mercoledì 29 aprile 2020

La Calabria riapre i bar.... / più poteri alle Regioni



La Calabria riapre i bar
Ora più poteri alle Regioni' 
I presidenti chiedono il rispetto del riparto delle competenze tra lo Stato e le Amministrazioni
I governatori di centrodestra  di Lombardia, Piemonte, Liguria, Friuli Venezia Giulia, Sardegna, Sicilia, Calabria, Basilicata, Abruzzo, Molise, Abruzzo, e il presidente della provincia autonoma di Trento. scrivono al presidente della Repubblica Mattarella e al premier Giuseppe Conte “La fase 2 è una fase nuova, che si giustifica per una progressiva diminuzione dell’emergenza. E’ essenziale che si ritorni progressivamente ad un più pieno rispetto dell’assetto costituzionale e del riparto di competenze tra lo Stato e le Regioni, sempre in applicazione dei principi di sussidiarietà e leale collaborazione. È necessario giungere a una “normalizzazione dell’emergenza”, che consenta un ritorno agli equilibri democratici previsti dalla Costituzione“.  “Pare assolutamente necessario che l’attuale struttura del Dpcm 26 aprile 2020, imperniato su regole previste rigidamente in funzione della sola tipologia di attività economica svolta e con la possibilità di adottare, nelle singole regioni, solamente misure più restrittive, venga riformata in quanto non dotata della necessaria flessibilità capace di riconoscere alle Regioni, laddove la situazione epidemiologica risulti migliorata e i modelli previsionali di contagio in sostenuta decrescita, la possibilità di applicare nei loro territori regole meno stringenti di quelle previste a livello nazionale, con una compressione delle libertà costituzionali strettamente proporzionata all’esigenza di tutela della salute collettiva”. E  da domani in Calabria sarà “consentita la ripresa delle attività di bar, pasticcerie, ristoranti, pizzerie, agriturismo con somministrazione esclusiva attraverso il servizio con tavoli all’aperto”. E’ quanto previsto da un’ordinanza per la fase 2 firmata dalla governatrice della Calabria, Jole Santelli. Secondo l’ordinanza, queste stesse attività “possono essere riattivate presso gli esercizi che rispettano le misure minime ‘anti-contagio’ e ferma restando la normativa di settore”.
Il ministro degli affari Regionali Boccia oggi in videoconferenza con le Regioni ha dettato un altolà.”Propongo un metodo: ordinanze regionali coerenti con il Dpcm”. Se ci sono ordinanze non coerenti invio una diffida, una lettera con la scheda indicando le parti incoerenti e la richiesta di rimuoverle (solo in caso di allentamento delle misure) – afferma -. Se non avviene sono costretto a ricorrere all’impugnativa al Tar o alla Consulta”.  “Non impugno subito ma con grande collaborazione vi scrivo e prima ancora sollecito un confronto preventivo”. “In base al monitoraggio delle prossime settimane ci potranno essere dal 18 maggio scelte differenziate” tra le Regioni sulle riaperture di attività: così il ministro Francesco Boccia. Il principio è “contagi giù uguale più aperture e viceversa – aggiunge -. Discuterete del monitoraggio con il ministro della Salute Speranza (a seguire in videoconferenza con le Regioni, ndr). Definito il monitoraggio si potrà procedere a differenziazioni”. “E’ molto importante dare un segnale di unità. Se non siamo uniti noi non possiamo chiederlo ai cittadini. Ci vogliono unità, serietà e responsabilità” avrebbe detto il ministro ai presidenti delle Regioni. 
