venerdì 29 maggio 2020

Lettere: Oltre 1.400 chili di marijuana in giardino

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venerdì 29 maggio 2020 - Aggiornato alle 16:57
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Cronaca

Lettere: Oltre 1.400 chili di marijuana in giardino


Arrestata una “bracciante”, secondo gli 007 è una coltivazione del clan


All’apparenza una semplice casalinga. Ma dietro la sua situazione di inoccupata che bada solo alla sua famiglia, si celava un segreto da migliaia di euro l’anno. A.D.R., 36enne di Lettere, occultava con maestria la sua funzione di bracciante agricola della malavita. Nel giardino della donna, infatti, i finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Napoli, dopo accurate indagini portate avanti dal Nucleo Mobile della Compagnia di Castellammare di Stabia agli ordini del capitano Paolo Zito, hanno scoperto una grossa piantagione di canapa indiana. Ma non è tutto. In casa, occultata in maniera assolutamente impeccabile, in modo che fosse nascosta ma che allo stesso tempo potesse beneficiare della giusta umidità per la sua essiccazione, la 36enne casalinga dal pollice verde custodiva ingenti quantità di marijuana che, a giorni, sarebbe stata pronta per l’immissione sul fiorente mercato dello spaccio dei Monti Lattari. Tra la piantagione e la marijuana custodita in casa, la donna possedeva circa 1400 chilogrammi di stupefacenti che, una volta venduti nella giusta maniera, potevano fruttare migliaia, ma anche milioni di euro. La cifra precisa non è stata quantizzata dai militari delle fiammegialle, che nel frattempo proseguono con le indagini. La casalinga letterese, infatti, potrebbe nascondere altri segreti, oltre quelli già scoperti dai finanzieri nella tarda mattinata di ieri.

Le indagini daranno già nei prossimi giorni maggiori dettagli in merito. A.D.R., intanto, è stata denunciata a piede libero all’autorità giudiziaria di Torre Annunziata, mentre i 1.400 chilogrammi di marijuana sequestrati, tra quella già sotto il processo di essiccazione e quella che presto sarebbe stata raccolta, sono stati prima analizzati per capire quale fosse il potenziale dello stupefacente, e successivamente portati in luogo sicuro dove i militari stabiesi hanno proceduto alla distruzione. Questo è l'ennesimo sequestro che avviene sui Monti Lattari. In meno di due mesi, sono stati già quattro i sequestri di stupefacenti importanti nell'area montana e pedemontana dell'hinterland stabiese. Già polizia e carabinieri avevano agito in tal senso per arginare la piaga delle coltivazioni di canapa indiana: tra Lettere, Casola e Gragnano erano state sequestrate quattro piccole piantagioni, anche se quest'ultimo caso rappresenta il primo, in questa calda estate, che riguarda proprietà private. Fino ad ora, infatti, i precedenti sequestri non avevano portato ad alcuna denuncia, poiché tutte le piantagioni si trovavano in piccoli appezzamenti demaniali, anche se ai confini con terreni privati. Indagini proseguiranno durante tutto il resto della stagione estiva, anche perché il caldo favorisce la raccolta e l'essiccazione della marijuana.

mercoledì 27 maggio 2020


Dove vorresti andare


Dove vorresti andare
senza un’ombra
che ti viene appresso
o ti precede
o ti sta di lato.?

Chi se le volte
che non mi sono accorto
del fatto
che mi sembra assurdo
son tante le poche volte
che non mi segue
o mi cammina affianco ?

Quando son stanco
non ci faccio caso
per far che cosa poi
se i miei passi
lo stesso vanno avanti
e nessuno di me
ne fa un abuso.

Io vado dove voglio
e non mi scuso del tono
che a volte non è aduso
alle mie buone maniere
neppure quando
mi si dà il piacere
di restare solo
anche senza un’ombra.

Io non mi adombro
come potrei
quando son preso
dal tempo
che qualche volta mi manca,
quando la vita mi stanca
con perdite di tempo
mentre cerco di essere
presente ad ogni costo ?

Gioacchino Ruocco
Ostia Lido 27.05.2020


Operaio mori dopo una caduta raccogliendo limoni....



martedì 26 maggio 2020

Il virus si è indebolito? Testamiento

Il virus si è indebolito? 

Testamiento


Quanta belli cose
stanno attuorno a nuie
si fosse sul ‘a rosa
stesseme frische.

Ma si ‘un sapimmo chiagnere
quanno ce n’accurgimmo
che simmo, chi simmo
si nun capimmo chesto?!

