Contratto elettorale
Ti vedo,
ma non vedo gli occhi tuoi
sorridermi.
Ti guardo,
ma il tuo sguardo ormai
è lontano dal mio.
Era troppo tardi.
Mi son reso conto
anch’io
quando
son venuto a cercarti
e di amarti
non ne ho parlato.
Mi hai detto addio
senza voltarti indietro
dicendo ad altri
che te ne stavi andando
senza lasciare tracce,
senza più altre
voglie per restare.
Ogni mattina il treno
mi consegna un memo
dove tu sedevi.
Di fronte altri occhi
vuoti di speranze
sonnecchiano
come anch’io faccio,
ormai straccio
di mille desideri,
e di propositi
che non riesco ad avverare.
Ci si mette di mezzo
anche il governo
che eterno
non sembra già
dalle prime mosse.
Nel contratto eletorale
noi non c'eravamo.
Gioacchino Ruocco
29.10.018 Ostia Lido
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