoletta arriva al
contempo consumata e quindi inietta il fuoco nella granata, che
"sfonda", cioè deflagra sfogliandosi, seguendo la composizione delle
sue guarnizioni o granate.
Una bomba da tiro può contenere molte granate, accese
da diverse spolette graduate con diverso contenuto di polveri.
Per tenere unite le singole componenti dei fuochi si
adopera uno spago, allacciato fortemente attorno
all'involucro (il cosiddetto "cartoccio") il quale fornisce
resistenza all'intero agglomerato pirotecnico. Affinché lo spago aderisca
strettamente al cartoccio è necessario strofinarlo prima in quella che in gergo
è chiamata "pece" (mistura a base di catrame, pece e olio d'oliva). Infatti, lo spago non imbevuto
può andare soggetto a scioglimento facilmente oppure, all'atto della
deflagrazione della bomba, non opporrebbe la prevista resistenza.
La confezione delle "guarnizioni" della
granata richiede grande pratica, massima scrupolosità, estrema precisione e
buon gusto nella scelta cromatica e di innesco temporale delle guarnizioni. È
questo che fa della pirotecnica una
vera e propria arte.
Spoletta - La spoletta è
un cartoncino cilindrico contenente polvere da sparo resa compatta ad umido, in
modo da bruciare lentamente. Funge da elemento temporizzatore a terra (per il
collegamento degli artifizi) e all'interno delle granate pirotecniche.
Le spolette si dividono in due specie:
le "spolette di tiro", lunghe sui
4 cm e caricate di polvere per circa 2.5 cm danno l'accensione alla
granata quando questa arriva al massimo dell'ascensione;
le "spolette di ripasso", di
lunghezza fissa intorno ai 4 cm, ma variabili in quantità di carica da 5 a
45 mm, che si trovano internamente al corpo della granata e scandiscono
l'esplosione "a tempo" delle guarnizioni in essa: infatti l'accensione
consecutiva delle guarnizioni viene cronometricamente programmata
per ottenere effetti coreografici con le varie "guarnizioni".
All'atto dell'accensione della bomba in aria, che avviene quando la spoletta di
tiro riversa il fuoco nell'interno della bomba stessa, tutte le spolette di
ripasso si accenderanno simultaneamente; per effetto però delle loro differenti
cariche di polvere, si avrà lo scoppio delle granate a cadenza.
Cartoccio - Il cartoccio è
un pezzo di cartone che è "guarnito" con le
polveri da sparo o altri agglomerati pirici che si desidera incendiare.
Dapprima si fissa la dimensione del cartoccio, sulla
base del volume necessario al tipo di bomba o guarnizione. Tipicamente un
cartoccio ha una dimensione lineare tra le 6 e le 8 volte il diametro finale interno, mentre la parete
del cartoccio ne è all'incirca 1/3.
Fissata la dimensione, il cartoccio è steso dapprima
su di un piano, poi è cosparso di colla da
un lato (quello che nell'arrotolamento volgerà verso l'interno), e infine lo si
arrotola dal lato non coperto di colla aiutandosi con bacchetta e pialla.
Da ultimo, si stringe fortemente una delle sue
estremità, che rappresenterà il fondo e il cartoccio è riempito con la polvere.
Polvere da spacco - Tipicamente per
l'apertura o spacco di una bomba viene usata la "polvere nera" a grani, ma per aumentare
il raggio di apertura della bomba si possono adoperare altre miscele.
Mortaio - Il mortaio è un tubo cilindrico fatto
di lamiera oppure di ferro colato
o resina per bombe
sferiche sino al calibro 25 cm, chiuso nella base
inferiore, in cui viene inserita la bomba per lanciarla in aria.
Il lancio della bomba avviene mediante l'accensione ed
esplosione nel mortaio di una carica di lancio.
La gittata della bomba cresce con l'altezza del
mortaio.
