Fatta dal di
dentro si rischia di produrre un prodotto o ermetico o superficiale. Ermetico
in quanto chi lo analizza rischia di non trovare riscontri con la realtà che
deve fotografare ed analizzare e superficiale in quanto facente parte
integrante del prodotto non riesce a valutare in maniera obiettiva le
problematiche che i processi lavorativi denunciano, certe volte, anche in
maniera evidente.
Il più delle
volte non si arriva alla eliminazione dei rischi o alla loro riduzione per confidenza
ed assuefazione al rischio che
determina un conseguente calo di
attenzione.
Tra gli altri motivi che non consentono di pervenire a un risultato ottimale, già previsto dal
legislatore quando ci dice di eliminare i rischi “in relazione alle conoscenze acquisite in base al progresso tecnico e,
ove ciò non è possibile, alla loro riduzione al minimo“.
La necessità di sostituire “ciò che è pericoloso con ciò che non lo è, o è meno pericoloso” non
deve essere il risultato dell’accadimento di un infortunio che non abbiamo
saputo prevedere o sottovalutare, ma l’esigenza di una conoscenza dell’avanzamento
delle tecnologie del settore in cui si opera.
La riduzione
del rischio e quindi l’attuazione di un maggior grado di sicurezza nella nostra
azienda deve passare attraverso tutte quelle raccomandazioni che vengono
inserite come raccomandazioni nei capitoli precedenti alle procedure operative;
all’eliminazione
dei rischi in relazione alle conoscenze acquisite in base al progresso tecnico
e, ove ciò non è possibile, alla loro riduzione al minimo;
alla riduzione dei rischi alla fonte;
alla
programmazione della prevenzione mirando a un complesso che integra in modo
coerente nella prevenzione le condizioni tecniche produttive e organizzative dell'azienda
nonché l'influenza dei fattori dell'ambiente di lavoro;
alla
sostituzione di ciò che è pericoloso con ciò che non lo è, o è meno pericoloso;
al
rispetto dei principi ergonomici nella concezione dei posti di lavoro, nella
scelta delle attrezzature e nella definizione dei metodi di lavoro e
produzione, anche per attenuare il lavoro monotono e quello ripetitivo;
alla
priorità delle misure di protezione collettiva rispetto alle misure di
protezione individuale;
alla
limitazione al minimo del numero dei lavoratori che sono, o che possono essere,
esposti a un rischio;
all’utilizzo
limitato degli agenti chimici, fisici o biologici, sui luoghi di lavoro;
al controllo sanitario dei lavoratori in
funzione dei rischi specifici;
all’
allontanamento del lavoratore dall'esposizione a rischio, per motivi sanitari
inerenti la sua persona;
all’adozione
di misure igieniche;
all’adozione
di misure di protezione collettiva e individuale;
all’adozione
di misure di emergenza da attuare in caso di pronto soccorso, di lotta
antincendio, di evacuazione dei lavoratori e di pericolo grave e immediato;
all’uso
di segnali di avvertimento e di sicurezza;
al
regolare manutenzione di ambienti, attrezzature, macchine e impianti, con
particolare riguardo ai dispositivi di sicurezza in conformità alla indicazione
dei fabbricanti;
all’informazione,
formazione, consultazione e partecipazione dei lavoratori ovvero dei loro rappresentanti,
sulle questioni riguardanti la sicurezza e la salute sul luogo di lavoro;
a fornire istruzioni adeguate ai
lavoratori.
Non bisogna mai dare niente per scontato
anche se l’ipotesi di un infortunio è remota.
La formazione e l’informazione di un
lavoratore deve iniziare dalla conoscenza del proprio ruolo all’interno
dell’azienda della quale è entrato a far parte ad opera del datore di lavoro
fornendogli:
informazioni sull'azienda, sull'attività in generale e sui
rischi per la salute;
facendolo visitare da un medico per verificare l'idoneità e
il suo stato di salute all'assunzione (nei casi previsti dalla legge);
facendogli conoscere l'ambiente di lavoro per favorire il
suo inserimento;
facendogli conoscere
le persone dell'azienda a cui deve rivolgersi per le varie evenienze in particolare:
chi è il
responsabile del servizio dì prevenzione e protezione,
chi è il
rappresentante dei lavoratori per la sicurezza,
il nominativo del medico competente,
chi sono i suoi superiori (dirigenti e preposti), e gli addetti alle misure di emergenza.
Informandolo sulle regole, sui modi di lavorare e sui comportamenti
da seguire nell'ambiente di lavoro; sui compiti precisi della sua mansione e
dei rischi ad essa legati; su quello che l'azienda ha fatto per la salute e la
sicurezza dei lavoratori; sul modo di lavorare per ridurre i rischi di infortunio
o di malattia.
Inoltre lo addestra in modo che possa svolgere i propri
compiti in sicurezza, insegnandogli come usare correttamente i mezzi di
prevenzione personale e collettiva; verificando, in modo particolare nel primo
periodo, che impari a lavorare in sicurezza e cosa fare in caso di incidente,
infortunio o in caso di emergenza.
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