Manuale per la valutazione del rischio amianto
Il presente Manuale per la valutazione del rischio amianto nelle agenzie ambientali è stato realizzato nell'ambito della attività del Centro Interagenziale "Igiene e Sicurezza del Lavoro" dal gruppo di lavoro costituito da ISPRA, ARPA Piemonte, ARPA Liguria, ARPA Basilicata, ARPA Puglia ed ARPA Sardegna, con un significativo contributo da parte di due agenzie esterne al gruppo: ARPA Toscana e ARPA Veneto. Ha coordinato i lavori con tanta pazienza ARPA Piemonte in un periodo in cui, va detto, la cronica mancanza di risorse ha reso più rara la possibilità di spostarsi e quindi di partecipare ai momenti confronto e condivisione, dilatando i tempi di realizzazione. D'altra parte è una sfida che abbiamo già raccolto e stiamo già affrontando per i nuovi tavoli di lavoro: incontri solo quando strettamente indispensabili; spazi di lavoro virtuali dove è possibile trovare, inserire e modificare documenti e materiali in formato elettronico; riunioni in aule anch'esse virtuali gestite da piattaforme elettroniche nelle quali è possibile lavorare in gruppo, in collegamento video, audio, chat e condividendo documenti e desktop.
Tuttavia questa difficoltà non ha assolutamente influito sull'alto valore tecnico del manuale, che costituisce un solido punto di riferimento per gli addetti ai lavori della valutazione dei rischi - Datori di Lavoro, Responsabili e Addetti dei Servizi di Prevenzione e Protezione delle Agenzie Ambientali - che si trovano a dover garantire la salute e la sicurezza degli operatori esposti a rischi derivanti dall'uso deliberato o meno di MCA.
In ogni caso, le indicazioni riportate nel presente manuale devono essere adattate alle specificità di ciascuna realtà agenziale e confrontate costantemente con la normativa vigente in materia di sicurezza sul lavoro; devono pertanto inevitabilmente essere considerate solo un utile riferimento per tutti i soggetti titolari di posizioni di garanzia giuridica nella tutela della salute e sicurezza dei lavoratori.
Il termine asbesto (o amianto) indica, come definito nell’articolo 247 del D.lgs. 81/2008 e s.m.i., un gruppo di sei minerali caratterizzati da aspetto fibroso, facenti parte degli inosilicati, rientranti nelle serie mineralogiche del serpentino e degli anfiboli , che risultano presenti in natura in diverse zone del pianeta.
La materia risulta regolamentata dal Decreto Legislativo 9 aprile 2008, n. 81 e s.m.i. recante “Attuazione dell’articolo 1 della Legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro”, in particolare dal Capo III inerente la “Protezione dei rischi connessi all’esposizione all’amianto”.
Si riportano nel seguito, al fine di meglio contestualizzare gli elementi di base della norma relativamente agli aspetti trattati nel seguente documento, gli articoli:
• articolo 246 “Campo di applicazione”;
• articolo 249 “Valutazione del rischio”;
• articolo 251 “Misure di prevenzione e protezione”;
• articolo 253 “Controllo dell’esposizione”;
• articolo 254 “Valore limite”.
Le attività svolte dalle Agenzie che prevedono l’effettuazione di sopralluoghi ed il campionamento di materiali sospetti di contenere amianto sono molteplici e spaziano dai monitoraggi dell’aria per presenza di amianto di origine antropica o naturale (indoor e outdoor), agli interventi in cantieri di bonifica, ai controlli in cave di estrazione di ofioliti ed ex miniere di amianto, alla valutazione dello stato di degrado di MCA in sede (prevalentemente coperture a seguito di esposti), alla gestione di rifiuti (abbandonati e non), ecc..
Tuttavia questa difficoltà non ha assolutamente influito sull'alto valore tecnico del manuale, che costituisce un solido punto di riferimento per gli addetti ai lavori della valutazione dei rischi - Datori di Lavoro, Responsabili e Addetti dei Servizi di Prevenzione e Protezione delle Agenzie Ambientali - che si trovano a dover garantire la salute e la sicurezza degli operatori esposti a rischi derivanti dall'uso deliberato o meno di MCA.
