TORINO - Tre morti al giorno e 27 invalidi permanenti, oltre a tantissimi feriti più lievi. Questo è il dato italiano relativo agli infortuni sul lavoro: ma le differenze da regione a regione sono diverse, così come probabilmente sarebbero diverse, se si potessero rilevare, le cifre di quanti non denunciano l’infortunio, magari perchè impiegati irregolarmente.
Su questa situazione di ‘incidenti sommersi’ e sulla diversa distribuzione degli infortuni del nostro paese si è espresso Raffaele Guariniello, magistrato coordinatore del Gruppo sicurezza del lavoro della Procura di Torino, l’uomo che di recente ha chiesto 16 anni di carcere per l’amministratore delegato della ThyssenKrupp (incendio che nel 2007 che causò la morte di 7 operai) e il primo pm ad aver considerato il tecnostress una nuova malattia professionale.
«In alcune regioni del Sud – ha detto di recente Guariniello – il lavoro di controllo degli ispettori è molto difficile e pesantemente condizionato dalla criminalità organizzata. Queste persone sono costantemente tenute sotto osservazione e sottoposte a pressioni e intimidazioni. In queste zone, spesso gli infortuni sono gestiti direttamente dall’ ‘uomo d’onore’ del posto”.
Guiriniello chiede dunque che il lavoro degli ispettori sia supportato a livello centrale, con la creazione di un apposito organismo di controllo, che sarebbe certo meno condizionabile dalla criminalità locale.
Ma il magistrato ha voluto puntare il dito anche contro un altro fenomeno purtroppo molto diffuso, anche quando ad essere realizzate sono le opere pubbliche: quello dei subappalti.  “Sono spesso cantieri dove lavorano grandi imprese – ha detto – che poi appaltano e subappaltano. In questa catena entrano molti lavoratori in nero, molto spesso extracomunitari, con una scarsa formazione in materia di sicurezza”.