Il diametro del mortaio definisce anche
il calibro della bomba, la quale, per la
precisione, ha un diametro "effettivo" di 4–10 mm inferiore a
quello del mortaio. Infatti, la bomba calata nel mortaio non deve trovarsi in
esso troppo stretta altrimenti si sfascia, se è con guarnizioni, o può dar luogo
a pericolosi incidenti se è una bomba
all'oscuro. Se invece si trova troppo larga, la sua ascesa in aria
sarà limitata. Il mortaio è tenuto in piedi da un'asta metallica detta
"spalletta", oppure è interrato o diversamente fissato al terreno.
L'altezza del mortaio è in genere tra 7 e 8 volte il
suo diametro.
Passafuoco - Il passafuoco indica
il condotto che contiene la miccia che lega più bombe fra di loro.
Di solito lo si utilizza per modulare anche la
sequenza di tiro nel finale.
I passafuochi si presentano come stretti condotti
fatti di una carta speciale che non si rompe se piegata. Quanto più stretto è
il passafuoco, tanto più veloce è la trasmissione del fuoco. Una qualità usata
è la "carta
sealing" ma, volendo lavorare in economia, si può adoperare
anche la carta dei sacchetti che hanno contenuto del cemento o del gesso, facilmente acquistabili a poco prezzo
presso le imprese edili. Tale carta è buona per la confezione di tutti i tipi
di fuochi artificiali: commercialmente viene chiamata anche "carta
kraft".
I passafuochi sono arrotolati con la stessa tecnica
dei cartocci, solo che i cartoni sono più fini e si passa la colla solo
all'ultimo giro. La bacchetta usata per arrotolarli è più sottile ad una delle
estremità e gradatamente s'ingrossa spostandosi verso l'altra estremità: in tal
modo, i condotti risultanti possono introdursi l'uno nell'estremità dell'altro
formando qualsiasi lunghezza per il passafuoco finale.
Lo stoppino introdotto nel condotto interno
al passafuoco può acquistare una rapidità tale nell'accensione da comunicare il
fuoco contemporaneamente a tutto il pezzo od a più pezzi.
Infine, da non dimenticare, il passafuoco serve anche
per proteggere lo stoppino dagli urti e dall'umidità.
Stoppino o miccia - Lo stoppino o miccia serve a trasferire il fuoco tra i
vari componenti della composizione pirotecnica. Da esso dipende, in linea
generale, la buona riuscita di un fuoco d'artificio.
È ottenuto dalla manipolazione e successiva battitura
di diversi tipi di polvere da sparo in
cui è immersa una treccia di fili di cotone bianco o di bambagia.
La polvere fine è dapprima inzuppata con acqua semplice
o con spirito di vino canforato e gommato, formando una
pasta di media densità. Il cotone si lascia immerso nella pasta per qualche
ora, quindi lo si toglie e si fa asciugare mettendolo in idoneo essiccatoio.
Gli stoppini vengono introdotti nei passafuochi per
essere protetti sia dagli urti che dalla umidità.
Stelle - Le "stelle"
pallette, cilindretti o simili elementi, capaci di bruciare con fiamma colorata
(contengono combustibili, comburenti, coloranti ed additivi)
Cannoli o cannelli - I "cannoli"
o "cannelli" sono elementi a fiamma colorata e tracciante, di forma
cilindrica, più grandi delle stelle. Compongono il tipico contorno della "cacciata"
di una bomba.
Rendini - I "rendini"
sono piccole granate di calibro non superiore ai 3 cm, usate tipicamente
per gli intrecci contornati di colori.
Sfondamento, apertura,
spacco - Lo sfondamento (in dialetto napoletano, "sfunno") o apertura (in
dialetto napoletano, "cacciata") avviene quando la bomba
da tiro giunta ad una certa altezza si apre o si spacca o si
sfoglia, espellendo tutti i suoi componenti-bombe o guarnizioni di colore.
Sfondamento a bocca di
mortaio - Lo "sfondamento a bocca di mortaio" (in dialetto napoletano,
"sfunno a bocc' è murtare") è un difetto di lancio per cui la bomba
da tiro si sfoglia appena uscita dal mortaio stesso, senza
alzarsi in cielo.
