Oggi si consumano in Italia milioni di ore di formazione. Non so dire quante per non essere un osservatorio incaricato di questo quantificazione e non sono un operatore dello stato o un politico preposto a farlo per trarne indicazioni sui punti deboli da risolvere in chiave, quanto meno, se non risolutivo del problema, ma in senso critico di una questione morale e tecnica che da anni, come operatore ispettivo di una piccola realtà del territorio, mi poneva difronte ad affermazioni
di volontà che nella realtà dei fatti affermavano una cosa e poi faceva l'esatto contrario.
Forse è la nostra latinità che da sempre afferma e produce linee di legalità ancora sui muri di Roma per poi disattenderle nella sostanza per mille ragioni e non una che non possono trovare accoglimento difronte a situazioni di malaffare che testi- moniano il diverso impiego delle risorse economiche disattendendo il benessere di chi è chiamato come attori a realizzarlo economicamente, tecnicamente e moralmente.
Sono arrivato quasi alla fine della mia esistenza, ma il benessere sociale è ancora da realizzare in maniera in quanto gli attori delegati a farlo sono digiuni della ragionevolezza necessaria e portatori di limiti che li portano a modificare quello che non capiscono per quello che ritorna egoisticamente utile al loro credo politico senza comprendere i limiti del potere da loro conquistato e senza mai essere responsabili dei disastri che producono.
Il giorno dopo occorre realismo politico con la necessità di conservare la ragione e la certezza di codificare principi validi nel tempo che poi vanno applicati con la certezza della riuscita e dell'instaurazione di una pena certa per il risanamento del benessere che tutti attendiamo da un modo di agire universalmente noto e richiesto dalla morale dalla nascita dell'uomo nel quale è insito.
Per fare bisogna saper fare, conoscere la materia da manipolare per cui chi si inventa imprenditore deve osservare gli stessi principi nel prendere e nel dare, cioè nel restituire le cose non soltanto in una forma piacevole ma sicure e durature nel tempo.
Le idee che sono alla base della riuscita hanno il diritto di cittadinanza nell'utiliz- zo in sicurezza da parte di tutti, ma conferite ed utilizzate nel rispetto di regole ferme, rinnovali soltanto quando l'esperienza lo consente.
I soggetti che vi partecipano devono accettare i presupposti necessari per la riusci
ta nella fase di formazione obbligatoria individuale e di coordinamento delle risorse.
E' più che mai necessario il ritorno a controlli certi senza negare una contravven- zione a nessuno consistente nella fermata e nell'addebito delle perdite produttive che andranno ad accumularsi, nel ristoro obbligatorio per gli operatori meritevoli di mancati incidenti e delle corrette applicazioni delle regole.
Dobbiamo ritornare ad essere esseri coscienti delle nostre precarietà e abituarci a utilizzare la nostra vita per il benessere collegiale anche nella diversità dialettica senza offendere o umiliare l'avversario o la controparte che non deve finire i suoi giorni in una contrapposizione improduttiva nel momento che il sistema continua ad utilizzarla come elemento critico.
Gioacchino Ruocco
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