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Per durezza
dell'acqua si intende un
valore che esprime il contenuto di ioni di calcio e magnesio (provenienti dalla presenza di sali
solubili nell'acqua) oltre che di eventuali metalli pesanti presenti nell'acqua. Generalmente con
questo termine si intende riferirsi alla durezza
totale; la durezza
permanente esprime invece la
quantità di cationi rimasti in soluzione dopo ebollizione prolungata, mentre la durezza temporanea, ottenuta
per differenza tra le precedenti durezze, esprime sostanzialmente il
quantitativo di idrogenocarbonati.
Il termine durezza
temporanea legato agli
idrogenocarbonati è spiegato dall'instaurarsi dell'equilibrio chimico del tipo, nel caso dell'idrogenocarbonato di calcio
Ca(HCO3)2 (aq) ⇌ CaCO3 (s) +
CO2(g) + H2O (aq)
A temperature maggiori di 80 °C tale equilibrio è spostato verso destra,
per cui si considera come "temporaneo" il contributo degli
idrogenocarbonati alla durezza totale, visto che a seguito dell'ebollizione
tale contributo svanisce per la formazione di un precipitato.
I sali della
durezza sono solitamente
presenti nell'acqua come solfati, cloruri, nitrati, carbonati o idrogenocarbonati,
che generalmente sono solubili ma per riscaldamento o per evaporazione
precipitano formando incrostazioni di calcare o di altro genere.
Un’acqua dura influisce negativamente sui processi di lavaggio:
infatti le molecole che costituiscono il detergente si combinano con gli ioni
calcio, formando composti insolubili che, oltre a far aumentare il quantitativo
di detergente necessario, si depositano nelle fibre dei tessuti facendole
infeltrire.
Inoltre, la presenza di sostanze incrostanti è dannosa per gli
impianti industriali, sia per la loro azione corrosiva, sia per le
incrostazioni che formano. Per questo sono spesso utilizzate tecniche di addolcimento,
ovvero di rimozione dei sali di calcio e magnesio.
La durezza viene generalmente espressa in gradi francesi (°f, da non confondere con °F, che
sono i gradi Fahrenheit),
dove un grado rappresenta 10 mg di carbonato di calcio (CaCO3) per litro di acqua
(1 °f
= 10 mg/l = 10 ppm - parti per
milione). Alternativamente è possibile esprimere il risultato come
millimoli di carbonato di calcio per litro di acqua, ad esempio: a 1,2 mmol/l
corrispondono 12 °f .
Il grains è un'unità di misura corrispondente a
64,8 mg di carbonato di calcio. Attualmente si usa anche il grado MEC, che
corrisponde a 1 g
di CaCO3 in 100 litri ed è perciò
uguale al grado francese.
In genere, le acque vengono classificate in base alla loro durezza
come segue
·
fino a 7 °f: molto dolci
·
da 7 °f
a 14 °f: dolci
·
da 14 °f
a 22 °f: mediamente dure
·
da 22 °f
a 32 °f: discretamente dure
·
da 32 °f
a 54 °f: dure
·
oltre 54 °f: molto dure.
Altre unità di misura della durezza sono i gradi tedeschi (°T o °d) molto usati dagli
acquariofili con 1° T = quantità di sali equivalenti a 10 mg/l di ossido di calcio CaO (1 °T = 1,79 °f), i gradi inglesi (o di Clark) °I dove 1 °I = 1 g di carbonato di calcio in 70 litri di acqua
(1 °I = 1,43 °f), i gradi
°USA dove 1 °USA = 1
mg/l di carbonato di calcio (1 °USA = 1,71 °f), (anche grains/galls)
i meq/l e le ppm di carbonato o ossido di calcio.
L'indice di Saturazione Langelier "LSI" è un numero che definisce la tendenza
del carbonato di calcio a precipitare. Langelier sviluppa un metodo per
calcolare il pH a cui l'acqua è saturata in carbonato
di calcio pHs. LSI = pH - pHs. Se LSI è positivo l'acqua è satura di carbonato
di calcio e si ha un'elevata tendenza alla formazione di incrostazioni.
La durezza di un'acqua può venire abbassata facendola passare
attraverso l'addolcitore (manuale
o automatico) su una resina a scambio ionico, che consiste di unpolimero recante ioni sodio (Na+) che vengono scambiati
al passaggio con gli ioni calcio e magnesio dell'acqua. Gli ioni calcio e
magnesio risultano quindi trattenuti dalla resina, che viene poi
successivamente rigenerata per trattamento con acqua salata (NaCl) concentrata (salamoia).
Definizione
di durezza
Come scritto in precedenza si definisce durezza di un'acqua il
contenuto di sali di calcio e di magnesio, distinguendoli dagli altri sali in
quanto la loro presenza in quantità eccessiva determina notevoli inconvenienti.