Una buona norma per tutte le bombe da tiro che
oltrepassano un certo calibro è quella di
rinforzarne il fondo che è a diretto contatto con la carica di lancio mediante dei dischi di
cartone pari al diametro stesso
della bomba. I dischi vanno incollati sia al fondo che tra di loro in modo
molto forte, altrimenti gli effetti rappresentati dalla pesantezza della bomba
da tiro e dalla potenza della carica di lancio si combinano negativamente e
all'atto della deflagrazione alla partenza la carica di lancio sfonda la bomba
da tiro.
Bomba di apertura - La bomba
di apertura è una bomba di piccolo o medio calibro che precede
la bomba da tiro.
Bomba (o) scura - La bomba
(o)scura o bomba
all'oscuro o anche colpo
scuro è una bomba di piccolo calibro (5–18 cm di diametro), senza colore e dall'alto effetto
tonante. Le bombe scure possono essere semplici e composte di più granate anch'esse
scure. Vengono usate sia nei fuochi di giorno che in quelli notturni, per batterie
d'onore a terra che per la parte conclusiva dei finali
pirotecnici e vengono incendiate anche separatamente. La loro
caratteristica, comunque adoperate, è quella di essere fragorosissime quando
scoppiano, detonando, grazie alle polveri con cui sono caricate (miscele di
perclorati e metalli in polvere).
Bomba a
"botte" - La bomba a "botte" è una bomba che
in aria si spacca in più "botte" che esplodono poi in contemporanea, assai
in uso per i finali
pirotecnici fragorosi sia per fuochi di giorno. Spesso, alle
"botte" segue una fragorosa bomba
(o)scura sempre contenuta nell'agglomerato lanciato.
Bomba a
"botte" e "scoppietti” - La bomba a "botte" e "scoppietti" è
una bomba che in aria si spacca prima in "botte" che esplodono in
contemporanea seguite poi da due o più serie di "scoppietti" di
intensità minore.
Bomba a
"stelle" e "colpo scuro" - La "bomba a "stelle" e "colpo scuro" è
una tipica bomba dei fuochi notturni che all'apertura produce un nuvolo di
"stelle" seguite poi da una detonante bomba
allo scuro. Le "stelle" possono essere tutte monocolore
oppure multicolore, nel qual caso vengono alloggiate in compartimenti separati;
molto usati gli effetti bi-colore (rosso e verde) o anche tri-colore (rosso,
azzurro, bianco). Alla base del tutto c'è la bomba
allo scuro, sovrastata quindi dal cartoccio cilindrico
di polvere (omogeneo o a compartimenti) contenente le "stelle". Tale
cartoccio ha poi un'anima anch'essa cilindrica e fatta di polvere
da spacco: quando essa scoppia incendia la spoletta della bomba
oscura e contemporaneamente incendia e proietta le
"stelle" tutte intorno, a seconda della posizione originale in cui
esse sono disposte entro il cartoccio, formando i fasci colorati.
Solitamente, per avere un maggiore effetto, questo
tipo di bomba è programmata per spaccarsi non appena comincia la fase
discendente dopo la sommità della traiettoria, e ciò mediante una opportuna
calibrazione della quantità di polvere nella spoletta di tiro.
Bomba a più riprese di
"granatine" e "colpo scuro" - È una variante
della bomba a "stelle" e "colpo scuro" in
cui però le "stelle" sono proiettate intorno mediante una o due
riprese di granatine, le quali altro non sono che delle piccole bombe ad un
singolo spacco caricate sempre con "stelle" (tipicamente di colore
rosso o verde) ma di dimensione più piccola delle "stelle" ordinarie
(circa la metà).
Bomba a
"raggi"
Bomba a "cannelli",
"stelle" e "colpo oscuro" - La bomba a "cannelli", "stelle" e
"colpo oscuro" è una bomba per fuochi notturni che
all'apertura proietta una o due serie di "cannelli" eruttanti e in
caduta libera, immersi in uno sfondo fatto da una nuvola di "stelle"
monocolore e infine la solita detonante bomba
allo scuro. I "cannelli" che sputano fuoco dalle due
estremità (come i bengala) vengono
caricati tipicamente con polveri dai colori verde alluminio, bianco elettrico,
giallo tremolante, giallo abbagliante o giallo con cascata bianca.