In mattinata Luca Zaia era stato molto chiaro: “Lo dico subito e in maniera trasparente: stiamo lavorando per fissare in maniera plastica un numero di ricoverati e delle terapie intensive, perché se lo raggiungiamo si torna a chiudere“. Lo ha annunciato ai giornalisti il presidente del Veneto Luca Zaia. “Non ci sono alternative – ha aggiunto Zaia – non vorrei che qualcuno si faccia l’idea che è tutto finito”. “E’ possibile affrontare la riapertura, ma investiamo sulla messa in sicurezza dei cittadini, e soprattutto la mascherina è imprescindibile – ha aggiunto il governatore –  perché metti in sicurezza la tua salute, metti in sicurezza la salute degli altri, e se non te la metti avremo ricadute e dovremo riprendere in mano le chiusure”. “Intanto – ha precisato – c’è l’obbligo di mascherina a tutti gli ingressi. Prego i cittadini di valutare fino in fondo il fatto che l’ospedale è il luogo nel quale i virus e i batteri sono più presenti, e così si va da soli a trovare parenti. Il luogo di cura è sacro, dobbiamo mettere in sicurezza la salute dei pazienti che sono i più esposti al virus”.
“Abbiamo un piano di rafforzamento che per la fine dell’estate ci porterà a fare 30 mila tamponi al giorno” ha detto Zaia. “Se ci riusciamo – ha aggiunto – andiamo anche oltre i 30 mila, avremo alcune sorprese”. Il governatore  ha puntualizzato che “è previsto che nel giro di 15-20 giorni vi sia un ripasso per tutti gli ospedali e le case di risposo, in alcune purtroppo la raccolta di positivi non è cessata. Il tampone ‘becca’ la positività già al sesto-settimo giorno, il test rapido dall’11/o giorno”, ha concluso.
LA FASE 2 NELLE REGIONI – Nella capitale inizia oggi l’installazione della segnaletica per il distanziamento sociale su metro e bus di Roma. I marker verranno posizionati sulle sedute dei treni e degli autobus della capitale che saranno off limits per garantire il distanziamento tra passeggeri. Previsti anche cartelli e avvisi alle stazioni, sulle banchine e sui mezzi di superficie. Le operazioni di installazione termineranno entro domenica in tempo per la Fase 2.
“Continua il nostro impegno per ripartire in sicurezza. Questa mattina abbiamo deciso di stanziare altri 51,3 milioni per costruire e ammodernare le nostre scuole e per la manutenzione delle nostre strade, saranno ripartiti tra Province e Città Metropolitana. La Lombardia parla coi fatti”. Lo scrive il presidente della regione Lombardia Attilio Fontana su Facebook. Le risorse fanno parte – spiega una nota della Regione – del ‘Piano Marshall’ messo in campo dalla Lombardia, in grado di mobilitare complessivamente 3 miliardi di euro e, tra questi, 400 milioni destinati a Comuni e Province per opere cantierabili entro il 31 ottobre 2020. “Con la Fase 2 si metteranno in movimento circa 3 milioni di persone sull’intero territorio nazionale, molte delle quali utilizzeranno mezzi pubblici”. Lo ha detto la ministra delle infrastrutture e trasporti Paola De Micheli rispondendo in question time. “Occorre quindi che sia le aziende dei trasporti che l’utenza – ha aggiunto – si attengano all’osservanza di misure necessarie a garantire un regolare svolgimento di questa seconda fase, al fine di ulteriormente contenere il diffondersi del contagio”.
Ore decisive per il ministero della Salute che sta mettendo a punto i criteri soglia di sicurezza per affrontare la fase 2 che inizierà il 4 maggio, prevista dall’ultimo Dpcm. L’obbiettivo e’ fissare i limiti di sicurezza in mancanza dei quali potrebbe scattare il ritorno alla fase 1 di lockdown. Il ministero è al lavoro – apprende l’ANSA – per mettere a punto i criteri di monitoraggio dell’epidemia. Tra questi il tasso di occupazione delle terapie intensive e le percentuali di positivi sui tamponi fatti. Per accompagnare la fase della riapertura sono necessari criteri di ‘soglie di allarme’ che il ministero sta mettendo a punto. Sulla base di questi criteri – si apprende – i presidenti di regione avranno potere di iniziativa. Il provvedimento è atteso entro la settimana.