Infatti per riscaldamento le acque dure danno luogo a intorbidamenti, con
conseguente formazione di incrostazioni, particolarmente dannose negli impianti
sia domestici sia industriali. Una durezza troppo bassa esalta il potere
solvente dell'acqua stessa, che può così portare in soluzione metalli pesanti.
La durezza si può distinguere in temporanea, permanente e totale.
Durezza
temporanea
È la durezza dovuta agli ioni idrogenati. Viene chiamata
temporanea perché questi ioni dopo l'ebollizione precipitano. Si ottiene
sperimentalmente sottraendo alla durezza totale la durezza permanente. Essa è
dovuta soprattutto alla presenza dei bicarbonati di calcio e magnesio.
Durezza
permanente
È la durezza che persiste dopo l'ebollizione dell'acqua. È dovuta,
soprattutto, alla presenza di cloruri, solfati e nitrati di calcio e magnesio.
Generalmente, gli ioni bicarbonato, in seguito a riscaldamento, perdono un
idrogeno trasformandosi in ione carbonato che si vanno a sommare a quelli già
presenti nell'acqua. I sali di altri metalli, essendo presenti in quantità non
rilevanti, non contribuiscono in modo significativo alla durezza.
La formula per ricavarla è:
Dperm = ([Ca]/PM)*100(g/mol)+([Mg]/PM)*100(g/mol)
dove:
·
[Ca] è la concentrazione del calcio (espressa in grammi/100 litri)
·
[Mg] è la concentrazione del magnesio (espressa in grammi/100
litri)
·
PM è il peso molecolare.
Durezza
totale[ | ]
È data dalla somma della durezza temporanea e di quella
permanente.
Determinazione
della durezza[ | ]
Metodo
complessometrico[ | ]
La misura della durezza viene fatta in modo preciso titolando il campione di acqua con una soluzione
di acido etilendiamminotetraacetico (EDTA) a concentrazione esattamente
nota in presenza di nero eriocromo T (NET), un indicatore che forma un complesso di colore rosa
con gli ioni di calcio e magnesio.
All'interno di un intervallo di valori di pH ben definito, l'EDTA forma con gli ioni calcio e magnesio un complesso molto stabile (più stabile di quello
con il nero eriocromo T). Il pH viene portato al valore ottimale di 10 unità
per aggiunta di una soluzione tampone a base di ammoniaca e si inizia ad aggiungere EDTA al
campione. Quando tutti gli ioni di calcio e magnesio risultano
complessati dall'EDTA, il nero eriocromo T vira da rosa a blu scuro. Titolando
100 ml di campione d'acqua utilizzando una soluzione 0,01 M di sale bisodico di EDTA è possibile
ricavare direttamente la durezza in gradi °f, sapendo che ogni ml di titolante
utilizzato corrisponde a 1 °f .
Lo schema delle reazioni è il seguente
Ca2+ + NET → [Ca-NET]2+ (rosa)
[Ca-NET]2+ +
EDTA → [Ca-EDTA]2+ + NET (blu scuro)
lo ione magnesio (Mg2+) si comporta allo stesso modo.
Dopo ebollizione si verifica la trasformazione degli
idrogenocarbonati
Ca(HCO3)2 →
CaCO3(S) + CO2 +
H2O
e titolando adesso si ricaverà la durezza permanente.
È possibile discriminare la durezza
calcica dalla durezza magnesiaca precipitando il magnesio a pH > 12
e procedendo alla normale titolazione usando come indicatore la muresside. Sottraendo
dalla durezza totale la durezza calcica, si ottiene la durezza magnesiaca.
Metodo idrotimetrico o
di Boutron-Boudet[ | ]
Questa metodica rappresenta una prova rapida ma caratterizzata da
modesta precisione, rispetto al metodo complessometrico. È una prova che si
basa sulla capacità degli ioni Ca2+ e Mg2+ di formare composti poco solubili con
saponi alcalini (sali di sodio o di potassio di acidi grassi)
con ad esempio la reazione
2 C17H33COONa (aq) + Ca2+ → (C17H33COO)2Ca (s) + 2 Na+
Se a un dato volume d'acqua si aggiunge, goccia a goccia, una
soluzione di sapone alcalino a titolo noto, e sotto agitazione, si otterrà
(quando tutti gli ioni Ca+2 e
Mg+2saranno precipitati come saponi insolubili) la formazione di una schiuma. Per tale
determinazione si usa una bottiglia
idrotimetrica opportunamente
tarata e una burettagraduata
direttamente in gradi francesi. La prova viene dapprima eseguita per
determinare la durezza totale, quindi su un identico volume d'acqua portata a
ebollizione,filtrata e riportata
a volume con acqua distillata, per determinare la durezza permanente. La
durezza temporanea si ottiene per differenza.
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