Vulessemo fa festa tutt’’e juorne
Putessemo ma ‘n o capimmo ancora.
si aggi’ aspettà ca more,
ma che ce campo ‘a fa ?

Primma ‘e schiattà però
te lascio stu tesoro
‘o sentimento mio
ca nun vò muri.

Facimmece a capì.
si pienze ca ‘n è overo
lasciamma stà.
Io so n’ommo sincero

pe me ‘a libertà è ‘a primma cosa
e l’onestà ancora ‘e cchiù
Io sto murenno cu essa dint’’o core
ca nun ce ‘a faccio cchiù




cu tanta mariuole tuorno tuorno
can un canosceno ‘o scuorno
ca ce hanno fatto ‘o callo
si no restanoo senza palle.

Rafè, Viciè, Carmè,
nun me chiagnite
‘o saccio ca tenite
ll’uocchie ‘e vrite

nun me facite fesso proprio vuie.
Ce canuscimmo ‘a quanno ‘o sapurito
piaceva pure a me
ma nìatu litro proprio nun ce ‘a faccio.

M’aggio lavato so’ tutto pulito.
‘Ncuollo me so’ miso ‘o camisaccio
pecchè nun saccio
si fanno ‘o triatiello pure llà.

Io m’arricordo ‘a parte.
Eremo guagliune ‘e miez’’a via
Mò simme signure quase quase
permetteme te voglio da nu vaso.


Si ‘un ce vedimmo cchiù
forse tre trase nu pnziero mie
Fance chello ca vuò
ca nun è cchiù d’’o mio.

Gioacchino Ruocco

27.05.2020                Ostia Lido h 07.51

domenica 24 maggio 2020

Nuova truffa Intesa Sanpaolo: come riconoscere la mail svuota conto
Una nuova truffa phishing sta colpendo in queste ore Intesa Sanpaolo. Ecco come riconoscere la mail falsa e non farsi ingannare
22 maggio 2020

Truffe, hacker e prelievi sul conto online: come difendersi
Una nuova truffa sta colpendo in queste ore Intesa Sanpaolo. La stessa redazione di QuiFinanza ne è stata vittima. Abbiamo ricevuto alcuni giorni fa una mail da un presunto account ufficiale Intesa Sanpaolo in cui ci veniva chiesto di effettuare alcuni passaggi, come “misura di sicurezza progettata per contribuire a proteggere” i clienti.
La nuova truffa phishing
Ecco il testo della mail truffa, che vi riportiamo anche qui sotto:
Gentile cliente,
Una misura di sicurezza progettata per contribuire a proteggere i nostri clienti ed il suo conto.
Poi deve riconfermare i suoi dati anagrafici riguardanti il conto corrente per ristabilire le fuzionalità del suo conto, e quindi confermare che non sia stato vittima di furto informatico.
Accedere e reinserire i vostri dati alla seguente pagina per realizzare il processo di verifica:
La ringraziamo per la vostra cortese collaborazione.
attesa della riappertura di tall sportell, sono a disposizione sito e App IntesaSanpaolo e il numero verde 800.303.303 (dall’Italia) e +39 011 8019.200 (dall’estero).



Il virus si è indebolito? La spiegazione di Ilaria Capua
La virologa sulla movida: "I giovani sono l'anello di congiunzione, molti vivono con i genitori"


