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lunedì 14 settembre 2020
"Mio nipote sequestrato per il tampone": la denuncia
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"Mio nipote sequestrato per il tampone": la denuncia
Una bisnonna a Cagliari denuncia il caso del nipotino di un anno e mezzo rinchiuso a casa da giorni in attesa dell'esito del tampone
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Il caso a Cagliari dove una bisnonna preoccupata per la salute del nipotino, denuncia i ritardi nella comunicazione dell’esito del tampone effettuato sul bambino di un anno e mezzo costretto a stare da dieci giorni in quarantena, nonostante l’esito fosse stato assicurato dall’Asp entro le 72 ore, come riporta l’Ansa.
Covid, “Mio nipote sequestrato per il tampone”: la vicenda
Dieci giorni fa il bambino aveva accusato una leggera febbre, un po’ di tosse e raffreddore dopo tre giorni dal ritorno in aula in un asilo nido privato del capoluogo sardo. Come da prassi la segnalazione è arrivata all’Ats che come misura precauzionale per evitare la diffusione del contagio ha disposto l’immediata quarantena di tutta la famiglia.
Dopo il tampone effettuato l’8 settembre, il piccolo è rimasto a casa in isolamento domiciliare insieme ai suoi genitori, in attesa di una risposta che sarebbe dovuta arrivare entro tre giorni.
“A oggi – ha raccontato la bisnonna – nessuno si è premurato di controllare il loro stato di salute e nonostante ripetute sollecitazioni e richieste al servizio l’unico risultato è un ‘abbiate pazienza’. Passati 3 giorni il piccolo stava e sta benissimo ma ‘sequestrato’ in casa, così come i suoi genitori, entrambi lavoratori”.
Covid, “Mio nipote sequestrato per il tampone”: la denuncia della bisnonna
Coinvolto dalla positività del bambino c’è il grande gruppo familiare composto da due bisnonne, e quattro tra nonni e zii.
“Ora all’apparenza stiamo tutti bene, ma l’ansia di un eventuale contagio è grande – continua la donna – So bene che questo non è l’unico caso, allora per assurdo, in particolare con l’apertura delle scuole, quante famiglie si troveranno nella stessa situazione?”.
Partendo da questa considerazione la bisnonna solleva il suo caso personale per sottolineare le responsabilità della Regione sarda: “È questo il modo – dice infine l’anziana signora – in cui intende tutelare i propri cittadini, sequestrandoli? Invece di tanti proclami non sarebbe meglio dare risultati in tempi brevissimi (magari con assunzioni temporanee e lavoro straordinario-sabato e domenica inclusi)?”.
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