I datori di lavoro hanno l'obbligo morale,
oltre che legale, di garantire un ambiente di lavoro sicuro e salubre. Del
resto il rispetto di questo obbligo comporta anche vantaggi economici: la
perdita di un valido dipendente rappresenta un danno per l'impresa, senza
considerare i costi di assunzione e di inserimento dei rimpiazzi.
Forti
perdite per un infortunio in alta stagione
La maggior parte degli infortuni si può
prevenire con una gestione e supervisione adeguate, unite a un'efficace
formazione. La prevenzione degli infortuni è parte integrante della gestione di
un'azienda di successo.
I datori di lavoro possono scongiurare la maggior parte
degli infortuni e delle malattie sul lavoro individuando ed eliminando, o
perlomeno riducendo al minimo, i pericoli sul lavoro.
Come posso evitare i rischi?
5. Rumore
Legislazione
I lavoratori sono tutelati dalla direttiva
89/391/CE (direttiva quadro). Il principio sui cui si fonda
la direttiva è quello della prevenzione dei rischi. La normativa impone
pertanto ai datori di lavoro di svolgere valutazioni del rischio e di garantire
salubrità e sicurezza dei luoghi di lavoro.
La direttiva quadro è stata integrata da
singole direttive, fra cui la direttiva europea sull'orario di lavoro, la
direttiva 89/654/CE sui luoghi di lavoro e la direttiva 2003/10/CE sul rumore.
Scivoloni, inciampate e cadute
rappresentano la causa più comune di infortunio nel settore alberghiero e della
ristorazione, soprattutto nei locali cucina. Si tratta di infortuni che sono
principalmente provocati da superfici rese scivolose dall'acqua, da residui di
cibo o dall'olio. L'uso delle calzature sbagliate aumenta il rischio. Una serie
di altri fattori può inoltre accrescere le probabilità di infortunio come, ad
esempio, camminare troppo in fretta o correre, la semplice distrazione e il
mancato uso dei corrimano sulle scale.
Cosa si può fare?
- Valutare il rischio specifico e mettere a punto
un piano per eliminare o ridurre al minimo i rischi e informare il
personale.
- Provvedere a una corretta pulizia dell'ambiente
di lavoro e delle zone calpestabili e mantenere questi spazi liberi da
ostacoli.
- Utilizzare calzature adeguate.
- Garantire un'illuminazione idonea.
- Chiudere gli sportelli di forni, lavastoviglie e
dispense.
- Camminare adagio – evitare di correre.
- Le scale a pioli devono essere della giusta
lunghezza e le estremità inferiori e superiori delle barre laterali vanno
muniti di dispositivi antiscivolo. Non utilizzare mai altri oggetti, come
sedie, scatole o bidoni, al posto della scala.
- Le trombe delle scale devono essere ben
illuminate e dotate di robusti corrimano.
- Utilizzare tappetini antiscivolo.
- Collocare segnali di sicurezza per avvisare del
pericolo.
- Fare attenzione alle zone che sono nascoste alla
vista come freezer, celle frigorifero e magazzini, banchine di carico e
zone ad accesso vietato.
Una ragazza di 16 anni lavorava in un
fast-food come addetta alla friggitura. Un giorno è scivolata sul pavimento
bagnato perchè la macchina del ghiaccio perdeva acqua. Per evitare la caduta,
si è allungata d'istinto in avanti e un braccio le è finito nella friggitrice
piena di olio bollente a 180°C. La ragazza ha riportato gravi ustioni alla mano
e al braccio sinistro.
Nelle cucine professionali sono molto
diffusi gli utensili taglienti come affettatrici, tritacarne, frullatori e
coltelli. La maggior parte degli infortuni nelle cucine sono ferite da taglio
dovute all'uso oppure alla pulizia di questi utensili.
Cosa si può fare?
- Valutare il rischio specifico e mettere a punto
un piano per eliminare o ridurre al minimo i rischi e informare il
personale.
- I coltelli devono essere ben affilati e mantenuti
in buone condizioni di funzionamento. I coltelli devono essere lavati
separatamente rispetto alle altre stoviglie.
- Utilizzare sempre il coltello specifico per
l'operazione che si sta svolgendo.
- Usare un tagliere adeguato, antiscivolo.