Bomba a crociera di
"sfere", "cannelli", "stelle" e "colpo
scuro" - La bomba a crociera di "sfere",
"cannelli", "stelle" e "colpo scuro" è
una bomba per fuochi notturni che si apre proiettando in primo luogo una crociera di sfere colorate
tutto intorno, facendo poi seguire separatamente una o più sequenze di
"cannelli" immersi in un nuvolo di "stelle" monocolore e, a
conclusione, un potente "colpo scuro". Viene di solito lanciata verso
la fine di un finale
pirotecnico. In gergo, le "sfere" sono dette anche
"pallettoni", e non sono altro che delle "stelle"
confezionate in forma cilindrica (a scapito del loro nome) usando una pasta
semidensa che le amalgama. L'intero impasto deve essere ben essiccato e in
genere si predilige un colore bianco elettrico.
Bomba a più
"spacchi" e "colpo scuro"
- È detta così una bomba notturna che
arrivata al massimo della sua ascensione, si apre e si "spacca" (o
"sfoglia") parecchie volte (in genere fino ad un massimo di 9-10),
lanciando ad ogni apertura delle "stelle" di colori diversi, con
differenti "cadenze", traiettorie ascendenti o discendenti, fino al
detonante "colpo scuro" finale.
Bomba con
"paracadute" e "stelle"
- La confezione di questo spettacolare
tipo di bomba richiede molta accuratezza specie nel piazzamento dei paracadute al suo interno in modo da
avere una espulsione quanto più simmetrica. I paracadute sono realizzati
in carta o seta e
hanno la forma di un ombrello, sono molto leggeri e hanno attaccati alle punte
dei fili resistenti i quali si riuniscono, nelle loro opposte estremità, a
sostenere un anello di filo di ferro a cui sono agganciati poi i lumi.
I lumi sono fatti con dei cartocci cilindrici
che formano dei tubi molto solidi, ben chiusi e incollati in una delle due
estremità e al cui centro della parte estrema chiusa si fissa l'anello, al
quale vengono legati i fili provenienti dal paracadute. La carica pirica dei
lumi è quella tipica dei bengala, con colori vivi ed abbaglianti (come il
bianco elettrico e il giallo abbagliante). Il sistema paracadute/lumi è
alloggiato nella parte superiore del corpo della bomba, il tutto adagiato in
della crusca. Un disco di cartone separa l'alloggio
dei paracadute/lumi dalla sezione sottostante contenente le "stelle".
La bomba esplode e libera dapprima i paracadute coi lumi, che accendendosi
precipitano lentamente nell'aria, e nel mentre si innesca la polvere di spacco
che apre definitivamente la sezione delle "stelle".
Bomba giapponese - La bomba
giapponese è una bomba di forma sferica e può essere di vari
calibri
Bomba lunga - La bomba
lunga è una bomba che "sfonda" più di una volta (in
genere 2 o 3) con più intrecci, con una o
più controbombe,
tutte riunite in una serie detta di "pigliate", tipicamente con
calibro da 21 a 28 cm di diametro.
Controbomba o cacciata - La controbomba ("cacciata",
in dialetto napoletano) è una bomba che produce un rosone composto da una parte
centrale di "stelle" e da un contorno di "cannoli".
Bomba con passaggio - La bomba
con passaggio è detta una bomba con un difetto evidente di
intermittenza regolare tra le varie componenti che costituiscono la singola
lanciata.