Dire che un virus si è indebolito ha un significato preciso: vuol dire che ha perso virulenza, benzina“. Così la virologa Ilaria Capua, intervenuta a Domenica In. Se un virus si è indebolito si vede “dalla mappa genetica, ma che io sappia queste informazioni non ci sono. Credo però che siamo usciti dall’emergenza di sovraccarico di servizio sanitario, e che abbiamo imparato a combattere il virus con terapie di sostegno e antivirali. Purtroppo non andrà via, ma riusciremo a sconfiggerlo e a farlo tornare a come era i primi di gennaio: quando circolava in Europa senza che nessuno se ne accorgesse”.
“Non posso – ha proseguito -, da persona che ha studiato l’influenza per tutta la vita, dire che è banale. Il suo virus è peggiore del coronavirus, è una malattia seria per la quale bisogna vaccinarsi”.
La virologa ha poi consigliato di vaccinarsi a settembre, per evitare l’influenza: “In Italia si vaccina solo il 50% degli Over 65, la percentuale è ancora troppo bassa. Ricordiamoci che se uno si infetta con il coronavirus, si può comunque infettare con altri virus. E due virus sono peggio di uno“.
Ilaria Capua: “Sapevamo che un virus pandemico sarebbe arrivato”
“Si sapeva che prima o poi sarebbe arrivato un virus pandemico – ha detto Ilaria Capua -. È una creatura di madre natura, dobbiamo farci i conti: fotocopia se stesso e in questa replicazione continua miete molte vittime“.
“Questa emergenza – ha aggiunto – ci ha colto impreparati per tanti motivi: le persone, gli individui saranno gli attori della soluzione del problema. Non saranno i laboratori, i medici, i presidenti del Consiglio“.
Com’è la situazione in Italia? “Al di là del numero dei contagi – ha spiegato -, il punto di rottura sono le terapie intensive. Bisogna tornare a un’assistenza sanitaria pre-Covid, riassorbendo le problematiche rimaste indietro come le vaccinazioni dei bambini. A quel punto potremo riprendere gradualmente una vita normale, sapendo che anche se qualcuno si ammalerà sarà curato bene”.
Secondo la virologa, “ognuno deve pensare a ciò che può fare a seconda del proprio stato di salute. Mia mamma, che ha compiuto 80 anni, non può andare a giocare a carte con le amiche. Se si ammala, va in ospedale: forse non ne viene fuori, di certo è un costo. Così non pagheremo mai il conto, il servizio sanitario così non può stare in piedi”.
Ilaria Capua sulla movida e sulla situazione in Lombardia
Non si può vietare ai giovani di fare una corsa o prendere una boccata d’aria – ha esordito Ilaria Capua -, ma devono capire che non sono al riparo dell’infezione. Anche loro possono prendere la forma grave. Sono l’anello di congiunzione, molti vivono a casa coi genitori“.
Per quel che riguarda l’esplosione di casi in Lombardia, Ilaria Capua ha sottolineato che “la situazione della Regione è simile a quelle che si sono verificate a Madrid, New York e Londra, ma è diversa a quelle di Bolzano e Messina. Significa che dobbiamo ancora studiare questa malattia, che ha tante facce. I numerosi casi lombardi potrebbero essere dovuti magari all’inquinamento o al sistema dei trasporti che ha amplificato il contagio”.
VIRGILIO NOTIZIE | 24-05-2020 16:04




giovedì 21 maggio 2020

Milano lungo i navigli







Milano – Lungo i navigli

Un giorno navigammo
senza pensare
a cosa poteva succederci,
dove ci portava la corrente.
Eravamo soli nel sole cocente
che ci bruciava le pelle.

Oggi invece
c’è tanta gente
che sembra
in prede a una follia
per andare oltre
ogni pensiero innocente
oltre l’incoscienza
di vivere un presente
che smania
come la pazzia che gioca
a rimpiattino con la vita
beffandosi di tutto,
del domani
per vivere il presente
da troppo tempo assente
dalla vita d’ogni giorno,
dalle attese sotto casa
dalla voglia di averti
almeno per starti più vicina
per qualche ora,
per qualche sogno
se un domani esiste
non solo privandocene da oggi
o dall’inizio di questa pandemia
che non so più
cos’è la casa mia,
la casa tua
e il buio dove la sera
nascondeva
i nostri primi approcci,
i primi nostri palpiti d’amore.

Vorrei vivere ancora
fin che posso
senza tornare indietro
dentro al fosso
dove finimmo
navigando di notte
fino al giorno appresso
in mezzo alle ranocchie.

Ostia Lido – 22.05.2020    G. Ruocco

LINEE GUIDA PER LA SALUTE E SICUREZZA DEI LAVORATORI NEGLI STUDI E NELLE ATTIVITÀ PROFESSIONALI




LINEE GUIDA PER LA SALUTE E SICUREZZA DEI LAVORATORI NEGLI STUDI E NELLE ATTIVITÀ PROFESSIONALI Il 24 aprile 2020 è stato sottoscritto il “Protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus COVID-19 negli ambienti di lavoro” tra la Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Ministero del Lavoro, il Ministero dello Sviluppo Economico, il Ministero della Salute e le parti sociali più rappresentative, tra cui Confprofessioni, che ha aggiornato il precedente del 14 marzo 2020. L’intesa costituisce un passaggio fondamentale per la tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro di datori di lavoro e lavoratori. Si ritiene pertanto utile fornire le linee guida per l’applicazione dei contenuti del Protocollo per gli studi professionali con riferimento alle aree economica, tecnica e giuridica che presentano i medesimi profili di rischio. Per quanto riguarda le professioni sanitarie verranno predisposte, di intesa con le associazioni di riferimento, specifiche linee guida. Non sono state considerate nel testo le norme sulla sicurezza che i lavoratori degli studi professionali dell’area tecnica devono seguire per l’accesso nei cantieri in quanto oggetto di un protocollo ad hoc di carattere nazionale a cui per opportunità si rinvia. Seguendo l’ordine dei principi individuati dal Protocollo si segnalano quindi le principali azioni che i professionisti sono tenuti a porre in essere per garantire la salute e la sicurezza dei lavoratori nel luogo di lavoro ed ottemperare efficacemente alle misure previste dall’Autorità.

