venerdì 29 settembre 2017

Ti piacerebbe aprire un’enoteca.....


Ti piacerebbe aprire un’enoteca con la vendita di prodotti tipici? Scopri ora come fare

5 gennaio 2015

Come aprire un’enoteca nella mia città? Questa è la domanda che si pongono numerosi futuri imprenditori che desiderano affiliarsi alla formula del franchising.
Un settore franchising di importante interesse è quello degli alimentari e delle enoteche. I format più innovativi e di buon gusto spesso sono in questo settore professionale.
Le catene in franchising del settore alimentare sono di diverse categorie e offrono prodotti come : alimenti per celiaci, alimenti biologici, alimenti equosolidali e prodotti alimentari tipici di alcune regioni o zone d’Italia.
Questo settore franchising in particolar modo quello dedicato alle enoteche richiede un investimento contenuto e un locale di piccole dimensioni senza bisogno di un bacino di utenza enorme.
La maggior parte dei franchisor offrono ai propri  affiliati una scelta di vini illimitata con oltre 4.000 tipi di bottiglia, dalle più famose a quelle più a buon mercato.
I franchisor di enoteche sono molto attenti all’arredo e all’ambiente del loro locale poiché desiderano creare allestititi eleganti e pronti per presentazioni, buffet ed incontri.
Insieme al vino il franchisee avrà a disposizione anche prestigiosi prodotti alimenti tipici.
I vini sfusi alla spina che vengono serviti nei locali sono della stessa qualità di quelli imbotti- gliati nel vetro. 

enoteca

In vinoteca potrai trovare il buon vino sfuso da bere tutti i giorni ad un prezzo ragionevole.

L’obbiettivo del franchisor è quello di associare in un unico locale la vendita al dettaglio e la distribuzione del vino sfuso in modo da offrire ai clienti vini abbinati a salumi e formaggi tipici.

Requisiti necessari per aprire un’enoteca con la vendita anche di prodotti alimentari:


  • locale di almeno 50 mq, in posizione di forte passaggio pedonale.
  • autorizzazioni comunali e ASL.
  • apertura della partita IVA e l’iscrizione al registro delle imprese presso la camera di commercio.
  • corso di formazione commerciale sul prodotto.

Istruzioni per la prima verifica periodica ai sensi del d.m. 11 aprile 2011

domenica 10 settembre 2017

APPARECCHI DI SOLLEVAMENTO MATERIALI DI TIPO FISSO

Sicurezza    by Amministratore Commenti chiusi

Istruzioni per la prima verifica periodica ai sensi del d.m. 11 aprile 2011

APPARECCHI DI SOLLEVAMENTO MATERIALI DI TIPO FISSO

Istruzioni per la prima verifica periodica ai sensi del d.m. 11 aprile 2011Pubblicazione realizzata da Inail Dipartimento innovazioni tecnologiche e sicurezza degli impianti, prodotti e insediamenti antropici 2017
L’articolo 71, comma 11, del d.lgs. 81/08 e s.m.i. prescrive che le attrezzature di lavoro elencate nell’allegato VII al medesimo decreto siano sottoposte a verifiche periodiche volte a valutarne lo stato di conservazione e di efficienza ai fini della sicurezza.
L’Inail è preposto alla gestione, diretta o avvalendosi di soggetti pubblici o privati abilitati, della prima di tali verifiche, attraverso le unità operative territoriali che operano sull’intero territorio nazionale.
In tale contesto, considerati il ruolo di titolare della prima verifica periodica che il d.m. 11 aprile 2011 ha riconosciuto all’Istituto e la volontà di uniformare il comportamento delle proprie unità operative territoriali, il Dipartimento innovazioni tecnologiche e sicurezza degli impianti, prodotti e insediamenti antropici dell’Inail ha elaborato dei documenti che descrivono le modalità tecnico-amministrative per la conduzione della prima verifica periodica.
nello specifico, il presente elaborato descrive in dettaglio gru a ponte, gru a cavalletto, gru Derrick e gru a braccio rotante, illustrandone le principali caratteristiche costruttive per poi trattare in modo approfondito le fasi di cui si compone l’attività tecnica di prima verifica periodica (compilazione della scheda tecnica dell’attrezzatura e redazione del verbale di verifica).
Le istruzioni elaborate non costituiscono ovviamente un riferimento vincolante, ma vogliono piuttosto proporsi come esempio di armonizzazione su scala nazionale dell’approccio alla prima verifica periodica, definendo modalità per la conduzione dei controlli che possano essere di pratica utilità per tutti i soggetti coinvolti (soggetti abilitati e operatori di ASL/ARPA), anche al fine di garantire all’utenza indicazioni e comportamenti coerenti.
Il d.m. 11 aprile 2011 prevede che il datore di lavoro che possiede un apparecchio di sollevamento di tipo fisso, non azionato a mano con portata superiore a 200 kg, provveda a:
- dare comunicazione di messa in servizio dell’attrezzatura all’unità operativa territoriale (uot) Inail competente, che provvede all’assegnazione di una matricola;
- richiedere la prima delle verifiche periodiche all’unità operativa territoriale Inail competente secondo le scadenze indicate dall’allegato VII al d.lgs. 81/08 e s.m.i.;
il sopradetto allegato per le attrezzature di sollevamento prescrive periodicità variabili in base alla loro vetustà e al settore di impiego. In particolari settori,
infatti, quali costruzioni, siderurgico, portuale ed estrattivo, la frequenza di verifica aumenta

