È in vigore dal 28 agosto 2015 la L. 7 agosto 2015, n. 124, Deleghe al Governo in materia di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche.
Oltre che della semplificazione amministrativa e della riorganizzazione dell’amministrazione dello Stato, comprese le funzioni ed il funzionamento delle Camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura, la 124/2015 si pone l’obiettivo della “promozione dellaconciliazione dei tempi di vita e di lavoro nelle amministrazioni pubbliche”(art. 14, capo III, “personale”).
L’argomento è di sicuro interesse e va inserito fra quelli trattati da questa rubrica, per l’impatto sulle amministrazioni pubbliche che sono tenute ad adottare misure organizzative volte a fissare obiettivi annuali:
- per l’attuazione del telelavoro;
- per la sperimentazione, anche al fine di tutelare le cure parentali, di nuove modalità spazio-temporali di svolgimento della prestazione lavorativa.
In questo senso, specialmente per le nuove modalità spazio-temporali di lavoro, l’impegno delle amministrazioni deve essere tale da consentire “entro tre anni, ad almeno il 10 per cento dei dipendenti… di avvalersi di tali modalità”. Ciò dovrà avvenire con la garanzia che gli interessati “non subiscano penalizzazioni ai fini del riconoscimento di professionalità e della progressione di carriera”.
A questo scopo la norma prevede che sulle misure organizzative e sul raggiungimento dei relativi obiettivi, all’interno delle pubbliche amministrazioni verranno attivate azioni divalutazione dei percorsi di misurazion: a) della performance organizzativa e b) individuale.
Spetta alle stesse amministrazioni pubbliche adeguare i propri sistemi di monitoraggio e controllo interno, “individuando specifici indicatori per la verifica dell’impatto sull’efficacia e sull’efficienza dell’azione amministrativa, … sulla qualità dei servizi erogati, delle misure organizzative adottate in tema di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro dei dipendenti”.
Nell’ambito dell’obiettivo di conciliare i tempi di vita e di lavoro dei dipendenti, le amministrazioni azioni pubbliche, “stipulano convenzioni con asili nido e scuole dell’infanzia e a organizzano, anche attraverso accordi con altre amministrazioni pubbliche, servizi di supporto alla genitorialità, aperti durante i periodi di chiusura scolastica”.
Per l’attuazione di questi obiettivi è prevista una direttiva della Presidenza del consiglio dei ministri che ne definisca indirizzi e linee guida, tenendo conto del parere della Conferenza unificata ex DLgs 281/1997 (“Definizione ed ampliamento delle attribuzioni della Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni…”).
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