1. Informazione Il datore di lavoro è tenuto, attraverso le modalità più idonee ed efficaci quali l’affissione in un luogo visibile dello studio o la consegna di un documento informativo, ad informare tutti i lavoratori e chiunque entri in studio, circa le disposizioni delle Autorità. Le informazioni da fornire riguardano:

2 a) l’obbligo di rimanere al proprio domicilio in caso di febbre (oltre 37.5°) o altri sintomi influenza li e di chiamare il proprio medico di famiglia e l’autorità sanitaria competente per Regione1 ;
2b) la consapevolezza e l’accettazione del fatto da parte del lavoratore di non poter fare ingresso e/o  permanere nello studio, con obbligo di comunicazione tempestiva, nel caso in cui, anche successiva  mente all’ingresso, emergano le condizioni di pericolo (sintomi di influenza, temperatura corporea > 37,5 C°, provenienza da zone a rischio o contatto con persone sicuramente positive al virus nei 14 giorni precedenti, soggetti già in sorveglianza attiva durante il periodo contumaciale da parte delle rispettive ASL, etc.). Condizioni che impongono, in base ai provvedimenti vigenti, di informare il medico di famiglia o l’Autorità sanitaria competente per Regione;
c) l’impegno a rispettare tutte le disposizioni delle Autorità e del datore di lavoro nell’accesso allo studio (in particolare, mantenere la distanza di sicurezza, osservare le regole di igiene delle mani e tenere comportamenti corretti sul piano dell’igiene);
d) l’impegno a informare tempestivamente il datore di lavoro della presenza di qualsiasi sintomo influenzale durante l’espletamento della prestazione lavorativa, avendo cura di rimanere ad adeguata distanza dalle persone presenti E’ utile consegnare copia del documento ai lavoratori e far firmare la ricevuta per accettazione.


2. Modalità di ingresso in studio
Il datore di lavoro può, prima dell'accesso al luogo di lavoro e nel rispetto della privacy, rilevare la temperatura corporea dei dipendenti. Qualora la temperatura risulti superiore ai 37,5, non sarà consentito l'accesso ai luoghi di lavoro. Le persone in tale condizione dovranno essere momentanea mente isolate e fornite di mascherine chirurgiche. Non dovranno recarsi al Pronto Soccorso, ma saranno tenute a contattare nel più breve tempo possibile il proprio medico curante e seguire le sue indicazioni.
 1 Di regola il SISP-Servizio Igiene e Sanità Pubblica- all’interno del Dipartimento di Prevenzione- preposto per il controllo delle patologie infettive e diffusive.
3 E’ necessario comunque che i lavoratori siano stati preventivamente informati con le modalità di cui al punto 1 delle situazioni di rischio e del comportamento da tenere, inclusa la preclusione all’accesso al luogo di lavoro, in caso di temperatura superiore ai 37,5 gradi, di sintomi, di recenti contatti con soggetti positivi e/o di provenienza da zone considerate a rischio. Si consiglia a tal proposito di inviare una email prima della ripresa dell’attività lavorativa a tutti i lavoratori. L’ingresso in studio di lavoratori già risultati positivi all’infezione da COVID-19 deve essere preceduto da una preventiva comunicazione del lavoratore avente ad oggetto la certificazione medica da cui risulti la “avvenuta negativizzazione” del tampone secondo le modalità previste e rilasciata dal dipartimento di prevenzione territoriale di competenza. E’ bene ricordare che qualora, per prevenire l’attivazione di focolai epidemici, nelle aree maggiormente colpite dal virus, l’autorità sanitaria competente disponga misure aggiuntive specifiche, come ad esempio, l’esecuzione del tampone per i lavoratori, il datore di lavoro dovrà fornire la massima collaborazione.

