L’attività dei servizi di ristorazione è ricompresa nella divisione 56 della Classificazione Istat Ateco 2007*. Include le attività dei servizi di ristorazione che forniscono pasti completi o bevande per il consumo immediato:
- in ristoranti tradizionali, self-service o da asporto;
- in chioschi permanenti o temporanei con o senza posti a sedere.
La caratteristica di queste attività è quella della fornitura di pasti per il consumo immediato, indipendentemente dal tipo di struttura che li offre. È esclusa la fornitura di pasti “non preparati per il consumo immediato o che non siano prodotti per essere consumati immediatamente o di cibo preparato che non può essere considerato un pasto”. È inoltre esclusa “la vendita di alimenti non prodotti in proprio che non possono essere considerati un pasto o di pasti non pronti per il consumo immediato”.
Premessa questa introduzione generale, inizio con oggi la trattazione di una serie di approfondimenti nel settore.
Sui profili di rischio della ristorazione l’Inail ha fornito alcune schede di rischio rese secondo la suddivisione della divisione 56, ricordata sopra, della Classificazione Istat Ateco 2007 (per gruppo, classe, categoria, sotto categoria e secondo il ciclo di lavorazione).
Anche nella prima fase del ciclo, Ricezione e stoccaggio adeguato delle merci, il fattore di rischio è condizionato dalle caratteristiche dell’ambiente in cui l’operatore svolge l’attività, dalle operazioni che compie e dalle attrezzature che usa. In generale, c’è il rischio di cadute e scivolamenti in piano dovuti ad inciampi su oggetti, a pavimenti scivolosi o sconnessi, all’uso di scarpe non adatte. Non sono infrequenti, però, le cadute dall’alto dovute all’uso di scale, né il rischio collegato alla movimentazione di carichi.
A proposito degli interventi di prevenzione, oltre alla necessaria formazione e la informazione del lavoratore relativamente alle attività che svolge e alle attrezzature (in particolare sull’uso del Dpi, le scarpe adatte), la scheda Inail suggerisce (contro il rischio delle cadute dall’alto) di evitare per quanto possibile l’uso di scale, e se non se non se ne può fare a meno, di “poggiare le scale portatili su superfici stabili e sicure, facendo attenzione alla massima capacità portante delle scale, assicurandosi dell’integrità della scala da utilizzare”; per il rischio da cadute e gli scivolamenti in piano, occorre “mantenere l’ordine negli spazi di lavoro, una corretta illuminazione dei luoghi di lavoro, unapavimentazione regolarmente controllata sia dal punto di vista della pulizia che da quello dell’integrità”.
Le precauzioni da prendere per ridurre il rischio e limitare il danno durante lamovimentazione manuale dei carichi, si deve:
- evitare di eseguire tutte le attività di movimentazione con ritmi troppo elevati;
- alternare periodi con movimentazione manuale con lavori leggeri e usufruendo di periodi di recupero;
- cambiare spesso posizione;
- nei gesti ripetuti di sollevamento eseguiti anche in posti di lavoro ben progettati, per evitare l’affaticamento e i danni alla schiena, rispettare il rapporto ideale previsto tra peso sollevato e frequenza di sollevamento.
* L’Ateco 2007 è stata definita e approvata da un Comitato di gestione appositamente costituito. Prevede la partecipazione, oltre all’Istat che lo coordina, dei ministeri interessati, degli enti dei settori fiscale e camerale, degli enti previdenziali e delle principali associazioni imprenditoriali.
Con la collaborazione con l’Agenzia delle entrate e le Camere di commercio si è pervenuti a un’unica classificazione.
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