- I coltelli devono essere conservati in un
portacoltelli, su uno scaffale apposito oppure su un supporto magnetico a
parete.
- Istruire i dipendenti a un uso sicuro degli
strumenti di lavoro.
- Fare in modo che tutte le macchine da taglio
siano dotate di protezioni e che tutti i lavoratori ne facciano uso
durante l'utilizzo. Le affettatrici devono essere dotate di protezioni per
i pollici (paradita) e di dispositivi ultima fetta.
- I tasti di spegnimento devono essere facilmente
raggiungibili.
Cosa si può fare?
- Valutare il rischio specifico e mettere a punto
un piano per eliminare o ridurre al minimo i rischi e informare il
personale.
- Usare un vassoio o un carrello per servire
alimenti liquidi o piatti bollenti o per trasportare utensili caldi.
- Avvisare il personale di servizio e i clienti che
i piatti sono caldi.
- Dotare le porte della cucina di finestre, in modo
da garantire un passaggio sicuro per il personale di servizio.
- Insegnare ai dipendenti le opportune tecniche di
manipolazione di oggetti caldi, ad esempio, come sollevare i coperchi
delle pentole mantenendo il corpo a una certa distanza.
- Tenere manici di tegami o pentole rivolti verso
l'interno dei fornelli e non verso i bordi esterni.
- Alzare gli oggetti bollenti con panni asciutti.
L'olio bollente è un grosso pericolo per gli addetti alle friggitrici. Se
l'olio o il grasso non è lasciato raffreddare prima di maneggiare la
friggitrice, o se i lavoratori non utilizzano adeguati dispositivi di
protezione, possono verificarsi ustioni gravi.
Cosa si può fare per garantire un utilizzo sicuro delle friggitrici?
- Usare dispositivi automatici per immergere gli
alimenti.
- Attendere il giorno dopo prima di smaltire l'olio
e i grassi residui, in modo che il contenuto della friggitrice si sia
raffreddato.
- Assicurarsi che i contenitori siano
sufficientemente grandi e resistenti alle alte temperature.
- Indossare adeguati dispositivi di protezione
individuale.
Molte delle attività proprie di questo
settore richiedono operazioni di movimentazione manuale di carichi: sollevare
pentole e tegami pieni oppure cestelli di lavastoviglie, portare pile di
piatti, sporgersi sulle friggitrici per pulirle e aspirare. Un lavoratore può
riportare lesioni di questo tipo con un unico grave incidente, ma spesso anche
in seguito all'accumulo di stress e tensione nel lungo periodo. Sollevare e
trasportare oggetti pesanti è una delle principali cause di mal di schiena,
mentre svolgere attività ripetitive che richiedono l'uso della forza e
l'assunzione di posture scorrette può danneggiare le estremità superiori.
I disturbi muscoloscheletrici (DMS) da movimentazione manuale dei carichi o da
attività ripetitive sono una patologia diffusa nel settore alberghiero e della
ristorazione. I DMS sono disturbi legati all'attività lavorativa che colpiscono
parti specifiche del corpo quali muscoli, articolazioni, tendini, legamenti e
nervi. La maggior parte dei DMS da lavoro è costituita da disturbi di tipo
cumulativo, frutto di un’esposizione ripetuta a carichi di alta o bassa
intensità per un periodo di tempo prolungato. Rientrano peraltro nella nozione
di DMS anche traumi acuti, come fratture, che possono verificarsi a causa di un
infortunio. Questi disturbi interessano prevalentemente la schiena, il collo,
le spalle e gli arti superiori, ma possono anche colpire gli arti inferiori.
I lavoratori del settore alberghiero e della ristorazione sono particolarmente
esposti al rischio di DMS, essendo addetti sovente a mansioni che li portano a
restare a lungo in postura eretta o ad assumere posizioni scorrette. Si tratta
di lavori spesso fisicamente estenuanti, con stress elevato e che impongono
orari di lavoro prolungati. Infine, si tratta del settore che impiega un
elevato numero di lavoratori stagionali e di giovani; nel primo caso, questi
lavoratori non hanno il tempo di adattarsi alla nuova situazione lavorativa,
nel secondo, i lavoratori non hanno alle spalle un'esperienza di lavoro
adeguata.
Cosa si può fare?
- Esaminare le zone di lavoro per individuare
eventuali rischi di DMS e, soprattutto, per stabilire se è possibile
evitare sollevamenti e trasporto di carichi.