3. Modalità di accesso di clienti, fornitori e visitatori esterni
Per l’accesso allo studio i clienti dovranno seguire tutte le indicazioni sopra riportate (dare quindi sempre evidenza dell’affissione delle informative) volte a limitare il contatto con il personale presente in studio. E’ utile a tal proposito ricevere sempre per appuntamento, richiedere l’utilizzo di mascherine chirurgiche e guanti monouso e ridurre il tempo di attesa nelle sale di aspetto che possono essere attrezzate con appositi divisori mobili. Tali indicazioni devono comunque riguardare l’accesso di tutti i soggetti esterni all’organizzazione dello studio (ad esempio addetti alla pulizia e manutentori) Per l’accesso di fornitori è necessario individuare procedure di ingresso, transito e uscita, mediante modalità, percorsi e tempistiche predefinite, al fine di ridurre le occasioni di contatto con il personale in forza negli uffici coinvolti. Si consiglia pertanto di concordare gli orari delle consegne in via preventiva e di limitare l’accesso dei corrieri nello studio professionale. Il Protocollo prevede che per fornitori/trasportatori e/o altro personale esterno sia necessario individuare/installare servizi igienici dedicati, prevedendo il divieto di utilizzo di quelli del personale 4 dipendente e garantendo una adeguata pulizia giornaliera. Occorrerà pertanto valutare attentamente le richieste di tali soggetti ove non si disponga di servizi dedicati.

4. Pulizia e sanificazione dello studio
Nello studio va assicurata la pulizia giornaliera degli ambienti, delle postazioni di lavoro e delle aree comuni. Si invita ad utilizzare detergenti a base di alcool. Nel caso in cui si riscontri la presenza di una persona con COVID-19, si procede alla pulizia e sanificazione dei medesimi secondo le disposizioni della circolare n. 5443 del 22 febbraio 2020 del Ministero della Salute nonché alla loro ventilazione. Occorre garantire la pulizia a fine giornata/turno e la sanificazione periodica di tastiere, schermi touch, mouse con adeguati detergenti, e negli uffici. Il protocollo fa riferimento altresì alla necessità di una sanificazione periodica del luogo di lavoro. Si tratta di una pulizia approfondita effettuata con prodotti specifici di tutti gli spazi e strumenti di lavoro. Può essere utile tenere un registro di tali operazioni. Nelle aree geografiche a maggiore endemia o negli studi professionali in cui si sono registrati casi sospetti di COVID-19, in aggiunta alle normali attività di pulizia, è necessario prevedere, alla riapertura, una sanificazione straordinaria degli ambienti, delle postazioni di lavoro e delle aree comuni, ai sensi della circolare 5443 del 22 febbraio 2020.

5. Precauzioni igieniche personali 
Il protocollo detta alcune regole di base per garantire l’igiene sul luogo di lavoro. In particolare: a) lo studio deve mettere a disposizione idonei mezzi detergenti a base di alcool per le mani che devono essere accessibili a tutti i lavoratori e ai soggetti esterni anche grazie a specifici dispenser collocati in punti facilmente individuabili; b) va raccomandata la frequente pulizia delle mani con acqua e sapone; in alternativa è consigliabile anche l’uso di guanti monouso da sostituire giornalmente. Si specifica che l’uso di detergenti gel a base di alcool può essere eseguita anche sopra i guanti monouso. 5

6. Dispositivi di protezione individuali
Il Protocollo individua quale strumento di base per la prevenzione del contagio la mascherina chirurgica2 . Al fine di individuare la tipologia adatta, anche in considerazione delle difficoltà di approvvigionamento che possono determinarsi, si fa riferimento alle indicazioni dell’Autorità sanitaria competente per Regione. L’utilizzo della mascherina chirurgica è sempre consigliato qualora la distanza tra lavoratori sia inferiore al metro e non siano possibili altre soluzioni organizzative.

7. Gestione spazi comuni (distributori bevande e snack, aree fumatori etc…)
L’accesso agli spazi comuni (e titolo esemplificativo aree fumatori, locali per la preparazione e consumazione dei pasti e comunque, si ritiene, qualsiasi spazio di uso comune in cui non sia possibile il distanziamento di 1 metro) deve essere contingentato, con la previsione di una ventilazione continua dei locali, di un tempo ridotto di sosta all’interno di tali spazi e con il mantenimento della distanza di sicurezza di 1 metro tra le persone che li occupano. Occorre garantire la pulizia giornaliera, con appositi detergenti, dei locali destinati alla consumazione dei pasti, qualora presenti, e delle tastiere dei distributori di bevande e snack, nonché la sanificazione periodica.