domenica 24 settembre 2017

Un futuro di 'bio-plastica', il latte fa bene anche all'ambiente


Ogni anno produciamo centinaia di milioni di tonnellate di plastica. Possiamo ridurre la nostra dipendenza dal petrolio e aiutare l’ambienteLettura in corso: 
Un futuro di 'bio-plastica', il latte fa bene anche all'ambiente
 
Un futuro di 'bio-plastica', il latte fa bene anche all'ambiente
IMENSIONI DI TESTOAaAa
Ogni anno produciamo centinaia di milioni di tonnellate di plastica. Possiamo ridurre la nostra dipendenza dal petrolio e aiutare l’ambiente, sostituendo alcune materie plastiche con nuovi materiali ecologici con caratteristiche simili? Il giornalista di Euronews, Denis Loctier, è stato in Italia e in Francia per scoprire le ultime novità della ricerca ‘eco-compatibile’.
Con le nostre telecamere siamo stati nel dipartimento di Ingegneria civile e industriale dell’Università di Pisa in Italia.
“Questo composto è una polpa di patate – spiega la ricercatrice Maria Beatrice Coltelli – Quest’altro è un polimero biodegradabile, e quest’altro – è pesante – è la proteina del latte”.
Il siero del latte proviene dalla lavorazione del formaggio e da altri scarti agricoli. Può rivelarsi fondamentale per la produzione di una nuova plastica biodegradabile. Sviluppato all’interno di un progetto di ricerca europeo, può essere utilizzato par realizzare cartoni laminati, scatole o contenitori per alimenti.
“I granuli vengono utilizzati per ottenere questa pellicola che va a comporre parte di un materiale multistrato che comprende anche cartone e alluminio”, aggiunge la dottoressa Coltelli.
Le fibre naturali sono chiaramente visibili. “Ma questo metodo può essere utilizzato su scala industriale?”, è la domanda di Denis Loctier.
Questa fabbrica di Mimizan, in Francia, produce laminati a base di carta. Ogni strato gioca la sua parte nel proteggere il contenuto della confezione. Le plastiche usate attualmente – come il polietilene – sono state prodotte più di 50 anni fa. Questa azienda punta a innovare la produzione su larga scala.
“Questo nuovo materiale è composto dagli scarti della produzione agricola – spiega Anne Kaschke, ingegnere alla Gascogne Emballage – È sostenibile e rinnovabile, a differenza delle risorse fossili, e questo è il motivo per cui riteniamo che possa rappresentare una valida alternativa alle pellicole di plastica in futuro”.
Seguendo la strada della ricerca e dello sviluppo, la nuova bioplastica potrà essere ulteriormente migliorata. Per esempio, potrebbe essere prodotta in fogli più sottili e su vasta scala, mantenendo le stesse proprietà e la stessa resistenza.
“È impossibile romperla con le mani, almeno per me – dice Elodie Bugnicourt, coordinatrice del progetto Bio-Board del gruppo Iris – Ci sono alcune proprietà che sono ancora in fase di miglioramento, ad esempio, dal punto di vista dei processi industriali, della trasformazione, dobbiamo aumentare la produzione e la velocità e migliorare la convertibilità dei materiali in modo da poterli lavorare su diverse macchine come vediamo qui”.
Un altro grande vantaggio della nuova bioplastica è che semplifica il riciclo. I diversi materiali che rivestono il cartone si separano più facilmente rispetto agli imballaggi attuali e possono essere recuperati in modo più efficiente, come è stato dimostrato in questo laboratorio per il controllo della qualità.
“Abbiamo sperimentato come sia semplice separare gli strati – conclude Marco Buchignani, capo del centro di controllo qualità della carta Lucense di Lucca – È importante recuperare il polietilene, l’alluminio e la maggior parte delle fibre che sono molto utili per la produzione di cartone riciclato”.
Buone capacità meccaniche, prodotti di origine ecologica e processi di riciclo all’avanguardia possono dare alla “nuova bioplastica”: http://www.bioboard.eu un posto nella nostra vita di tutti i giorni.