L’alterazione dell’olfatto è uno dei primi sintomi del coronavirus.

21 APRILE 202074.356 visualizzazioni
L’alterazione dell’olfatto è uno dei primi sintomi del coronavirus. Questa è la conclusione di uno studio, pubblicato su “Jama”, a cura dell’Universi tà di Padova con il concorso di ricercatori britannici.


“Abbiamo condotto una indagine trasversale su 202 pazienti in isolamen to domiciliare moderatamente sintomatici con infezione da coronavirus diagnosticata mediante Pcr – dice Paolo Boscolo Rizzo, del Dipartimento di Neuroscienze dell’Università di Padova e Professore Associato alla Cli nica di Otorinolaringoiatria di Treviso -. I dati hanno evidenziato come alte razioni dell’olfatto o del gusto siano frequentemente segnalate da pazienti moderatamente sintomatici con infezione da Sars-Cov2 e spesso sono il primo sintomo della malattia“.

 “Poiché i soggetti con pochi sintomi sono importanti diffusori della malat tia, suggeriamo l’auto-isolamento per i pazienti che lamentano un’altera zione dell’olfatto o del gusto, in attesa dell’esecuzione e dell’esito del tam pone, durante la pandemia di Covid-19”, ha aggiunto Boscolo Rizzo.

Dallo studio emerge che un’alterazione del senso dell’olfatto o del gusto è stato riportato da 130 pazienti (64,4%, IC 95% 57,3-71,0). 
Altri sintomi frequenti sono stati l’astenia (68,3%), la tosse secca o produttiva (60,4%) e la febbre (55,5%).

Quelli che ci rimetteranno ....


Quelli che ci rimetteranno 
sono tanti,
compresi i morti 
che già ci sono stati
se gli stati
non avranno idee chiare,
sui sacrifici
che dovremo fare
quelli essenziali.

Gli altri 
per stupidità
gia li stiamo facendo.
Se non mi arrendo
è per un caso
che ancor non mi comprende
fra le vittime.

Io ti vorrei amare 
fino alla fine
fino al confine 
dell'immaginario
fin dove il mio diaro
ancora non si arrende
all'evidenza
della mia impotenza,
dell'incoscienza
in cui a volte
orecipito
ancora
innmmorato di te
che mi sorprendi
tenendomi mano
fino all'innocenza
del nostro amore
fino alla strafottenza dell'età
che in apparenza
sembra gia prossima
alla soluzione finale.

Tutto è tale e quale
al giorno che scampai
ai primi agguati
che dilatavano
la mia fantasia
come rifugio
immaginario,
ma le bombe 
che cadevano di notte
solo un tratto
non ero 
nel loro
raggio di morte
in quelle notti
che sussultavo
scappando dal mio letto
per ovviare al caso
dell'imperfetto
che a volte era cosi presente
che la mia mente
è ancora lì
con tutti gli accidenti
che mandavo
a quelli
che facevano la guerra
tutte le volte
che la fanno ancora,
che non trovano 
mai l'ora di smetterla
che sembra non avere fine
come il mio cuore al confine
ormai di questa vita.

Gioacchino Ruocco

Ostia Lido  29.4.2020

Coronavirus, Putin blocca la Russia e lancia la tassa sugli oligarchi


REFERENDUM RINVIATO

Coronavirus, Putin blocca la Russia e lancia la tassa sugli oligarchi

Il presidente ha chiamato i russi alle armi contro l’epidemia: «Riusciremo a vincere questa sfida solo restando uniti e solidali»