8. Organizzazione del lavoro
Il protocollo favorisce il lavoro a distanza anche nella fase di progressiva riattivazione del lavoro in quanto utile e modulabile strumento di prevenzione, ferma la necessità che il datore di lavoro garantisca adeguate condizioni di supporto al lavoratore e alla sua attività (assistenza nell’uso delle apparecchiature, modulazione dei tempi di lavoro e delle pause). E’ necessario il rispetto del distanziamento sociale, anche attraverso una rimodulazione dei luoghi di lavoro e l’utilizzo, laddove possibile, anche di spazi inutilizzati (es. sale riunioni). 2 Direttiva sui Dispositivi Medici 93/42/CEE per le mascherine igieniche; norma europea EN 146. Le mascherine approvate per uso come dispositivi medici sono state testate per assicurare specifici livelli di protezione nei confronti della penetrazione di sangue ed altri fluidi biologici attraverso le mucose di naso e bocca. 6 L’articolazione del lavoro potrà essere ridefinita con orari differenziati che favoriscano il distanziamento sociale riducendo il numero di presenze in contemporanea nel luogo di lavoro e prevenendo assembramenti all’entrata e all’uscita con flessibilità di orario. È essenziale evitare aggregazioni sociali anche in relazione agli spostamenti per raggiungere il posto di lavoro e rientrare a casa (commuting), con particolare riferimento all’utilizzo del trasporto pubblico. Per tale motivo vanno incentivate forme di trasporto verso il luogo di lavoro con adeguato distanziamento fra i viaggiatori e favorendo l’uso del mezzo privato.

9. Gestione entrata e uscita dei dipendenti E’ necessario favorire orari di ingresso/uscita scaglionati in modo da evitare il più possibile contatti nelle zone comuni (ingressi, locali di preparazione e consumazione dei pasti). Ove possibile occorre individuare una porta di ingresso e una di uscita.

10. Spostamenti interni, riunioni, eventi interni e formazione
Gli spostamenti all’interno dello studio professionale devono essere limitati al minimo indispensabile e nel rispetto delle indicazioni del datore di lavoro. E’ preferibile non svolgere riunioni in presenza. Laddove le stesse fossero connotate dal carattere della necessità e urgenza, nell’impossibilità di collegamento a distanza, dovrà essere ridotta al minimo la partecipazione necessaria e, comunque, dovranno essere garantiti il distanziamento interpersonale e un’adeguata pulizia/areazione dei locali. Eventuali riunioni dovranno essere effettuate quindi in locali ampi e con tavoli di congrue dimensioni che permettano il distanziamento a posti alternati dei partecipanti che dovranno comunque indossare mascherina chirurgica e guanti monouso. Sono sospesi e annullati tutti gli eventi interni e ogni attività di formazione in modalità in aula, anche obbligatoria, anche se già organizzati; è comunque possibile, qualora l’organizzazione dello studio lo permetta, effettuare la formazione a distanza, anche per i lavoratori in smart working. Il mancato completamento dell’aggiornamento della formazione professionale e/o abilitante entro i termini previsti per tutti i ruoli/funzioni aziendali in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, dovuto all’emergenza in corso e quindi per causa di forza maggiore, non comporta l’impossibilità a 7 continuare lo svolgimento dello specifico ruolo/funzione (a titolo esemplificativo: l’addetto all’emergenza, sia antincendio, sia primo soccorso, può continuare ad intervenire in caso di necessità).

11. Gestione di una persona sintomatica in studio
Una persona presente in studio che sviluppi febbre e sintomi di infezione respiratoria quali la tosse, deve dichiararlo immediatamente al datore di lavoro e si dovrà procedere al suo isolamento in base alle disposizioni dell’Autorità sanitaria. Il datore di lavoro procede immediatamente ad avvertire le autorità sanitarie competenti e i numeri di emergenza per il COVID-19 forniti dalla Regione o dal Ministero della Salute. Il datore di lavoro collabora con le Autorità sanitarie per la definizione degli eventuali “contatti stretti” di una persona presente in studio che sia stata riscontrata positiva al tampone COVID-19. Ciò al fine di permettere alle autorità di applicare le necessarie e opportune misure di quarantena. Nel periodo dell’indagine, il datore di lavoro potrà chiedere agli eventuali possibili contatti stretti di lasciare cautelativamente lo studio, secondo le indicazioni dell’Autorità sanitaria. Il lavoratore al momento dell’isolamento, deve essere subito fornito, ove già non lo fosse, di mascherina chirurgica.