mercoledì 20 settembre 2017

Bollettino Ufficiale della Regione Puglia Pubblicato bando su salute e sicurezza dei pescatori

Pubblicato bando su salute e sicurezza dei pescatori

Bandi e Concorsi    by Matteo Puppo Commenti chiusi

Bollettino Ufficiale della Regione Puglia

Pubblicato bando su salute e sicurezza dei pescatori

pescaSul Bollettino Ufficiale della Regione Puglia, il bando per investimenti nel miglioramento della salute e sicurezza dei lavoratori a bordo dei pescherecci pugliesi. Si tratta di un milione e 870 mila euro per la presentazione delle domande di sostegno a valere sulle risorse previste nella Misura 1.32 ‘Salute e sicurezza' del Programma Operativo FEAMP 2014-2020. "L'avviso è dedicato a investimenti in tema di lavoro per migliorare le condizioni dei pescatori e accrescere le dotazioni a bordo con strumenti e sistemi di sicurezza adeguati – sottolinea l'assessore regionale alle Risorse agroalimentari, Leonardo di Gioia -.  Abbiamo una flotta da pesca importante per un comparto cruciale nella nostra Regione e che necessita interventi di valorizzazione e di messa in sicurezza. Questo per garantire la salute e la sostenibilità del settore della pesca e la presenza di lavoratori sempre più competenti e qualificati".
La misura è intesa a potenziare le condizioni di igiene, salute, sicurezza e lavoro dei pescatori o dei proprietari di pescherecci, in linea con l'obiettivo tematico di migliorare la competitività delle PMI, nell'ambito della Priorità 1- Promuovere la pesca sostenibile sotto il profilo ambientale, efficiente in termini di risorse, innovativa, competitiva e basata sulle conoscenze (perseguita dal Reg. (UE) 508/14).
L'Avviso finanzia investimenti a bordo o destinati a singole attrezzature, a condizione che essi vadano oltre i requisiti imposti dal diritto dell'Unione o nazionale in materia di igiene, salute, sicurezza e lavoro dei pescatori.

martedì 19 settembre 2017

Near miss o Mancato infortunio

Mancato infortunio[modifica | modifica wikitesto]

