La Spezia, morto operaio nei cantieri navali del gruppo Antonini: “Schiacciato da una lastra metallica”
La vittima è un 56 enne di nazionalità croata dipendente dell'impresa Ingemar di Le Grazie, che sta lavorando in subappalto all'ampliamento della banchina portuale. I sindacati confederali hanno proclamato uno sciopero di otto ore per mercoledì
Un altro grave incidente sul lavoro dopo quelli avvenuti nei giorni scorsi alla Fincantieri di Monfalcone e alle Acciaierie Venete di Padova. Un operaio di 56 anni è morto dopo essere stato colpito da una pesante lastra metallica mentre, nel pomeriggio di lunedì, stava lavorando nei cantieri navali del gruppo Antonini al Muggiano, borgo nella zona est della città di La Spezia. Secondo quanto appreso dai carabinieri, la lastra potrebbe essersi sganciata da una gru.
L’uomo, di nazionalità croata, era un dipendente della Ingemar di Le Grazie (Porto Venere) che sta lavorando in subappalto all’ampliamento della banchina portuale del cantiere, che realizza piattaforme offshore per l’estrazione di idrocarburi e chiatte. Inizialmente gli stessi carabinieri avevano fatto sapere che un altro operaio era ferito gravemente. In seguito la notizia è stata smentita.
I sindacati confederali Cgil, Cisl e Uil della Spezia hanno proclamato per protesta uno sciopero generale di otto ore nella giornata di mercoledì 16 maggio. L’astensione dal lavoro varrà per tutte le categorie eccetto i dipendenti pubblici perché non ci sono i tempi di legge per indirlo. “Non possiamo più affidarci alle parole per commentare questa strage continua”, ha commentato il segretario generale della Uil Carmelo Barbagallo in una nota. “L’ennesimo incidente mortale, oggi a La Spezia, ci lascia addolorati e sgomenti. Non si può continuare a morire di lavoro.
Per la Uil, è arrivato il momento di puntare anche a un inaspri -mento delle sanzioni. Noi siamo per la cultura della prevenzio ne e della partecipazione. Ma un maggior rigore nell’applicazio- ne delle norme e delle correlate sanzioni può avere un importante effetto di deterrenza.
A questo punto, non possiamo lasciare più nulla di intentato per cercare di salvaguardare la vita, la salute e la sicurezza dei nostri lavoratori”. Il segretario confederale della Cgil Franco Martini parla di “strage che va fermata” aggiungendo che “il tempo delle denunce deve lasciare il posto ad iniziative concrete da parte di tutti.
Chi pensa di formare un nuovo governo deve mettere il lavoro, la sua sicurezza e qualità al primo posto, cosa al momento del tutto assente dal confronto in atto”.
“Chi è chiamato a svolgere controlli – prosegue Martini – deve farlo concordando con Regioni, Comuni e parti sociali a livello territoriale piani straordinari di intervento sulle priorità sulle quali intervenire”. Per quanto riguarda le imprese, secondo il dirigente sindacale “non possono inseguire la ripresa semplicemente aumentando carichi e orari di lavoro, rinunciando ad aumentare la produttività attraverso l’unica via possibile, quella dell’innovazione dei processi organizzativi del lavoro”. Nelle prossime ore “le Confederazioni sindacali dovran- no definire con urgenza nuove iniziative di mobilitazione a soste-gno della piattaforma unitaria sulla sicurezza, che coinvolgano sia i rappresentanti delle lavoratrici e dei lavoratori alla sicurez- za, sia le strutture sindacali a livello territoriale e regionale”.
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