Si presenta con una incalzante serie consecutiva di
lanci che si esegue tipicamente come chiusura di una manifestazione pirotecnica in cui, tipicamente, nella
prima parte si lascia spazio alle singole bombe
da tiro a più spacchi. Il finale è usato sia nei fuochi di
giorno che di notte. Per preparare un buon finale occorre utilizzare
parecchi mortai con diversi calibri, a cominciare dalle piccole dimensioni
(7–9 cm di diametro) fino ad
arrivare alle grandi dimensioni (18–30 cm), i quali vengono messi in fila
e collegati con una miccia. Il numero dei mortai usati in un finale varia in
relazione al costo sostenuto per il finale stesso.
Un finale non segue una norma precostituita perché il
pirotecnico è un artista e come tale può spaziare attraverso diverse soluzioni,
plasmando l'esecuzione in tanti "registri" consecutivi di
bombe; in gergo, significa essenzialmente adoperare un certo tipo di bomba in
un numero prestabilito di mortai (per es.: nel 1º registro, 10 bombe ad uno
spacco con bombe all'oscuro; 2º Registro, 10 bombe a stelle con colpo scuro; e
così via), armonizzando il tutto con gusto e simmetria.
L'operazione cruciale in un finale consiste nel
calcolare la lunghezza delle "spolette di ripasso" che vengono
inserite tra una bomba e l'altra nei mortai per dare alla sequenza di lancio
una determinata "cadenza". Le bombe nel finale non vengono infatti
lanciate simultaneamente, ma s'innalzano una dopo l'altra con un ritmo ben
preciso, che può variare tra un registro e l'altro, fino ad arrivare alla
fragorosissima "fuga" (la "strenta", in dialetto
napoletano) conclusiva che avviene col lancio simultaneo di parecchie bombe,
per poi scemare nuovamente in un certo numero cadenzato di grosse bombe
da tiro che, con le ultimissime bombe all'oscuro di diverso
calibro, chiudono l'esecuzione.
Una tipica sequenza di registri in un finale è fatta
da:
1) botte a stucchi (calibro 8 cm);
2) bombe spacco e botte (calibro 9–10 cm);
3) bombe a pioggia (bianca, salice, tremolante,
scoppiettante);
4) fermate (calibro 16-18-21 cm);
5) strenta (calibro 9–16 cm);
6) sequenza finale di colpi scuri
I mortai contenenti le
bombe dei vari registri vengono disposti vicini e collegati con una
"miccia di passaggio" che le accende una alla volta in una precisa
cadenza. Sulla miccia di passaggio tra una bomba e l'altra è in genere
applicata anche una spoletta carica di polvere, in modo tale da tenere in conto
i valori delle "spolette di ripasso" alloggiate nella bomba lanciata
precedentemente e in modo anche da sostenere a terra l'effetto dell'onda d'urto
dovuta al lancio di quest'ultima: tale accorgimento consente alla bomba in
partenza di alzarsi a tempo e in modo corretto.
Un finale che s'interrompe durante l'esecuzione è
detto "finale spezzato": spesso ciò è dovuto all'interruzione del
cammino del fuoco sul filo principale che lo conduce ai mortai.
Pioggia - La pioggia è un particolare effetto dato
da una guarnizione di una granata, normalmente di colore bianco argento,
bianco-dorato oppure dorato e che a seconda degli effetti si divide in:
·
pioggia luccicante;
·
pioggia tremolante;
·
pioggia scoppiettante.
Pupatella - Le
"pupatelle" sono delle piccole granate che anticipano la controbomba;
sono composte da piccoli pezzi di colori
Strenta o fuga - La "fuga" (in dialetto
napoletano, "strenta")
è la parte conclusiva del finale
pirotecnico, caratterizzata da un ritmo incalzante fino al colpo
oscuro conclusivo.
Tracchiare - Tracchiare, in gergo,
significa collegare le bombe del finale tra loro.
Batterie d'onore - Le batterie
d'onore sono fragorosissime sequenze di bombe
all'oscuro e vengono incendiate di giorno ed in più punti di
una città specialmente durante il passaggio per le vie della processione
del santo patrono.
Esse sono formate da parecchie bombe all'oscuro non lanciate in aria ma
appoggiate sul terreno e di calibro via via crescente, dai 5 cm fino ai
20 cm che si accendono tutte contemporaneamente..
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