Un ruolo importante, nella prevenzione, è svolto dai mancati infortuni (near miss), la cui rilevazione è di notevole importanza nella prevenzione, per quanto gli eventi mancati non siano assoggettati a obbligo di registrazione.
Il mancato infortunio sul lavoro è definito come il manifestarsi non voluto di un evento, correlato al lavoro, che, seppur in grado di provocare danni a persone o a cose, non ha causato alcun infortunio, né malattia. Non va confuso con il rischio potenziale, previsto solo come possibilità indipendentemente dal suo verificarsi.
Il near miss può rientrare in una delle seguenti casistiche:
  1. incidente mancato (es.: lavoratore in altezza che maneggia strumenti privi di protezione in caso di caduta, senza, però, che l'evento si verifichi);
  2. incidente avvenuto che, tuttavia, non ha causato danni ad alcun lavoratore (es: caduta di uno strumento dall'alto, nella situazione lavorativa precedente, senza che l'oggetto in caduta colpisca nessuno);
  3. infortunio avvenuto, ma con conseguenze lievi, intendendosi, per tali , quei danni che non causano giorni di assenza dal lavoro, a parte, eventualmente, quello in cui l'incidente si è verificato: si tratta di quegli infortuni che, sebbene verificatisi, non sono oggetto dell'obbligo legislativo di registrazione (es.: nella situazione di cui al primo caso, lo strumento cade ma colpisce una persona in condizioni tali da non provocare, o quasi, danni: ad esempio, per un urto di striscio, o per l'esistenza di protezioni individuali indossate che hanno attutito o minimizzato l'urto, ecc.)
near miss sono gli eventi che si verificano con maggior frequenza (oltre il 90% degli eventi complessivi). Per questo motivo, nonostante non siano soggetti a registrazione obbligatoria, essi costituiscono importanti indicatori di valutazione del rischio latente per un infortunio che abbia conseguenze reali. Per questo motivo, le migliori pratiche (best practices) aziendali, e le norme di legge di molti ordinamenti nazionali prevedono l'obbligo di segnalazione di questi eventi ai fini dell'aggiornamento dell'intero sistema di gestione e di controllo. Nell'ordinamento giuridico italiano, ad esempio, quest'obbligo è sancito dall Testo Unico sulla salute e sicurezza sul lavoro e dal Decreto 9 agosto 2000, intitolato "Linee guida per l'attuazione del sistema di gestione della sicurezza".

Denuncia[modifica | modifica wikitesto]

In caso di infortunio il lavoratore deve essere accompagnato al pronto soccorso dove gli viene rilasciato il primo certificato medico. Successivamente, il lavoratore deve inviare tale certificato al datore di lavoro il quale, se la prognosi supera i tre giorni di astensione lavorativa, deve presentare entro due giorni la denuncia di infortunio alla sede INAIL competente, con allegato il certificato medico. In caso di infortunio mortale, la denuncia deve essere inoltrata entro 24 ore.
In caso di infortunio lieve o di franchigia (prognosi inferiore ai tre giorni) il lavoratore deve informare il datore di lavoro dell'avvenuto infortunio, ma quest'ultimo non è tenuto a inviare la denuncia all'INAIL.
Per prognosi maggiore di 40 giorni c'è l'obbligo di referto. Tale obbligo prevede l'invio del referto da parte del medico all'autorità giudiziaria, in base agli articoli 365 e 583 del codice penale italiano e l'articolo 334 del Codice di Procedura Penale. La denuncia all'ASL (Azienda Sanitaria Locale) di malattia professionale libera dall'obbligo di referto. In ogni caso, una copia del certificato medico per la malattia professionale, con gli esiti degli accertamenti medici specialistici eseguiti, dev'essere consegnata al lavoratore.
RISCHI, INFORTUNI, MANCATI INFORTUNI E INDICATORI DI PRESTAZIONE SSL - UNI 7249
L'importanza di analizzare i "Mancati Infortuni" (UNI 7249 e OHSAS 18001) nel contesto di prevenire il verificarsi di infortuni e nell'impostare un Indicatore di Prestazione per un SSL: esempio.
Il presente Focus, partendo dalle definizioni della UNI 7249 "Statistiche degli infortuni sul lavoro", mette in evidenza l'importanza di analizzare i "Mancati Infortuni" (Near Miss), al fine di prevenire il verificarsi di infortuni, inoltre l'analisi degli stessi è necessaria per la definizione degli Indicatori per la misura delle prestazioni di un SSL.
1.1. Definizioni
La definizione di rischio riportata nel D. Lgs 81/08 e s.m.i., all'Art. 2 lettera s) è la seguente:
Rischio:
Probabilità di raggiungimento del livello potenziale di danno nelle condizioni di impiego o di esposizione ad un determinato fattore o agente oppure alla loro combinazione. In forma matematica con la funzione:
Si considera infortunio ogni evento avvenuto per causa violenta in occasione di lavoro, da cui sia derivata la morte o un'inabilità permanente al lavoro, assoluta o parziale, ovvero un'inabilità temporanea assoluta che comporti l'astensione dal lavoro per più di 3 giorni (art. 2, c. 1, D.P.R. 30 giugno 1965, n. 1124 "Testo unico delle disposizioni per l'assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali"). Occorre però precisare che tale definizione è valida solo a fini assicurativi: infatti devono essere comunicati all'INAIL, ex art.18 c.1 lettera r) D.lgs 81/2008, gli infortuni che provocano una assenza dal lavoro di almeno un giorno escluso quello in cui si è verificato l'evento [e quindi vanno considerati come infortuni].
Con la pubblicazione del Regolamento (UE) 349/2011 in cui, è definito Infortunio sul luogo di lavoro all’Art. 1:

