giovedì 7 gennaio 2016

Attività in nero.

Il trattato di Chenghen

Questo trattato sembra essere l'origine di tutti i mali dell'Unione Europea.

Fatto per dare libera circolazione alla mano d'opera e alle iniziative private che non trovano accoglienza nei propri luoghi di residenza, è diventato l'escamotage per fare quello che non è possibile a casa propria a incominciare dal deliquere in zone dell'europa dove le condanne sono più leggere, commettere reati per poi allontanarsi con la velocità della luce oltre il confine vicino.

Paesi abituati ad un vivere con una tranquillità insolita per i paesi meridionali si sono visti attraversare da file sterminate di persone in fuga dai loro paesi di origine o per le guerre in essi presenti o per la miseria diventata insopportabile.

Vengono da sempre ho scritto in una mia poesia come noi che siamo il frutto di lontani arrivi sulle coste italiane o per scorrerie predatorie o come Enea, gli etruschi ed altri vennero a popolarla per aver scoperto una terra dove prosperare e dare sfogo ai propri sentimenti religiosi, sociale ed intellettuali.

Quelli che vennero hanno dato luogo a storie che sono diventate le nostre radici, la nostra cultura, la nostra anima, ma in virtù di tutto questo non possiamo permettere a chi la fa da padrone di fare man bassa dei nostri averi, della nostra tranquillità instaurando barbarie che riportano alla mente quelli che nei secoli scorsi attraversano le nostre terra portando distruzione e malessere in cambio di un briciolo di nuova umanità di culture ancora alla preistoria.

Il trattato non deve essere una restaurazione dell'inciviltà ma una possibilità di crescere a fianco a fianco cosa che soltanto i politici possono progettare ed organizzare sottacendo gli egoismi dei più forti.

Le attività in nero che in esso prosperano vanno individuate ed eliminate con una legislazione che deve avere un solo comandamento quello della giustizia giusta.

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