sabato 2 ottobre 2021

glifosato - bassa pericolosità, dovuta a vari fattori, tra i quali vi è la bassa tossicità per l'uomo rispetto agli erbicidi in uso

 

Valutazioni sulla sicurezza per la salute[modifica | modifica wikitesto]

Il successo del glifosato è dovuto alla sua bassa pericolosità, dovuta a vari fattori, tra i quali vi è la bassa tossicità per l'uomo rispetto agli erbicidi in uso all'epoca della sua introduzione[6]: il prodotto ha una penetrazione molto bassa nel suolo, limitata a una profondità di circa 20 centimetri[6]; va incontro a facile degradazione in quanto facilmente attaccato e distrutto dai batteri presenti nel suolo[6] e, di conseguenza, è molto limitata la probabilità che suoi residui riescano a raggiungere le falde acquifere[6]. Questo è confermato dalla sua maggior presenza nelle acque superficiali e nella scarsa frequenza di rinvenimento nei pozzi[7]. Riduce, inoltre, il consumo e la degradazione del suolo, poiché evita di dover sottoporre ad arature profonde i terreni destinati a coltivazione[6].

Nel 2012 la rivista Food and Chemical Toxicology pubblicò uno studio di Gilles-Éric Séralini e collaboratori che evidenziava grave patogenicità e cancerogenicità nei ratti, ma la ricerca, in seguito, fu ritirata dopo le critiche ricevute dalla comunità scientifica in merito alle errate metodologie di utilizzo dei dati e all'affidabilità dei risultati dello studio[6][8].

Nel tempo, sul glifosato, si sono succedute diverse valutazioni di rischio da parte di Agenzie governative; secondo un'inchiesta di Le Monde del 2017[9][10][11] relative ai cosiddetti "Monsanto papers"[12] Monsanto avrebbe tentato di influenzare tali valutazioni.

Scrive Le Monde[10]

«"[...] il glifosato non è cancerogeno. Arrivano a questa conclusione gli studi delle più grandi agenzie di regolamentazione [...] : l'Agenzia di protezione dell'ambiente (EPA), negli Stati Uniti, e in Europa l'Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) e l'Agenzia europea per le sostanze chimiche (ECHA). È stato necessario aspettare il 2015 per vedere l'IARC, un'altra organizzazione, arrivare alla conclusione opposta. Come si spiega questa [...] differenza di valutazione? Gli osservatori indicano soprattutto un motivo: le agenzie si sono basate sui dati forniti dalla Monsanto, mentre l'IARC non ha avuto accesso a quei dati. In altre parole, la decisione favorevole al glifosato è per lo più basata sulle conclusioni dell'azienda statunitense".»

Classificazione del rischio secondo la International Agency for Research on Cancer nel 2015[modifica | modifica wikitesto]

Nel marzo 2015, l'organismo internazionale IARC (International Agency for Research on Cancer) ha classificato la sostanza e i fitofarmaci che la contengono come "probabile cancerogena per l'uomo" inserendola nella categoria 2A. Studi in laboratorio hanno dimostrato che il glifosato induce nelle cellule danni a livello genetico e stress ossidativo. Escludendo un lieve incremento di linfomi non Hodgkin tra gli agricoltori esposti, le prove di carcinogenicità sull'uomo e sugli animali sono limitate[13][14][15].

Lo IARC lo include quindi nella categoria di cancerogenicità 2A, costituita da quelle sostanze per le quali risulta una limitata evidenza di cancerogenicità nell'uomo, ma una sufficiente prova di cancerogenicità nei test clinici su animali. A titolo esemplificativo, nella stessa categoria del glifosato sono annoverate sia sostanze come il DDT e gli steroidi anabolizzanti sia le emissioni da frittura in oli ad alta temperatura, le carni rosse[16], bevande assunte a temperature molto alte[17], le emissioni per la combustione di legna da ardere e biomasse in camini domestici[18][19]. La difficile comprensione pubblica delle definizioni di rischio cancerogeno da parte dello IARC viene sfruttata sia da chi è favorevole sia da chi è contrario all'utilizzo della sostanza.