Infortunio sul luogo di lavoro:
Un evento fortuito nel corso del lavoro che conduce ad una lesione fisica o mentale.
L’espressione «nel corso del lavoro» significa «mentre la persona è occupata in un’attività professionale» oppure «durante il tempo trascorso al lavoro».
Ciò include i casi di incidenti stradali nel corso del lavoro; esclude, invece, gli infortuni in itinere, ossia gli infortuni verificatisi sul tragitto da e verso il posto di lavoro.
Le definizioni che seguono, e che sono utili per la comprensione delle formule presentate nel seguito, sono tratte dalla norma UNI 7249 "Statistiche degli infortuni sul lavoro".
2. UNI 7249 "STATISTICHE DEGLI INFORTUNI SUL LAVORO"
Rischio infortunistico:
probabilità per il lavoratore di subire per causa violenta un danno consistente in una lesione psicofisica derivante eziologicamente dall’attività lavorativa svolta. 
Infortunio sul lavoro:
evento lesivo avvenuto per causa violenta, in occasione di lavoro, da cui sia derivata la morte o un’inabilità permanente al lavoro assoluta o parziale ovvero un’inabilità temporanea assoluta per un tempo maggiore della rimanente parte della giornata o del turno nel quale si è verificato.

Infortunio/medicazione:
evento lesivo che comporta medicazione con ripresa immediata del lavoro o con abbandono del lavoro per la rimanente parte della giornata o del turno nel quale si è verificato.

Mancato infortunio (incidente):
qualunque evento non soggetto al controllo dell’operatore che avrebbe potuto causare un infortunio di varia gravità oppure avrebbe potuto, o ha causato danni a cose e che, per pura casualità, si è concluso senza conseguenze significative per le persone presenti fatto salvo una eventuale inabilità temporanea assoluta per un tempo corrispondente alla rimanente parte della giornata o del turno nel quale si è verificato. 
Mancati Infortuni, per quanto sopra indicato sono proporzionalmente molto più numerosi degli infortuni veri e propri e pertanto vanno considerati, al pari di questi ultimi, come indicatori di rischio.
Stessa importanza deve essere data anche a quegli infortuni che non hanno causato giorni di assenza dal lavoro (assenza superiore a un giorno oltre a quello del verificarsi dell'evento), perché magari hanno avuto conseguenze lievi e che quindi non vengono indicati nell'apposito registro né compresi nella raccolta di dati ai fini della commisurazione degli indici.
Proprio in virtù della natura stessa del Near Miss o Mancato Infortunio, non è possibile stabilire a priori se un evento può rientrare in tale categoria.
Definizione di near miss da OHSAS 18001
...
3.9 Incident
An incident is a work related event during which:

