giovedì 31 gennaio 2019

Indugio…






Indugio…

Perché indugi ancora
sulle parole
mentre il treno corre
e tutto scorre intorno
staticamente fermo ?

Soltanto le chiome
degli alberi nel vento
che arriva
all’imbrunire
ora dal mare
ora dalla montagna
accompagna
il mio trasferimento
verso
la solitudine
che si rinnova
ad ogni ritorno,
ad ogni
avvenimento,
che tenta
un avvicinamento
o il chiarimento
agognato
per dare
al turbamento
che mi adesca
ogni sera
la soluzione
nell’aria che rinfresca
e mi rattrista
almeno
fino a quando
non torna il sonno  
che mi trasmigra dentro
nella mia stanchezza
fino al letto.

Che strano modo ha la vita
di piangere su se stessa
in avvenire
senza capire poi
che cosa fare,
dove deve andare
domani
per trovare
un po’ di pace
capace
di riportarmi in vita
guardandomi attorno
dopo le cose tristi e ritrite
di ogni mio ritorno
con un approdo ad Itaca
per ritrovarmi offeso
o con le lacrime agli occhi
che non mi danno tregua
cercando la mia morte
o la mia gloria di uomo
che ha rischiato di perdersi
in giro per il mondo
stanco di esistere
sognando.

Gioacchino Ruocco
Ostia Lido   25.01.019

Dalla raccolta  "Le parole che attraversano i sospiri"


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