giovedì 20 febbraio 2020

Prevenzione - Treno deragliato, altri 12 indagati a Lodi: c’è anche il numero uno di Rfione e coordinamento


In attività dalla vita complessa la prevenzione non dipende da uno solo anche se quell'uno -esiste e deve esistere per essere un responsabile) non può essere quei  "tanti" che rappresenta che racchiude nella sua figura operativa. Occorrone procedure che assicurano al di là delgli automatismi coordinati una maggiore coscienza dei controlli da effettuare ed effettuati ogni giorno, per una ripresa del servizio che deve avvenire solamente quando, anche quando la prova provata, "a prova di deficienti", tutto risulta veramente in ordine con prove ripetute non a memoria, ma ,momento per momento, con riscontri che non danno per scontato l'avvenuta soluzione della continuità che non può essere altrimenti se no.... non potrebbe verificarsi ..... (Nota redatta da G. Ruocco (Esperto qualificato della prevenzione))



C’è anche l’amministratore delegato di Rete ferroviaria italiana (Rfi) Maurizio Gentile, tra i 12 nuovi indagati nell’inchiesta sul deragliamento del Frecciarossa Milano-Salerno vicino a Lodi. Gentile è indagato per omicidio colposo — la morte dei macchinisti Giuseppe Cicciù e Mario Dicuonzo — lesioni e disastro ferroviario. Un’iscrizione tecnica in vista di una nuova perizia sullo scambio dove s’è innescato il deragliamento del treno e di esami approfonditi sull’attuatore (il pistone idraulico che muove i binari) installato quella notte e risultato difettoso. Per questo, in vista delle nuove perizie di sabato, il pm Giulia Aragno e il procuratore capo Domenico Chiaro, hanno indagato anche altri quattro dirigenti di Rfi, sei manager di Alstom e la stessa multinazionale francese in base alla legge 231 sulla responsabilità amministrativa.
Il medesimo provvedimento che era toccato a Rfi dieci giorni fa quando la Procura di Lodi aveva iscritto i cinque operai piacentini che la notte del deragliamento hanno sostituito l’attuatore sullo scambio 05 dell’Alta velocità Milano-Bologna. Attuatore che, secondo l’esito delle prime consulenze, è risultato avere i cablaggi montati al contrario. Circostanza che avrebbe potuto causare, quindi, un funzionamento al rovescio del deviatoio. Il pezzo di ricambio è prodotto da Alstom ferroviaria e per questo già nei giorni scorsi era arrivata l’iscrizione tra gli indagati dell’ad Michele Viale. Sono quindi 19, in totale, le posizioni sotto esame per individuare evenutali responsabilità nell’incidente. Le indagini, guidate da Marco Napoli del Nucleo operativo incidenti ferroviari e da Angelo Laurino del compartimento Polfer Lombardia, sono vicine a un punto decisivo. Non ci sono dubbi, ormai, sul fatto che il deragliamento sia stato innescato dal deviatoio 05 lasciato in posizione «rovescia» su un binario di servizio anziché di «normale tracciato», quindi dritto rispetto alla direzione del treno. 

La notte del 6 febbraio gli operai di Rfi hanno lavorato alla sostituzione dell’attuatore, tuttavia il guasto elettrico riscontrato non era stato risolto e alle 4.45 il responsabile della squadra aveva comunicato alla centrale Alta velocità di Bologna che lo scambio era stato «disalimentato» e posto in posizione «normale». Poi era stata riaperta la circolazione. Il sospetto è che lo scambio sia stato mosso da una centrale di comando lungo i binari senza che nessuno abbia controllato l’effettiva posizione. Per questo sono sotto esame le procedure di sostituzione dei deviatoi stabilite da Rfi e la catena dei controlli di qualità sui pezzi di ricambio prodotti da Alstom.

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