1. injury, ill health, or fatality actually occurs, or
2. injury, ill health, or fatality could have occurred.
An accident is a type of incident. It is a work-related event  during which injury, ill health, or fatality actually occurs. Is a type of incident (see 1, above).
A close call, near miss, near hit, or dangerous occurrence is also a type of incident. It is a work-related event during which injury, ill health, or fatality could have occurred, but didn’t actually occur (see 2, above).
La definizione di Mancato Infortunio mette in risalto un concetto fondamentale, legato alla valutazione dei rischi, che è quello di valutare la potenzialità di danno associata all'evento stesso e al pericolo (Definito all'Art.2 del Dlgs. 81/08 e s.m.i. come "Proprietà o qualità intrinseca di un determinato fattore avente il potenziale di causare danni")
Analizzare i mancati infortuni è importante per prevenire il verificarsi di incidenti gravi e/o mortali.
Inoltre, in base a quanto disposto dall'Art. 20 comma 2 del D.lgs. 81/08 e s.m.i. il lavoratore ha l'obbligo di segnalare, al proprio Datore di lavoro, Dirigente o Preposto, qualsiasi condizione di pericolo di cui venga a conoscenza.
Ogni evento incidentale infatti può essere causato da varie circostanze tra cui ad esempio:
messa in atto di comportamenti pericolosi;
-
 mancato rispetto di prescrizioni e/o procedure di lavoro;
carenze strutturali, organizzative e tecniche.
Tuttavia ad oggi non c'è l'obbligo, per i datori di lavoro, di annotare i Mancati Infortuni e non sussiste più neppure quello di tenuta del Registro Infortuni così come sancito dal D.M. 12/09/1958, modificato dal D.M. del 05/12/1996 e dal D.L.vo 151 /2015 che ne ha abrogato l’obbligo di tenuta.
C'è da notare però che omettere, nella valutazione, dei rischi i dati relativi ai Near Miss significa non considerare il pericolo e il suo potenziale di causare danni e di conseguenza ciò comporta una sottostima del rischio che da esso deriva.
Quest'ultima circostanza è grave e produce inevitabilmente una valutazione dei rischi erronea che si potrebbe ripercuotere pericolosamente sulla salute e sulla sicurezza dei lavoratori.
3. INDICATORI DI PRESTAZIONE NEL CAMPO DELLA S&SL
Gli indici di frequenza definiscono appunto con che frequenza si verificano gli infortuni che interessano una certa popolazione (gli addetti all’agricoltura, i metalmeccanici, l’insieme dei dipendenti della mia azienda, ecc.).

Essi si ottengono dividendo il numero di infortuni verificatisi in un dato periodo, di norma un anno, per il numero totale di ore lavorate nello stesso periodo dalla popolazione in esame.

Allo scopo di ottenere tendenzialmente numeri interi, questo rapporto viene poi moltiplicato per 1.000.000. In tal modo l’indice misura il numero di infortuni avvenuti ogni milione di ore lavorate. 
La formula dell’Indice di frequenza IF è quindi la seguente:

Nelle statistiche ufficiali, gli infortuni nel numeratore della formula sono quelli indennizzabili dall’INAIL e "definiti" entro il 31 dicembre dell’anno successivo a quello di accadimento (solitamente il 95% dei casi).

Per infortunio "definito" si intende quello di cui si è concluso amministrativamente l’iter burocratico per la concessione o meno dell’indennizzo. I denominatori degli indici di frequenza degli infortuni sono ottenuti come stime a partire dal monte-salari annuo.
A livello aziendale, e adottando un criterio di aggregazione per competenza, il numero di infortuni sarà anzitutto quello deducibile dal registro infortuni. 
E’ chiaro che ciò influenza negativamente la possibilità di confronti precisi con dati generali, ma riflette meglio la realtà aziendale, ed evita doppie “contabilità” del fenomeno infortunistico.
Per quanto riguarda le ore (effettivamente) lavorate, si tratta di un dato che, a livello aziendale, dovrebbe essere facilmente disponibile.
Naturalmente, se si vuole, si possono costruire diversi indici riferibili a particolari tipologie di infortuni, ad esempio:
- Indice di frequenza degli infortuni mortali;
- Indice di frequenza degli infortuni notificati all’Istituto assicuratore;
- Indice di frequenza degli infortuni riconosciuti dall’Istituto assicuratore;
Un caso particolare, coerente con l’applicazione del sistema gestionale della S&SL derivante dalla specifica OHSAS 18001, consiste nel tenere conto dei “mancati infortuni”.
Un incidente senza lesioni, malattie o incidenti mortali può anche essere definito "quasi-infortunio", "quasi-accadimento", "situazione pericolosa" (OHSAS 18001).
Si può quindi costruire un Indice di frequenza dei Mancati Infortuni (IFMI):
o un Indice di frequenza totale (IFI + MI), riferito alla somma degli Infortuni e dei Mancati Infortuni:
segue

Elaborato Certifico Srl - IT Rev. 00 2016
Fonti:
UNI 7249:2007 Statistiche degli infortuni sul lavoro 

ALI Manuale del Sistema di Gestione Integrato Ambiente & Sicurezza per PMI




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