12. Sorveglianza sanitaria, medico competente/RLS
Per quanto riguarda la sorveglianza sanitaria e il ruolo del medico competente il Protocollo prevede dei contenuti particolarmente importanti. Il protocollo non prevede una sorveglianza sanitaria specifica legata al virus COVID-19 ma si rammenta che negli studi professionali il medico competente viene nominato e la sorveglianza sanitaria viene effettuata generalmente in presenza di lavoratori videoterminalisti. La sorveglianza sanitaria periodica, stabilisce il protocollo, non deve essere interrotta, perché rappresenta una ulteriore misura di prevenzione di carattere generale che può consentire di intercettare possibili casi e sintomi sospetti del contagio e permettere una ulteriore informazione e formazione ai lavoratori. 8 Nell’integrare e proporre tutte le misure di regolamentazione legate al COVID-19 il medico competente, ove nominato, collabora con il datore di lavoro e (se presenti) i RLS/RLST. Lo stesso segnala al datore di lavoro, anche attraverso un suo coinvolgimento nella fase di riapertura dello studio, situazioni di particolare fragilità (anche legate all’età del lavoratore) e patologie attuali o pregresse dei dipendenti provvedendo alla loro tutela nel rispetto della privacy. Egli può altresì suggerire l’adozione di eventuali mezzi diagnostici qualora ritenuti utili al fine del contenimento della diffusione del virus e della salute dei lavoratori. Gli strumenti diagnostici consistono nell’esecuzione di specifica sierologia come da allegato al presente documento. Particolare attenzione deve essere posta sul reinserimento lavorativo di soggetti con pregressa infezione da COVID 19.
Per il reintegro progressivo di questi ultimi il medico competente, previa presentazione di certificazione di avvenuta negativizzazione del tampone secondo le modalità previste dalle singole Regioni (certificato di avvenuta negativizzazione emesso dal Servizio Igiene e Sanità Pubblica), effettua la visita medica precedente alla ripresa del lavoro, in caso di assenza per motivi di salute di durata superiore ai sessanta giorni continuativi, al fine di verificare l’idoneità alla mansione o per valutare profili specifici di rischiosità indipendentemente dalla durata dell’assenza per malattia.

09 COME LAVORARE IN SICUREZZA NEL PERIODO EMERGENZA COVID-19 - Informare i lavoratori con la consegna e l’affissione di un documento contenente le regole per la gestione dell’emergenza (non recarsi al lavoro in caso di febbre oltre i 37,5 gradi; informare immediatamente il datore di lavoro in caso di sintomi; lavare frequentemente le mani ed utilizzare i detergenti; pulire le postazioni di lavoro; rispettare la distanza di sicurezza di un metro; utilizzare le mascherine chirurgiche; rispettare eventuali turni di lavoro e le regole per gli spazi comuni). E’ utile far firmare al lavoratore per accettazione le indicazioni sopra riportate. - Informare i clienti, i fornitori, gli addetti alle pulizie e i manutentori delle regole per la gestione dell’emergenza attraverso l’affissione o la consegna di documenti informativi. - Pulire quotidianamente le postazioni e l’ufficio coinvolgendo nell’operazione gli stessi lavoratori. - Sanificare periodicamente l’ambiente. - Organizzare il luogo di lavoro in modo tale da evitare assembramenti e contatti ravvicinati e garantire la distanza di sicurezza (un metro). Ciò vale non solo per il luogo in cui si svolge l’attività lavorativa, ma anche per gli spazi comuni. - Distribuire le mascherine chirurgiche e disporne l’utilizzo in caso di impossibilità di rispettare la distanza di sicurezza. - Favorire lo smart working. - Coinvolgere il medico competente, qualora nominato, nella fase di riapertura e di sorveglianza sanitaria (ad esempio nelle visite mediche per i lavoratori videoterminalisti) in modo da individuare situazioni di rischio. - Contattare l’Autorità sanitaria in caso di lavoratori con sintomi o positivi al COVID-19.

10 ALLEGATO La sierologia dedicata al Virus Sars-Cov 2 L’esame sierologico ha come obiettivo l’individuazione di anticorpi neutralizzanti e protettivi a lungo termine contro il Sars-Cov 2 nel sangue del soggetto. Si specifica che le IgM sono anticorpi che si formano nella prima fase della malattia –dopo 4-7 gg- e le IgG invece vengono a sintetizzazione dopo 10-14 gg. Le IgG sono solitamente permanenti ed in caso di nuovo contatto con lo stesso agente infettivo sono protettive in quanto la memoria immunologica del soggetto ne garantisce una pronta sintesi. Nel caso del Virus in questione la protezione verso nuovo contatto è “potenziale” in quanto solo un secondo ciclo epidemico potrà comprovarne l’efficacia. Comunque studi già pubblicati verificano l’efficacia dell’uso di plasma di pazienti guariti (quindi ricco in IgG) nella guarigione di pazienti in fase acuta. Esecuzione dei test. Vi sono due modalità di esecuzione di test sierologici: Test quantitativo: è effettuato su prelievo di sangue venoso e permette di titolare gli anticorpi. Laddove la sola presenza di IgG superi il valore indicato dalla metodica scelta il soggetto può considerarsi potenzialmente immune. L’indagine solitamente è eseguita dai laboratori pubblici o dai laboratori privati accreditati con il pubblico Test rapido: è un test qualitativo su sangue capillare di screening che permette di verificare la presenza o meno di anticorpi ma non la quantità. In caso di positività (presenza di IgM, di IgM e di IgG, di IgG ) va comunque confermato con un tampone naso faringeo. L’analisi può avere tre esiti: A. Assenza di contatto con il virus (mancanza di IgM e di IgG): il soggetto è suscettibile all’infezione. Ciò non significa che il lavoratore è a rischio ma che deve solo monitorare il suo stato di salute (ad esempio la temperatura). Dovrà ripetere il test (anche rapido e a cura del medico competente) dopo un tempo congruo (ad esempio mensilmente) fino a sieroconversione o a somministrazione (quando disponibile) del vaccino specifico.

