Prevenzione, dalle differenze di 4 Paesi all’auspicio di una Europa più forte e coesa
Le differenze di base fra i Paesi Danimarca, Germania, Italia e Regno Unito in materia di sicurezza sul lavoro, infortuni e malattie professionali di cui si è parlato nel recente intervento della rubrica, volto a esaminare e illustrare gli argomenti trattati nel Quaderno Civ Inail, si possono rilevare anche rispetto al ruolo del datore di lavoro. In Danimarca, Germania e Italia: “il datore di lavoro deve adottare tutte le misure necessarie a tutelare l’integrità fisica, la personalità e il benessere psicologico dei lavoratori”; nel Regno Unito: “il datore di lavoro deve adottare tutte le misure ragionevolmente praticabili a tutela dell’integrità fisica, della personalità e del benessere psicologico dei lavoratori”.
Naturalmente “dalla diversità tra misure necessarie” e misure ragionevolmente praticabili ”deriva, nei 4 Paesi esaminati, un’impostazione normativa più o meno prescrittiva”. Le differenze sono riscontrate e commentate nei sotto-temi Soggetti della prevenzione, Ricerca nella prevenzione, Controlli della prevenzione, Sistema organizzativo e assicurativo, nel Sistema sanzionatorio, nella partecipazione delle parti sociali.
Seguono una serie di articolate tabelle corrispondenti ad altrettanti contributi degli esperti intervenuti nelseminario Inail 2015 (strumenti, metodi e tecniche per prevenire; leggi, regolamenti e standard per prevenire)
Di rilievo ci sono sembrati gli scritti di Hans-Horst Konkolewsky (“Una delle migliori caratteristiche dell’Unione Europea è la collaborazione”) e di Giuseppe Lucibello (“L’Inail, dall’assicurazione alla tutela globale integrata”).
Da sottolineare, nell’intervento di Konkolewsky, questo passaggio “credo fermamente che il percorso in materia di sicurezza e salute nei luoghi di lavoro sia a un bivio. Siamo in un momento storico che riflette le modalità con cui le nostre società si stanno sviluppando e di come la produzione e i posti di lavoro si stanno modificando. Basta osservare anche pochi elementi di tali cambiamenti per analizzare i riflessi sulla prevenzione. È ovvio che la complessità, nei modelli organizzativi, e quindi anche negli aspetti prevenzionali, è in aumento. Dobbiamo far fronte a tale complessità. Il mondo del lavoro sta cambiando. Stiamo uscendo lentamente dall’età industriale, per incamminarci nella società dei servizi. Nelle società dei servizi dobbiamo fare di più per la prevenzione. Siamo di fronte a dei cambiamenti così radicali che occorre andare alle radici della prevenzione e anche alle radici delle Istituzioni di sicurezza sociale per la salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Abbiamo la contestualità di temi vecchi e nuovi, e ciò genera complessità…”
E poi ancora “ La prevenzione ha un potenziale commerciale. La terza conclusione di Francoforte sul Meno ha evidenziato che abbiamo bisogno di sviluppare il nostro approccio alla prevenzione; un approccio orientato all’integrazione. Integrato significa che quando guardiamo alla prevenzione dovremmo guardare alla prevenzione e non solo ad azioni tendenti a evitare problemi di salute o di inabilità al lavoro, ma in realtà orientate a impedire alle persone di essere escluse dal mercato del lavoro prima dell’età pensionabile”.
Lucibello, da parte sua, a proposito dell’iniziativa editoriale dell’Inail sui Quaderni 2015, afferma: “ in un momento storico nel quale l’Europa è chiamata a interrogarsi … sulla fondatezza della propria identità di soggetto sovrano e, al contempo, a scontrarsi faticosamente con le dinamiche centrifughe di alcuni suoi Stati membri, il confronto internazionale sul tema della prevenzione sui rischi del lavoro portato avanti dall’Inail in collaborazione con l’Aiss assume un significato culturale e politico…”. E conclude così il suo scritto: “Se è vero… che la divergenza della normativa in materia di salute e sicurezza da Paese a Paese può rappresentare un elemento disfunzionale e capace di creare sia alterazioni del mercato sia dumping sociale… è proprio la stessa storia del Testo Unico – il suo essere un testo dal “dinamismo virtuoso” e, proprio per questo, in grado di recepire i nuovi significati di una società che evolve – l’apporto speculativo più prezioso per quanti – legislatori, tecnici e accademici – vogliono avviare… un percorso in direzione di un’Europa più forte e coesa”.
L’appendice del Quaderno riporta, per ciascuno dei quattro Paesi esaminati durante il Seminario di studi: a) il sistema di prevenzione, b) la ricerca, c) l’assicurazione infortuni.
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