- Utilizzare ove possibile mezzi meccanici come
carrelli a due o a quattro ruote.
- Modificare la disposizione del luogo di lavoro
d'accordo con il lavoratore e assicurarsi che i dipendenti ricevano
istruzioni adeguate per il corretto utilizzo dei mezzi meccanici.
- Se è necessario, sollevare o trasportare un
carico, tenere quest'ultimo il più possibile vicino al corpo.
- Acquistare dai fornitori carichi più leggeri e
quantità più ridotte.
- Immagazzinare le merci sugli scaffali in piena
sicurezza.
Il settore alberghiero e della
ristorazione è contraddistinto da un elevato livello di inquinamento acustico:
si pensi, per esempio, al rumore in cucina o in lavanderia, ai segnali di
allarme acustici, alle lavastoviglie, agli impianti, al sistema di
ventilazione, alle macchinette per il caffè, alle operazioni di pulizia, alla
musica nei bar e, ovviamente, alle chiacchiere di colleghi e ospiti.
Sussiste un problema di rumore eccessivo
se i lavoratori sono costretti ad alzare la voce per farsi sentire dal proprio
vicino. L'esposizione ripetuta al rumore per lunghi periodi può avere
conseguenze negative sull'udito.
Cosa si può fare?
- Valutare il rischio specifico e mettere a punto
un piano per eliminare o ridurre al minimo i rischi e informare il
personale.
- Rimuovere fonti di rumore pericolose dal luogo di
lavoro.
- Indossare adeguate protezioni acustiche.
Le sostanze pericolose possono causare
lesioni o malattie da contatto o da uso scorretto. Nel settore alberghiero e
della ristorazione sono presenti numerose sostanze molto pericolose per i
lavoratori: detergenti, detersivi e brillantanti per lavastoviglie, liquidi
disgorganti, prodotti sgrassanti per il forno, detergenti per sanitari,
candeggina, prodotti disinfettanti e disincrostanti. I rischi maggiori sono di
contatto con la cute o gli occhi oppure di inspirazione o ingestione.
Molte sostanze chimiche detergenti sono
pericolose perché corrosive e, se portate accidentalmente a contatto con pelle
o occhi, possono causare ustioni. In assenza di controlli adeguati, alcuni di
questi prodotti possono provocare dermatiti (pelle secca, dolorante o con
problemi di desquamazione) o altre forme di irritazione cutanea nonché asma e
problemi respiratori. Tra le cause di dermatite rientra inoltre il contatto con
alimenti quali succhi di frutta e verdura, proteine di pesce, molluschi, carne
e farina. Un'altra fonte di sostanze irritanti o pericolose deriva
dall'emissione di fumi e vapori di cucina nonchè dal fumo passivo.
Cosa si può fare?
- Valutare il rischio specifico e mettere a punto
un piano per eliminare o ridurre al minimo i rischi e informare il
personale.
- Tenere detersivi e detergenti in contenitori
dversi, per forma o descrizione, da quelli per alimenti. I contenitori con
detergenti e detersivi devono essere contrassegnati da simboli che
permettano a tutti gli utenti di comprenderne la pericolosità.
- Utilizzare dispositivi di protezione durante
l'uso di detersivi e detergenti pericolosi. I dispositivi di protezione
personali comprendono mascherine od occhiali di sicurezza, ove possibile
maschere protettive per evitare inalazioni, guanti di protezione, un
grembiule di gomma e stivali di sicurezza.
- Devono essere fornite istruzioni d'uso in cui
figuri la descrizione dei pericoli per l'uomo e per l'ambiente posti da
questi agenti pulenti pericolosi, oltre che le necessarie misure di
prevenzione e le norme sul corretto comportamento da parte degli
utilizzatori.
- Il modo migliore per proteggere i lavoratori
dall'esposizione al fumo passivo è quello di allestire zone per non
fumatori. Se questo non è possibile, può essere utile installare un buon
impianto di aerazione.
Nel settore alberghiero e della
ristorazione è diffuso l'impiego di gas compresso per la mescita di bevande. Si
tratta di impianti composti da bombole di gas compresso, dotati di un sistema
di condutture nonché di dispositivi di controllo e miscelazione. In molti
ristoranti e birrerie l'impianto e le bombole di gas compresso sono collocati
in cantine scarsamente ventilate.
