In attività dalla vita complessa la prevenzione non dipende da uno solo anche se quell'uno -esiste e deve esistere per essere un responsabile) non può essere quei "tanti" che rappresenta che racchiude nella sua figura operativa. Occorrone procedure che assicurano al di là delgli automatismi coordinati una maggiore coscienza dei controlli da effettuare ed effettuati ogni giorno, per una ripresa del servizio che deve avvenire solamente quando, anche quando la prova provata, "a prova di deficienti", tutto risulta veramente in ordine con prove ripetute non a memoria, ma ,momento per momento, con riscontri che non danno per scontato l'avvenuta soluzione della continuità che non può essere altrimenti se no.... non potrebbe verificarsi ..... (Nota redatta da G. Ruocco (Esperto qualificato della prevenzione))
C’è anche
l’amministratore delegato di Rete ferroviaria italiana (Rfi) Maurizio Gentile,
tra i 12 nuovi indagati nell’inchiesta sul deragliamento del Frecciarossa
Milano-Salerno vicino a Lodi. Gentile è indagato per omicidio colposo — la
morte dei macchinisti Giuseppe Cicciù e Mario Dicuonzo — lesioni e disastro
ferroviario. Un’iscrizione tecnica in vista di una nuova perizia sullo scambio
dove s’è innescato il deragliamento del treno e di esami approfonditi
sull’attuatore (il pistone idraulico che muove i binari) installato quella
notte e risultato difettoso. Per questo, in vista delle nuove perizie di
sabato, il pm Giulia Aragno e il procuratore capo Domenico Chiaro, hanno
indagato anche altri quattro dirigenti di Rfi, sei manager di Alstom e la
stessa multinazionale francese in base alla legge 231 sulla responsabilità
amministrativa.
Il medesimo
provvedimento che era toccato a Rfi dieci giorni fa quando la Procura di Lodi
aveva iscritto i cinque operai piacentini che la notte del deragliamento hanno
sostituito l’attuatore sullo scambio 05 dell’Alta velocità Milano-Bologna.
Attuatore che, secondo l’esito delle prime consulenze, è risultato avere i
cablaggi montati al contrario. Circostanza che avrebbe potuto causare, quindi,
un funzionamento al rovescio del deviatoio. Il pezzo di ricambio è prodotto da
Alstom ferroviaria e per questo già nei giorni scorsi era arrivata l’iscrizione
tra gli indagati dell’ad Michele Viale. Sono quindi 19, in totale, le posizioni
sotto esame per individuare evenutali responsabilità nell’incidente. Le
indagini, guidate da Marco Napoli del Nucleo operativo incidenti ferroviari e
da Angelo Laurino del compartimento Polfer Lombardia, sono vicine a un punto
decisivo. Non ci sono dubbi, ormai, sul fatto che il deragliamento sia stato
innescato dal deviatoio 05 lasciato in posizione «rovescia» su un binario di
servizio anziché di «normale tracciato», quindi dritto rispetto alla direzione
del treno.
La notte del
6 febbraio gli operai di Rfi hanno lavorato alla sostituzione dell’attuatore,
tuttavia il guasto elettrico riscontrato non era stato risolto e alle 4.45 il
responsabile della squadra aveva comunicato alla centrale Alta velocità di
Bologna che lo scambio era stato «disalimentato» e posto in posizione
«normale». Poi era stata riaperta la circolazione. Il sospetto è che lo scambio
sia stato mosso da una centrale di comando lungo i binari senza che nessuno
abbia controllato l’effettiva posizione. Per questo sono sotto esame le
procedure di sostituzione dei deviatoi stabilite da Rfi e la catena dei
controlli di qualità sui pezzi di ricambio prodotti da Alstom.
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