Accertamento fiscale legittimato per azienda con lavoratori in nero
La Cassazione ha
stabilito che l'accertamento induttivo è legittimo anche se il reddito è in
linea con gli studi di settore
1 dicembre 2019 - Se un’azienda ha dei
dipendenti in nero, l’Agenzia delle Entrate è legittimata ad avviare un’azione di accertamento fiscale, anche se il reddito
dichiarato è in linea con gli studi di settore. Questo quanto emerge
dall’Ordinanza numero 30792 del 2019 della Corte di Cassazione, che ha così
rigettato definitivamente il ricorso presentato da un’azienda – ora in fase di
liquidazione – che si era vista recapitare un accertamento analitico
induttivo per la rilevazione di personale in nero.
Questo, secondo i giudici del
Palazzaccio, costituisce una presunzione valida, grave e precisa sulla quale
basare un accertamento fiscale induttivo. Ma partiamo dai fatti. L’azienda si
era vista recapitare una cartella dall’Agenzia delle Entrate ai fini
dell’accertamento delle imposte dirette perché si era nel frattempo scoperto
che la stessa attività aveva utilizzato del personale in nero.
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La società aveva così presentato ricorso
presso la Commissione Tributaria Provinciale e, successivamente, presso la
Commissione Tributaria Regionale perché il reddito dichiarato nell’anno fiscale
era in linea con gli studi di settore. La presenza di personale assunto in
maniera irregolare, dunque, non sarebbe dovuto essere sufficiente a
giustificare un accertamento fiscale induttivo.
Sia la CTP sia la CTR, però, hanno
riconosciuto le ragioni dell’Agenzia delle Entrate, sostenendo che la congruità del reddito con gli studi di settore non costituiva valida
prova alla pretesa erariale. La Commissione Regionale, nello
specifico, ha stabilito che l’AdE ha piena libertà di scelta nel metodo di
accertamento e può anche decidere di non avvalersi dei parametri determinati in
base agli studi di settore. Insomma, l’amministrazione finanziaria
si era mossa nella piena legittimità delle sue funzioni quando
ha deciso di ricalcolare il reddito d’impresa con metodo induttivo e inviare
una cartella esattoriale all’azienda.
Dello stesso avviso sono anche gli
Ermellini, che hanno rigettato il ricorso presentato dal liquidatore aziendale
ritenendolo infondato. Anche per la Cassazione, infatti, la presenza di
personale assunto in nero (desunta da plurimi elementi indiziari, come la firma
delle bolle di consegna da parte di persone non indicate nel libro matricola
dell’azienda) è un elemento sufficiente per sorreggere “l’impianto accusatorio”
dell’Agenzia delle Entrate. Insomma, l’accertamento fiscale con
metodo induttivo è pienamente legittimo nel caso in cui si scopra che l’azienda
abbia del personale in nero.
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