di Antonella Scott

Cosa sappiamo finora del Coronavirus

3' di lettura

«Restate a casa»: alla fine, lo ha chiesto anche Vladimir Putin. La Russia, che ha registrato due morti a Mosca, non è immune alla minaccia del coronavirus: in pochi giorni il contagio è salito a 658 casi,cifre ufficiali di cui perfino le autorità dubitano. «La situazione si sta facendo seria, i numeri reali potrebbero essere molti di più», aveva chiarito martedì scorso Serghej Sobjanin, sindaco di Mosca e ora capo dell’unità di crisi contro il virus. Le sue parole hanno segnato la svolta.
Così Putin è apparso in televisione, con volto grave ha chiamato i connazionali alle armi contro un nemico che questa volta accomuna la Russia al resto del mondo. Colto di sorpresa da questa sfida nel momento in cui stava per chiedere ai russi il consenso a restare al potere più di quanto previsto dalla Costituzione, il presidente russo ha cambiato programma. Il referendum sulle modifiche alla Costituzione, fissato il 22 aprile, è spostato a data da definirsi; il Cremlino si concentrerà sul tentativo di arginare la diffusione del virus, e di attenuare l’impatto per chi rischia di essere travolto dalla crisi economica che verrà.
In prima linea
Un’occasione o un rischio enorme per un presidente che considera la propria permanenza al potere il solo modo per mantenere stabile la Russia? Putin si offre come la guida a cui aggrapparsi: «Supereremo questa prova insieme, se resteremo uniti e solidali», ha detto nel suo messaggio. Oltre alla battaglia contro il virus, dovrà vincere quella del confronto con l’opinione pubblica. Ci riuscirà se potrà contenere al massimo il numero degli ammalati e dei disoccupati. Rischiando invece moltissimo se la crisi sfuggirà al controllo.
In tv, Putin ha messo le mani avanti: «Ai nostri confini si trovano Stati già gravemente colpiti dall’epidemia, bloccarne la penetrazione nel nostro Paese oggettivamente è impossibile». Ma si può affrontare il problema con professionalità: «La priorità sono la vita, la salute e la sicurezza dei nostri concittadini». In particolare gli anziani. Ogni risorsa ora verrà dedicata al sistema sanitario: «Siete la prima linea nella difesa del Paese», ha detto Putin a medici, infermieri, scienziati.
«Restate a casa»
E come il resto del mondo,la Russia si ferma. Con l’eccezione dei servizi essenziali, ospedali e trasporti pubblici, la prossima settimana nessuno lavorerà, pur essendo pagato. «Credetemi, la cosa più sicura è stare a casa», ha detto Putin. E così come in gennaio aveva offerto alla nazione un lungo elenco di misure a sostegno dei più poveri, questa volta è ripartito dall’emergenza coronavirus per rilanciare l’impegno sociale delgoverno: rinnovo automatico dei sussidi e agevolazioni previste per i meno abbienti, anticipo dell’assegno deciso per i veterani della Seconda guerra mondiale, aiuti alle famiglie con bambini, sostegno per i ricoverati in ospedale e per chi perderà il lavoro, sospensione di mutui e ipoteche per chi si trova in difficoltà, agevolazione dei crediti alle imprese, in particolare piccole e medie, perché possano proseguire l’attività e mantenere i posti di lavoro: «L’economia russa, come quella degli altri Paesi, subirà pesanti ricadute negative a causa dell’epidemia», ha detto Putin. Per i prossimi sei mesi le pmi russe saranno esentate da ogni imposta, a eccezione dell’Iva, per sei mesi non sarà possibile decretare la bancarotta di un’impresa.
Le tasse ai ricchi
Putin dedica l’ultima parte del discorso alle risorse che contribuiranno a finanziare lo sforzo dello Stato. Tasse sui capitali all’estero e sulle rendite finanziarie: chi esporta i propri guadagni sotto forma di dividendi dovrà pagare una tassa del 15%. A questo riguardo, la Russia si riserva di interrompere le intese con i Paesi che non accetteranno revisioni agli accordi che evitano la doppia tassazione. Verranno inoltre sottoposti a una tassazione del 13% - uguale a quella per le persone fisiche - gli interessi generati da conti bancari e investimenti finanziari superiori a un milione di rubli, pari oggi a 11.600 euro circa. «Non sono decisioni facili, ma vi prego di considerarle con comprensione», ha chiesto Putin. Sono risorse che «andranno a sostenere la famiglie con bambini, i malati e le persone che resteranno senza lavoro». La forza con cui la società saprà rispondere a questa sfida, ha concluso il presidente russo, sta nella solidarietà.




domenica 26 aprile 2020

Il Premier Conte : INIZIA LA FASE 2




ora la Uefa individua le date entro cui chiudere i campionati.

Calcio, quando la ripresa dopo il Coronavirus? I diktat dell'Europa

Dopo il vertice interno tra il Ministro Spadafora e i vertici del calcio italiano, ora la Uefa individua le date entro cui chiudere i campionati.