Per gli impianti di mescita di bevande
possono essere impiegati azoto, anidride carbonica e, in talune circostanze
specifiche, aria compressa. L'anidride carbonica, un gas inodore e incolore che
si sostituisce all'ossigeno, è la sostanza più diffusa.
A seconda della concentrazione di gas e
della durata dell'esposizione, i lavoratori possono accusare mal di testa,
sudorazione eccessiva, accelerazione del ritmo respiratorio, accelerazione del
battito cardiaco, difficoltà respiratoria (dispnea), capogiri, depressione
mentale, disturbi della vista e tremori. A concentrazioni più elevate
l'anidride carbonica si sostituisce all'ossigeno, con una conseguente scarsa
ossigenazione dell'organismo, che a sua volta è causa di alterazione della
capacità di giudizio, perdita di coscienza e persino morte.
Manipolare
anidride carbonica può avere conseguenze tragiche
In un padiglione presso un club sportivo
era stata organizzata una festa nuziale. Essendosi accorta che il suo datore di
lavoro, che era andato a sostituire una bombola di anidride carbonica (CO2),
non tornava, la cameriera è andata a cercarlo e l'ha trovato privo di coscienza
in cantina. Due ospiti, a cui la cameriera ha chiesto aiuto, sono scesi in
cantina e anch'essi hanno perso conoscenza. Altri due ospiti, che hanno cercato
di entrare nella cantina attraverso un accesso secondario, sono riusciti a
scappare appena in tempo. Ecco le cifre di questo tragico incidente: tre
persone hanno perso la vita e due persone gravemente ferite.
Cosa si può fare?
- Conoscere i pericoli ed effettuare una
valutazione del rischio che tenga conto di tutte le persone che possono avere
accesso o che lavorano nelle cantine. I datori di lavoro devono informare
il personale dei rischi specifici associati ai gas usati per mescere le
bevande.
- Installare nuovi contenitori per l'anidride
carbonica a pianoterra, in una zona aperta. Se possibile, spostare gli
impianti per il rifornimento dai piani interrati al pianoterra.
- Nei locali dove potrebbero verificarsi importanti
fughe di gas, garantire un'adeguata ventilazione e installare un sistema
di rilevazione di gas munito di allarme. Questo sistema deve essere sempre
in funzione ed essere concepito per segnalare un rischio mediante segnali
acustici o visivi posizionati all’esterno della zona a rischio.
- Collocare appositi segnali di avvertimento
all'esterno dei locali in cui può verificarsi un'elevata concentrazione di
gas.
- Garantire un'illuminazione adeguata.
- L'accesso a queste zone circoscritte dev'essere
limitato unicamente al personale autorizzato. I lavoratori addetti all'uso
degli impianti di distribuzione del gas devono essere opportunamente
formati affinché si attengano alle istruzioni del fornitore.
- Prevedere piani d'emergenza e formare i
lavoratori sulle relative procedure.
- Programmare le consegne in maniera tale da
garantire che il numero e le dimensioni delle bombole di gas siano ridotti
al minimo.
- Ispezionare e sottoporre a regolare manutenzione
tutte le tubature, le condutture e i rubinetti, seguendo le istruzioni del
fornitore. Un tecnico esterno dovrebbe effettuare un'ispezione generale
una volta all'anno.
Nel settore alberghiero e della
ristorazione non mancano i rischi da esposizione a temperature elevate,
soprattutto nelle operazioni di scarico delle merci, nelle cucine e nel
servizio ai tavoli. Le cucine sono ambienti caldi e umidi; condizioni che
tendono ad aggravarsi ulteriormente nei mesi estivi.
L'esposizione a calore eccessivo sul luogo
di lavoro può provocare una serie di disturbi. I primi indicatori di stress
termico da calore sono la comparsa di eruzioni cutanee e sintomi di svenimento.
Se non si corre ai ripari alla comparsa dei primi sintomi, si rischiano gravi
conseguenze per l'organismo tra cui colpi di calore, collassi e crampi da
calore.
Cosa si può fare?
- Valutare il rischio specifico e mettere a punto
un piano per eliminare o ridurre al minimo i rischi, informare il
personale.
- Installare un impianto di ventilazione generale.
