martedì 2 agosto 2016

A Ostia Lido gli enti di prevenzione non hanno occhi per vedere

Durante l'estaste i cantieri edili prolificano sul territorio. L'estate è la stagione più adatta a fare lavori edili di manutenzione e le strutture abitative di questo territorio ne hanno veramente bisogno in quanto sono il risultato di un'edilizia penalizzata dall'umidità presente e da una conduzione dei lavori di costruzione e di manutenzione periodica che hanno dimenticato la qualità e l'onestà che viene venduta al cliente soltanto sulla carta.

La manodopera, costituita ormai da una popolazione provenniente da altri paesi, nella maggior parte non è adatta neppure a salire sulle impalcature per la loro mancata formazione e per lavori di manovalanza effettuati in settori diversi, raccolta in campagna, parcheggiatori abusi, spaccio e chi ne vuole ancora da mille altri rivoli che arrivano da culture diverse dalla nostra.

Le immagini che pubblichiamo non sono il frutto di una caccia sistematica, ma di occasioni incontrate lungo la mia strada  quando esco di casa o quando viaggio in internet.

Bisognerebbe prescrivere ai datori di lavoro contravvenzionati la frequenz di corsi professionali per colmare le carenze professionali di cui ha bisogno. E' vero che è il responsabile delle inosservanze che vengon riscontrate e come persona provvista della capacità di spesa e di quella col potere di fare
deve essere condannata a pagare le sanzioni e a mettere tutto in ordine per proseguire i lavori, ma è anche opportuno costringerlo a rivedere le sue modalità operative e portarlo ad agire secondo le norme in vigore con l'aggravente del mancato aggiornamento.

Le definizioni presenti nei decreti oltre alle figure tadizionali ci presentano figure ulteriori che ormai sono nel breve termine sono diventate delle comparse senza la capacità e la forza di intervenire quando le inosservanze sono esplicitamente rilevanti.

                                                                                                               



                                                                                                                            G. Erre

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