Sport e ripartenza, Spadafora: "Nei prossimi giorni novita' importanti"


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Il calcio continua a interrogarsi sul suo futuro nei prossimi mesi e sulla ripresa dei campionati. Lo ha fatto mercoledì a livello nazionale, con il vertice tra il Ministro dello Sport Vincenzo Spadafora e i massimi organismi calcistici italiani, e in queste ore e questi giorni lo farà anche a livello continentale. Con l'Europa intenzionata a terminare i campionati sospesi entro la data del 31 luglio. Costi quel che costi, anche a rischio di non tornare più in campo per il 2019-2020.
Queste le intenzioni espresse dai rappresentanti delle Leghe europee e quelli dell'Eca (Associazione dei Club Europei, attualmente presieduta da Andrea Agnelli), in vista di una riunione che il Comitato Esecutivo della Uefa terrà nella giornata di giovedì. L'esigenza di chiudere entro il 31 luglio rientra nel progetto di terminare Champions League e Europa League entro fine agosto. Il che conduce alla necessità che anche i campionati abbiano un esito.
Una situazione potenzialmente spinosa, che sarà trattata dai vertici della Uefa con tutta l'intenzione di arrivare a un punto già nel corso di questo giovedì. Obiettivo del Comitato Esecutivo sarà quindi quello di fissare i criteri che determineranno le qualificazioni alle prossime competizioni continentali.
Le squadre che parteciperanno alle coppe europee nel 2020-2021 andranno stabilite in maniera chiara e non più modificabile, a seconda di ciò che le singole federazioni decideranno. In particolare se alcuni campionati non riprenderanno più.
La data intorno a cui ruota tutto è quella del 3 agosto: in quel giorno dovranno essere disponibili le liste delle qualificate alle coppe della prossima stagione.
La stessa Uefa ha imposto tale limite, che dovrà essere recepito dalle federazioni. A partire da questo balla il destino dei campionati europei, serie A inclusa.
Sospensioni per Coronavirus o meno.

sabato 18 aprile 2020

Il governatore del Veneto Luca Zaia ha parlato di uno studio italiano

Coronavirus, "Forse trovata chiave di volta": l'annuncio di Zaia

Il governatore del Veneto Luca Zaia ha parlato di uno studio italiano su un farmaco per la cura del tumore alla prostata

Dal Veneto potrebbe essere stata trovata la “chiave di volta” nella lotta al coronavirus. 
Ad annunciarlo è stato il governatore del Veneto Luca Zaia, nel consueto punto stampa sull’emergenza Covid-19: “Vi do una bella notizia: verrà pubblicato sul ‘The New England Journal of Medicine’ uno studio della Fondazione Ricerca Biomedica Avanzata e dell’Istituto Veneto di Medicina Molecolare Vimm, in stretta collaborazione con l’Università di Padova e la Regione Veneto, in virtù di un’intuizione che ha avuto il professor Francesco Pagano“.

Ancora Zaia: “Basandosi sui dati dei malati di Covid-19, che vedono circa il doppio degli uomini positivi rispetto alle donne, Pagano ha notato che c’è un enzima che fa da veicolo per infettare le cellule e che questo enzima è lo stesso che viene inibito con i farmaci che si utilizzano per curare i pazienti con il cancro alla prostata“.

Il governatore del Veneto ha aggiunto: “Si è vista, quindi, una seria correlazione di casi trattati per il cancro alla prostata con questo farmaco e il coronavirus: chi è stato trattato con questo farmaco non ha avuto problemi di coronavirus”.

Zaia ha poi spiegato: “Con il prof. Pagano sono stati valutati già 130 pazienti, c’è già una pubblicazione in corso e questa rischia di essere veramente la chiave di volta o quantome no una delle più importanti chiavi di volta perché, se sarà confermato fino in fondo che esiste questa correlazione, abbiamo un farmaco che inibisce un enzima e che potrebbe inibire il coronavirus”.

Poi la chiosa finale: “I miei complimenti vanno quindi al prof. Pagano, alla Fondazione per la Ricerca Biomedica e a tutti quelli che hanno lavorato a questa ricerca”.

