L'attacco hacker che ha colpito la Regione Lazio sta mettendo in pericolo la sicurezza nazionale
L’attacco hacker che ha colpito la Regione Lazio nella giornata di domenica 1° agosto e che è tutt’ora in corso sta mettendo in pericolo la sicurezza nazionale. Lo scrive ‘La Repubblica’, secondo cui i servizi di intelligence italiani parlerebbero di questo attacco come “il più pericoloso e delicato mai visto in Italia”.
Una banda organizzata di criminali informatici ha sferrato un attacco hacker alla Regione Lazio, prendendo in ostaggio i dati sanitari di tutti i cittadini (incluse le più alte cariche dello Stato e i principali rappresentanti della classe dirigente politica ed economica) a partire da quelli sulle vaccinazioni (come anamnesi, storia sanitaria personale e malattie particolari).
I servizi di intelligente italiani, che stanno lavorando ininterrottamente assieme ai servizi dei Paesi alleati per risolvere l’attacco, non sono ancora riusciti a trovare una soluzione.
Sull’attacco hacker sta indagando la Procura di Roma, assieme alla Polizia Postale.
I servizi di intelligence sono invece impegnati nel tentativo di capire la natura dell’attacco.
I tecnici, invece, stanno provando a neutralizzare l’attacco.
Attacco hacker alla Regione Lazio: le piste
Secondo la prima informativa inviata agli organi di sicurezza, come riporta ‘La Repubblica’, non si sarebbe trattato un attacco di uno Stato straniero.
Chi ha ordinato l’attacco lo avrebbe fatto, stando a quanto emerso dalle prime indagini e riferito da ‘La Repubblica’, per sabotare la rete, più che per rubare dati. La pista no vax, scrive ‘La Repubblica’, è un’ipotesi.
La paura, però, è che i dati sanitari della classe dirigente italiana possano essere venduti sul mercato nero e che possa essere messa all’asta la capacità di sabotare la campagna vaccinale del Lazio.
Se nelle prime ore era stata valutata la possibilità di un attacco a scopo politico, adesso la matrice sembra principalmente criminale.
Dalle indagini è emerso che l’attacco è partito dalla Germania, anche se potrebbe trattarsi anche solo di una triangolazione studiata per rendere non riconoscibile il luogo di partenza degli hacker.
Attacco hacker alla Regione Lazio: come sono entrati nel sistema
Gli hacker si sono introdotti nel sistema informatico della Regione Lazio non attraverso una mail, bensì da una postazione lasciata aperta, cioè un computer collegato alla rete dell’agenzia Lazio Crea.
In queste ore, tra le cose, si sta tentando di capire se la postazione sia stata lasciata aperta per caso o dimenticanza oppure volontariamente.
Da quella postazione è stato inserito un malware abbastanza comune, ma che, a causa dell’inadeguato sistema di protezione delle reti sanitarie della Regione Lazio, è riuscito ad arrivare fino al CED (il Centro di Elaborazione Dati della Regione Lazio, dove sono contenuti tutti i dati sanitari).
Al momento non sono stati cancellati dati.
Per bloccare l’attacco, però, i tecnici hanno dovuto spegnere il CED. La paura è che, una volta fatto ripartire, i dati possano essere cancellati o resi inutilizzabili.
Attacco hacker alla Regione Lazio: il riscatto
Nel pomeriggio di domenica è stata trovata una mail in cui veniva indicato un indirizzo mail a cui pagare il riscatto, senza però indicare la cifra.
Secondo attacco hacker alla Regione Lazio
Nella notte tra domenica e lunedì, all’1,30, i tecnici hanno tentato di riavviare il CED ma è partito un nuovo attacco hacker.
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