In ogni caso, le indicazioni riportate nel presente manuale devono essere adattate alle specificità di ciascuna realtà agenziale e confrontate costantemente con la normativa vigente in materia di sicurezza sul lavoro; devono pertanto inevitabilmente essere considerate solo un utile riferimento per tutti i soggetti titolari di posizioni di garanzia giuridica nella tutela della salute e sicurezza dei lavoratori.
Il termine asbesto (o amianto) indica, come definito nell’articolo 247 del D.lgs. 81/2008 e s.m.i., un gruppo di sei minerali caratterizzati da aspetto fibroso, facenti parte degli inosilicati, rientranti nelle serie mineralogiche del serpentino e degli anfiboli , che risultano presenti in natura in diverse zone del pianeta.
La materia risulta regolamentata dal Decreto Legislativo 9 aprile 2008, n. 81 e s.m.i. recante “Attuazione dell’articolo 1 della Legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro”, in particolare dal Capo III inerente la “Protezione dei rischi connessi all’esposizione all’amianto”.
Si riportano nel seguito, al fine di meglio contestualizzare gli elementi di base della norma relativamente agli aspetti trattati nel seguente documento, gli articoli:
• articolo 246 “Campo di applicazione”;
• articolo 249 “Valutazione del rischio”;
• articolo 251 “Misure di prevenzione e protezione”;
• articolo 253 “Controllo dell’esposizione”;
• articolo 254 “Valore limite”.
Le attività svolte dalle Agenzie che prevedono l’effettuazione di sopralluoghi ed il campionamento di materiali sospetti di contenere amianto sono molteplici e spaziano dai monitoraggi dell’aria per presenza di amianto di origine antropica o naturale (indoor e outdoor), agli interventi in cantieri di bonifica, ai controlli in cave di estrazione di ofioliti ed ex miniere di amianto, alla valutazione dello stato di degrado di MCA in sede (prevalentemente coperture a seguito di esposti), alla gestione di rifiuti (abbandonati e non), ecc..
Manuale per la valutazione del rischio amianto
L’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), le Agenzie Regionali per la Protezione dell'Ambiente (ARPA), le Agenzie Provinciali per la Protezione dell'Ambiente (APPA) e le persone che agiscono per loro conto non sono responsabili per l’uso che può essere fatto delle informazioni contenute in questo manuale
Coordinamento editoriale:
Daria Mazzella
ISPRA – Settore Editoria
Autori
Tavolo di Lavoro:
ISPRA
Fabio Cianflone, Antonio Amoruso
ARPA Piemonte (Agenzia Leader)
Cinzia Cazzola
ARPA Liguria
Elio Zunino, Massimiliano Albertazzi
ARPA Puglia
Barbara Valenzano, Claudio Lo Frumento, Emanuela Laterza
ARPA Basilicata
Donato Lapadula, Sante Muro, Luigi Leone
ARPA Sardegna
Si ringraziano ARPA Toscana e ARPA Veneto che hanno collaborato inviando interessante materiale utilizzato nella stesura del documento
L’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), le Agenzie Regionali per la Protezione dell'Ambiente (ARPA), le Agenzie Provinciali per la Protezione dell'Ambiente (APPA) e le persone che agiscono per loro conto non sono responsabili per l’uso che può essere fatto delle informazioni contenute in questo manuale
Coordinamento editoriale:
Daria Mazzella
ISPRA – Settore Editoria
Autori
Tavolo di Lavoro:
ISPRA
Fabio Cianflone, Antonio Amoruso
ARPA Piemonte (Agenzia Leader)
Cinzia Cazzola
ARPA Liguria
Elio Zunino, Massimiliano Albertazzi
ARPA Puglia
Barbara Valenzano, Claudio Lo Frumento, Emanuela Laterza
ARPA Basilicata
Donato Lapadula, Sante Muro, Luigi Leone
ARPA Sardegna
Si ringraziano ARPA Toscana e ARPA Veneto che hanno collaborato inviando interessante materiale utilizzato nella stesura del documento
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