Coronavirus, riapertura il 4 maggio: la posizione del Veneto
Il presidente del Veneto Luca Zaia ha anche parlato della fase 2 dell’emergenza coronavirus: “Se ci sono i presupposti di natura sanitaria dal mondo scientifico, dal 4 maggio o anche prima si può aprire con tutto“.
E ha aggiunto: “Dal 4 maggio dobbiamo essere tutti pronti con dispositivi, regole, ovviamente negoziati con il mondo delle parti sociali e quello dei datori di lavoro. A me risulta che questo lavoro si stia facendo a livello nazionale con questa prospettiva. Non escludo che alcune attività possono essere anche messe in una griglia di partenza, magari, un po’ prima. Immagino che la dead line sia il 4 maggio”.
Zaia ha spiegato: “Il vero tema oggi è: tener tutto chiuso e morire in attesa che il virus se ne vada oppure puntare alla convivenza? A Wuhan è stato deciso di convivere e di aprire perché oltre un certo limite non è più sostenibile, sempre fatto salve le indicazioni del mondo scientifico. So per certo che il Comitato scientifico ha dato già le indicazioni, adesso attendiamo la risposta”.

Il governatore del Veneto ha concluso: “Noi abbiamo completato il nostro master plan per la riapertura, abbiamo voluto scrivere delle regole che siano uguali per tutte. Le affronteremo domani pomeriggio con l’assessore regionale alla sanità con le parti sociali e con il mondo datoriale, assieme agli altri assessori regionali, e lì proporrà la nostra bozza”.

venerdì 17 aprile 2020


Coronavirus, l'esperto della Yale: "Ecco l'arma più efficace"

Alessandro Santin, capo del Disease Aligned Research Team del Cancer center alla Yale University, ha parlato della cura con il plasma dei guariti

Alessandro Santin, co-responsabile della divisione di Oncologia ginecologica e a capo del Disease Aligned Research Team del Cancer center alla Yale University di New Haven, si è espresso sul trattamento dei pazienti affetti da coronavirus attraverso l’uso del plasma dei convalescenti.
Come riporta il Corriere della Sera, Santin ha dichiarato: “In mancanza di farmaci efficaci e con i vaccini lontani ancora 12-18 mesi, non ho alcun dubbio che questa sia l’arma più efficace per fronteggiare l’epidemia di Covid-19″.
L’appello di Santin è quindi quello di raccogliere il plasma delle persone che hanno sviluppato gli anticorpi al virus e utilizzarlo per guarire chi ancora lotta contro la malattia. Il mese scorso è già partito un progetto al Policlinico San Matteo di Pavia, che prevede l’utilizzo del plasma.

Coronavirus, Santin: “Seconda ondata dell’epidemia potrebbe essere peggiore”

Santin ha aggiunto: “La seconda ondata dell’epidemia, dopo la riapertura, potrebbe essere ancora più terribile della prima, e dobbiamo essere pronti a fronteggiarla con delle armi più efficaci di quelle che abbiamo avuto a disposizione finora in Italia”.
“Sia la raccolta che l’infusione di plasma – ha spiegato l’oncologo – sono pratiche di routine in medicina, ben tollerate e con rischi estremamente bassi. La pratica è stata attivata negli Usa, su tutto il territorio nazionale, in meno di due settimane per contrastare nei tempi più brevi possibili la letalità di Covid in quel 20% della popolazione che sviluppa la forma severa, spesso letale, della malattia”.
Santin ha osservato: “Sono stati pubblicati due studi su Jama e Pnas: dei 15 pazienti considerati, tutti con infezione grave, tutti sono sopravvissuti. Peraltro i pazienti con forme severe sono i più difficili da trattare dato che l’immunizzazione passiva è meno efficace rispetto al suo uso nelle fasi iniziali dell’infezione virale”.

Coronavirus, il “vantaggio” dell’Italia rispetto agli Usa

Santin ha poi evidenziato il “vantaggio” dell’Italia rispetto agli Usa: “Il problema è che, a differenza dell’Italia, il pool di donatori convalescenti negli Usa è ancora limitato dato che siamo ‘in ritardo’ di circa 30 giorni nel percorso della pandemia. In Italia i guariti sono 35mila e la stragrande maggioranza di loro ha sviluppato anticorpi neutralizzanti (IgG e IgM), che impediscono l’aggancio del virus al recettore ACE-2: ogni convalescente può donare 2-3 sacche di plasma, salvando altrettante persone ad altissimo rischio di morte”.

VIRGILIO NOTIZIE | 17-04-2020 06:40

Coronavirus, come funziona l'ospedale Cotugno "modello" in EuropaFonte foto: ANSA
Coronavirus, come funziona l'ospedale Cotugno "modello" in Europa