11 B. Presenza di IgM : il soggetto ha avuto un contatto recente con il virus che va confermato con il tampone oro-faringeo e nasale. Se negativo il lavoratore non è a rischio e non è contagioso e dopo alcune settimane dovrà ripetere il test per verificare la siero conversione attraverso la presenza di IgG (può lavorare). Se il tampone fosse positivo il lavoratore deve essere messo in quarantena fino a negativizzazione. In caso di contemporanea presenza di IgM e di IgG si consiglia ugualmente l’esecuzione del tampone naso-faringeo per verificare l’eventuale infettività del soggetto. C. Presenza di sole IgG a livello neutralizzante (dipendente dalla metodica): il soggetto è venuto a contatto con il Virus, si è siero convertito ed ha sviluppato una potenziale immunità. Il soggetto può lavorare e non deve sottoporsi ad altre indagini




La AstraZeneca ha concluso i primi accordi per avviare la produzione di 400 milioni di dosi di vaccino previste per settembre


Coronavirus:i chi sono i volontari che sperimentano il vaccino


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Dalla multinazionale AstraZeneca, che si occuperà della produzione e la distribuzione del vaccino in sviluppo presso lo Jenner Institute dell’Università di Oxford in collaborazione con la Advent-Irbm di Pomezia, arriva un aggiornamento. Come riporta l’Ansa, l’azienda ha concluso i primi accordi per produrre almeno 400 milioni di dosi con le prime consegne a settembre.

Vaccino Oxford, “1 miliardo di dosi per 2020/21”

Per il 2020 e il 2021 è prevista invece una produzione di un miliardo di dosi. La compagnia ha inoltre fatto sapere che dopo la prelazione di 30 milioni di dosi da parte del governo inglese, sono in corso accordi con altri Paesi europei per garantire una “ampia ed equa fornitura del vaccino nel mondo, con un modello no-profit, durante la pandemia”.
Questa pandemia, ha affermato Pascal Soriot, Chief Executive Officer di Astrazeneca, “è una tragedia globale. Dobbiamo sconfiggere il virus insieme. Faremo tutto ciò che è in nostro potere per rendere questo vaccino disponibile velocemente e su larga scala”.
La compagnia sta anche lavorando a nuovi anticorpi per neutralizzare il virus SarsCov2, al fine di prevenire e trattare la progressione dell’infezione Covid-19.
L’obiettivo è arrivare alla sperimentazione clinica sull’uomo nei prossimi 3-5 mesi.
Sono in corso anche sperimentazioni su farmaci già esistenti per il trattamento dell’infezione Covid-19.

Vaccino Oxford, conclusa la prima sperimentazione

Qualche giorno fa, si è conclusa la prima fase di sperimentazione del vaccino italo-inglese, che avrebbe prodotto “risultati positivi”, stando a quanto affermato da Piero Di Lorenzo, presidente di Irbm.
La sperimentazione era partita lo scorso 23 aprile su 510 volontari, che stanno tutti bene, e avrà inizio a breve una nuova sperimentazione su 3000 volontari.
Giunge notizia che anche gli Usa entrano a far parte del team per lo sviluppo del vaccino in sperimentazione a Oxford. Come riporta l’Ansa, l’Autorità Usa ha dato il via libera per un finanziamento di oltre 1 miliardo di dollari.

Vaccino Oxford, Usa finanziano lo sviluppo

Gli Usa entrano nella squadra per lo sviluppo del vaccino in sperimentazione a Oxford e al quale collabora anche l’azienda italiana Irbm di Pomezia. Un finanziamento di oltre 1 miliardo di dollari è stato concesso dall’Autorità Usa per lo sviluppo, la produzione e la fornitura del vaccino in autunno.
La fase 3 dello sviluppo prevede una sperimentazione clinica su 30mila persone e anche una sperimentazione pediatrica.