Pace fiscale dal
2019 ma non per tutti: chi sarà escluso
Ecco le quattro
verifiche per capire chi è "ammesso" e chi è fuori dalla pace fiscale
2
ottobre 2018 - L’ammontare delle
somme contestate dal Fisco; lo stato dell’eventuale contenzioso; la presenza di
debiti Iva e il raccordo con le rottamazioni delle cartelle già in corso. Come
spiega il Sole 24 Ore, sono questi i quattro
fattori che renderanno fattibile e conveniente la cosiddetta pace fiscale, lo strumento che va incontro
a “coloro che hanno fatto la dichiarazione dei redditi” e “per chi è in contenzioso con Equitalia” sottolinea Salvini. Non
un condono e nemmeno una misura rivolta ai grandi evasori fiscali, ma a coloro che faticano a pagare le tasse in anni di
crisi.
Non sono ancora stati
chiariti i dettagli della pace fiscale. Di certo, c’è che ci sarà un tetto di reddito e che si potranno
regolarizzare le posizioni debitorie pagando solo parte del dovuto. Non tutte
le categorie di lavoratori e imprenditori potranno ottenere il via libera al patto col Fisco. Innanzitutto, dipenderà
da quanto contesta il Fisco. Poi dallo stato del contenzioso, se già
iniziato. E ancora la presenza dei debiti Iva e – spiega il Sole – “il raccordo con le rottamazioni delle cartelle già
in corso”.
LA SOGLIA – La pace fiscale
avrà due caratteristiche principali: soglia a 500.000 euro (non è più
100mila euro) e tre aliquote per la riscossione poste al 6-15-25% a seconda
della situazione oggettiva del contribuente. Il motivo? Quasi la totalità dei
871 miliardi di tasse non riscosse sono in
mano ai piccoli evasori, con cartelle inferiori ai 100mila
euro. Peccato che di quella cifra enorme, secondo le Entrate lo Stato
può sperare di recuperarne solo 50 miliardi. Che però sono al 70% in mano a
evasori con cartelle superiori ai 500mila euro. Ecco perché la Lega
vorrebbe alzare la soglia della pace fiscale a 1 milione di euro,
per recuperare più risorse da spendere altrove.
PENDENZE COL FISCO – Il governo
dovrà decidere quale sarà il limite massimo per poter aderire alla pace fiscale
e ogni contribuente verrà valutato sommando tutte le cartelle pendenti o
se queste verranno considerate in maniera separata.
STATO DEL CONTENZIOSO
– Si parla di escludere quelle pendenti in Cassazione (in totale l’11%
dei contenzioni aperti), considerando invece quelle con un procedimento in primo o secondo grado (ma c’è da
capire a quali date il giudizio deve risultare pendente per accedere alla pace
fiscale). Se dunque avete un processo in atto, c’è ancora da aspettare per
sapere se converrà aderire alla sanatoria o arrivare fino in fondo al
contenzioso.
TIPO DI TRIBUTO – Chi ha cartelle
esattoriali sull’Iva, e non su Ires o Irap, alla
fine è probabile che pagherà di più rispetto ad altri. Non è poi ancora chiaro,
scrive il Sole, se nella pace fiscale saranno compresi
anche i debiti contributivi e quelli con gli enti locali (es: Tari).
Nessun commento:
Posta un commento