Classificazione del rischio secondo l'Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare del 2015[modifica | modifica wikitesto]

A novembre 2015, l'EFSA-Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare, con una procedura che prevede una valutazione tecnica da parte di un ente di uno stato membro, in questo caso il BfR tedesco[20], ha concluso che "è improbabile che il glifosato costituisca un pericolo di cancerogenicità per l'uomo" e ne ha proposto "nuovi livelli di sicurezza che renderanno più severo il controllo dei residui di glifosato negli alimenti".[21]

La valutazione dell'EFSA, che classifica il prodotto come "improbabile cancerogeno" a differenza dello IARC che lo valuta come "probabile cancerogeno", è stata criticata con una lettera aperta a Vytenis Andriukaitiscommissario UE per la salute e la sicurezza alimentare, sottoscritta da 90 scienziati[22] a cui l'EFSA ha replicato difendendo la correttezza delle procedure e valutazioni implementate.[23]

Valutazioni successive dell'OMS, della FAO e della ECHA[modifica | modifica wikitesto]

A maggio 2016 anche una riunione congiunta di esperti della Organizzazione mondiale della sanità e della FAO sui residui di pesticidi (JMPR) ha concluso che "è improbabile che il glifosato comporti un rischio cancerogeno per gli uomini come conseguenza della esposizione attraverso la dieta".[24]

Nel marzo del 2017 un nuovo studio della ECHA (l’agenzia per le sostanze chimiche dell'Unione) ha concluso che il glifosato non può essere considerato cancerogeno né genotossico[25].

Valutazione su eventuali interferenze sul sistema endocrino[modifica | modifica wikitesto]

Facendo seguito alla valutazione fornita dall'EFSA, a novembre 2015, circa l'implausibilità di un rischio carcinogenico, il 27 settembre 2016 la Commissione europea ha formulato una nuova richiesta (ai sensi dell'articolo 31 del Regolamento CE n. 178/2002) allo scopo, questa volta, di ottenere dall'EFSA una valutazione su possibili attività del glifosato quale interferente endocrino[26].

L'Autorità europea per la sicurezza alimentare ha pubblicato i risultati di questa valutazione nel mese di settembre 2017: nell'articolo conclusivo, l'EFSA afferma che, sulla base delle evidenze della ricerca in ambito tossicologico, il glifosato è da considerarsi privo di qualunque proprietà disruttiva sul sistema endocrino[27].

Legislazione[modifica | modifica wikitesto]

Il glifosato conosce un largo impiego agricolo in oltre un centinaio di paesi[2], anche se, nel tempo, sono intervenute varie restrizioni al suo utilizzo, che vanno da semplici precauzioni a veri e propri divieti di uso o produzione, relativi o assoluti.

Restrizioni legali e divieti[modifica | modifica wikitesto]

Nel mese di settembre 2013, il parlamento di El Salvador lo ha messo al bando insieme con altri 53 prodotti dell'agrochimica, una decisione resa esecutiva a partire dal 2015[28][29][30].

Nel maggio 2015, il presidente dello Sri Lanka ha vietato l'uso e l'importazione del glifosato, con effetto immediato[31][32]. Nello stesso mese, le Bermuda hanno deliberato un blocco temporaneo delle importazioni su tutti i nuovi ordini di erbicidi a base di glifosato, in attesa dei risultati della ricerca[33].

Restrizioni in Europa[modifica | modifica wikitesto]

Nel mese di aprile 2014 la legislazione dei Paesi Bassi ne ha proibito la vendita a privati per uso casalingo; non hanno subito alcuna restrizione le vendite in ambito professionale[34].

In Francia, come previsto dalla legge Labbé del 2014, è vietato l'uso del glifosato e di altri fitofarmaci nella maggior parte degli spazi pubblici (giardini pubblici, parchi, eccetera)[35]. La legge sulla transizione energetica del 2015 ha introdotto, a partire dal 2019, il divieto di vendita ai privati del glifosato per uso domestico. La stessa legge prevede inoltre che già dal 2017 i prodotti a base di glifosato non possano essere disponibili in libero servizio nei negozi di giardinaggio e simili, ma consegnati al cliente solo dietro richiesta al personale addetto[36]. Il divieto totale di vendita si è finora dovuto scontrare con l'opposizione del Parlamento[37].

Restrizioni in Italia[modifica | modifica wikitesto]

Il 7 ottobre 2016 è entrato in vigore il Decreto del Ministero della salute del 6 settembre, con il quale si dispone la revoca dell'autorizzazione all'immissione in commercio dei prodotti fitosanitari contenenti glifosato con il coformulante ammina di sego polietossilata (n. CAS 61791- 26-2) a partire dal 22 novembre 2016 e al loro impiego a partire dal 22 febbraio 2017[38].

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