mercoledì 27 novembre 2019

Il 30/11/2019 all ore 16,30 allo SCARIOLANTE Avverbi, Diverbi... di Gioacchino Ruocco





Il 30 novembre 2019 al Centro Anziani “Lo Scariolante”
“AVVERBI, DIVERBI E SENTIMENTI”: UN LIBRO DI POESIE DI GIOACCHINO RUOCCO

        Buonasera a tutti e benvenuti a quest’incontro con la Poesia. Sono felice, ma anche emozionata nel partecipare a questo Evento ideato con competenza e passione dall’on. Gioacchino Assogna, presidente di questo spazio polifunzionale del Centro Anziani “Lo Scariolante” .
        È un incontro che vuole far riflettere sul ruolo educativo della creatività, sia per gli anziani che per i giovani, poiché qualsiasi servizio educativo deve partire dai contenuti per farsi strumento di cittadinanza, di inclusione sociale e  di espressione delle diversità culturali.
        Il libro “Avverbi, diverbi e sentimenti” del poeta Gioacchi no Ruocco, pubblicato con Book Sprint Edizioni, è dedicato a tutti coloro che ama e che lo amano o che l’hanno amato. È dedicato anche a coloro che, come lui, non sopportano la nostra società, ormai in un lento stato di decadimento e priva dei valori fondamentali di rispetto, onestà, solidarietà, giustizia, creatività e una positiva visione del mondo. Un libro scritto con l’intelligenza del cuore, con il meta-linguaggio della poesia e dedicato all’armonia e all’amore che dovrebbe unire tutti gli uomini e tutti gli elementi dell’universo senza mai comprometterne la libertà e la diversità. È un libro dedicato alle nostre problematiche esistenziali con tutto il loro mistero di vita e di morte. 
Il suo linguaggio poetico non si può definire semplice e d’immediata comunicazione, ma pregnante nel senso che va al di là del suo più immediato significato. È  fatto di assonanze, accenti, rime, ritmi, musicalità e conrasti dialettici coinvolgendo l'ambito dell’emotività, dei sentimenti e di una filosofia esistenziale con una disposizione naturale all’amore in tutte le sue più sottili sfumature: amore verso la sua famiglia, gli amici, i luoghi dove è nato, dove è cresciuto, dove ha studiato, dove ha lavorato, amore verso il mare, la campagna, i paesaggi interiori ed esteriori in ogni stagione della natura e dell’uomo, riconoscenza verso alcne persone e gli autori che più l’hanno influenzato intellettualmente come Eugenio Montale, Robert Frost, Cesare Pavese, Pierpaolo Pasolini ed altri.
Il libro “Avverbi, diverbi e sentimenti” è la sua raccolta di poesie più recente, scritta tra il 2018 e 2019, ma anche quella più matura, dove si esprime attraverso versi  ostici, significativi e spesso impervi, difficili da attraversare. La poesia che fa da incipit al libro è dedicata ad “Ostia” in un’esplorazione  del nostro territorio che sottende il degrado ambientale, sociale ed umano del litorale romano con i periodici incendi dolosi, la perdita di biodiversità, l’inquinamento della terra e del mare, il deterioramento della qualità della vita. Nella poesia “Adesso”  c’è tutto il dilemma dell’amore che per sua natura non ha  una sua certezza affettiva rinnovando un tema antico e sempre nuovo, quello del desiderio di un amore autentico, che ha una forza tale da accogliere e filtrare tutto ciò che viviamo, pensiamo e sentiamo. Nella poesia “Per un istante almeno”  il poeta rievoca i vari momenti  di un suo amore, tutti raccolti dietro un cancello che la memoria apre e chiude a piacimento.  Oltre quel cancello si ritrovano tutte le immagini e i tesori di una stagione passata, che in uno scrigno sigillato si difendono dalla corrosione  della mente, che spesso cancella e confonde. “Venni una notte” è una poesia dedicata alla tragica morte per aggressione, tra dubbi e misteri, dello scrittore e regista Pier Paolo Pasolini sulla spiaggia dell’Idroscalo di Ostia il 2 novembre del 1975. In particolare richiama la sublime in senso spirituale ed intellettuale “Supplica a mia madre“ di Pier Paolo Pasolini. Nella poesia “Anche oggi”, malgrado descriva una giornata piovosa e un cielo coperto di nuvole, si avverte forte un desiderio di primavera con semi trasportati dal vento, nuovi germogli e fermenti sotterranei. Nella poesia “Ancora” il poeta rievoca un ricordo dell’infanzia: il suo primo peccato per la sopravvivenza quando durante la guerra tutti avevano una fame da lupo e le starne ed altri uccelli , stanchi per aver attraversato il mare, si posavano nei solchi della campagna  davanti  alla sua casa e il cane, come una vera manna piovuta dal cielo, li prendeva e li portava nella stalla.  La poesia  “Bene” è dedicata al poeta Eugenio Montale che, dopo un anno dalla morte della moglie Drusilla Tanzi , nel 1964 inizia a scrivere una serie di poesie con l'intento di omaggiarla, offrendogliele come dono con il titolo “Xenia” che in greco indicavano  i doni fatti all’ospite. La poesia dedicata “A Robert Frost”, il grande poeta statunitense è un omaggio allo scrittore che ha saputo cantare la natura protettiva e generosa come un’eterna primavera in cui gli alberi fioriscono e fruttificano e gli uomini  ne assecondano l’operosità con le loro cure. Il “Controtempo” è sempre un effetto di contrasto, una disarmonia. Il controtempo è disarmonia anche in un amore che non si rivela pienamente e non riesce ad addolcire la parte più aspra del cuore della sua donna. Nella poesia “Se m’innamoro ancora?” il poeta risponde senza esitazione che è pronto ad innamorarsi ogni giorno. Ritorna l’ottimismo e il desiderio d’amore mescolato alla gratitudine per la vita.
        Vi sono temi universali come lo scorrere del tempo e la  voglia di viverlo appieno, istante per istante. Questa poesia è un canto d’attesa, di sogno, di desiderio e di speranza.
Gli alberi dei “Salici piangenti” amano l’acqua e sono piante ornamentali nei giardini o per decorare grandi vasche, stagni e le rive dei corsi d'acqua. Secondo il Cristianesimo sono il simbolo  di castità e purezza. Inoltre, simboleggiano, dato il portamento, il giusto atteggiamento da avere davanti a Dio: prostrati e riverenti.
        In conclusione nelle poesie vanno in scena le parole, da quelle più dolci a quelle più ardite, da quelle più intelligenti a quelle più divertenti, da quelle più commoventi a quelle più  sentite, da quelle più banali a quelle più usate e consumate, ma tutte con un loro efficace potere comunicativo e simbolico. Le parole, infatti, rappresentano sempre un momento di apertura rispetto al mondo esterno specialmente quando divengono un ricordo che proviene da lontano, un vento che fa vibrare l’aria o una musica che nasce dal cuore. 

                                                             Drs. Anna Iozzino
                                                                                 (Storica dell’Arte)

Nessun commento:

Posta un commento