Possono essere utili anche l'aria condizionata o un sistema di
raffreddamento locale. Nelle cucine professionali il metodo più efficace
per abbassare la temperatura ed eliminare i fumi e i vapori contenenti
sostanze pericolose è quello della ventilazione a dislocamento.
- Utilizzare piastre di cottura a induzione, che
sfruttano campi magnetici per produrre ‘calore freddo’, senza utilizzo di
fiamma.
- Ridurre l'umidità tramite l'installazione di
impianti di condizionamento e deumidificatori e intervenendo sulle fonti
di umidità (per esempio, bagni termostatici non coperti, scarichi e
valvole per vapore difettose).
- L'acclimatazione riduce lo stress termico da
calore.
- Per alleviare questi disturbi, permettere al
personale delle pause in zone più fresche.
- Gli sforzi fisici in ambienti di lavoro
surriscaldati dovrebbero essere ridotti al minimo indispensabile.
- Predisporre distributori di acqua potabile fresca
nei pressi dell’area di lavoro, per compensare la perdita di liquidi.
- Indossare un equipaggiamento di protezione
personale. Mettere a disposizione dei lavoratori indumenti freschi, comodi
e traspiranti, per esempio di cotone, che favoriscano la circolazione
dell'aria e l'evaporazione del sudore.
- Informare i dipendenti circa i rischi di lavorare
stando esposti a temperature elevate e dei benefici di controlli adeguati
e di prassi di lavoro corrette.
Nel settore alberghiero e della
ristorazione sussiste un elevato rischio di incendio, soprattutto nelle cucine,
dove si fa uso di gas, fiamma nuda, olio bollente e sostanze infiammabili.
Cosa si può fare?
- Valutare il rischio specifico e predisporre un
piano per eliminare o ridurre al minimo i rischi, informare il personale.
- Mantenere attrezzature elettriche in buono stato
e sottoporle a controlli regolari.
- Apporre termostati alle friggitrici, per evitare
che si surriscaldino.
- Pulire i coperchi unti, estrarre cappucci e
filtri.
- Segnalare le vie di fuga e le uscite di
sicurezza, mantenendo liberi gli accessi.
- Dotare l'azienda di estintori e ispezionarli
regolarmente.
- Installare sistemi automatici antincendio a
spruzzo.
- Impartire a tutti i lavoratori una formazione in materia di sicurezza antincendio.
- Pericoli psicosociali
I fattori di rischio psicosociale sono
collegati all'organizzazione del lavoro e alla pressione mentale richiesta sul
lavoro. Rappresentano importanti fattori di rischio ordini contrastanti,
assenza di controllo sul lavoro e mancanza di sostegno da parte di colleghi o
supervisori. I lavoratori del settore alberghiero e della ristorazione sono
inoltre soggetti a prolungati orari di lavoro, spesso nelle ore notturne e nei
fine settimana. Anche il contatto con clienti difficili può essere fonte di
stress e persino di molestie o abusi.
Lavorare nel
settore alberghiero e della ristorazione non aiuta le relazioni sociali
- Il 47,5% dei lavoratori, almeno un giorno al
mese, lavora per 10 ore o più di seguito.
- La media del monte ore settimanale di un
dipendente è di 43,4 ore.
- Il 71% delle persone lavora di sera, dalle 18.00
alle 22.00.
- Il 45% lavora di notte, dalle 22.00 alle 5.00.
- L'83% lavora di sabato e il 69% di domenica.
- Il 36% dichiara che l'orario di lavoro mal si
concilia con gli impegni famigliari o le relazioni sociali.
Fonte: Indagine europea sulle condizioni di lavoro, 2000 e 2002.
Cosa si può fare?
- Valutare i rischi per la sicurezza e la salute
sul luogo di lavoro e quindi, se del caso, migliorare gli standard.
- Ridurre orari di lavoro prolungati e irregolari.
- Introdurre un orario di lavoro flessibile e
servizi di custodia per i bambini per migliorare l’equilibrio vita-lavoro
dei dipendenti.
- Ridurre carichi di lavoro eccessivi, ridefinendo
le mansioni.
- Coinvolgere i lavoratori nel processo
decisionale.
- Migliorare la sicurezza dei lavoratori a contatto
con la clientela e offrire loro una formazione per aiutarli a gestire
clienti difficili e aggressivi.
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