mercoledì 21 gennaio 2015

Microclima negli ambienti di lavoro, temperatura, umidità e ricambio dell’aria


È ricorrente in ogni stagione, l’esigenza di garantire le migliori condizioni del microclima nell’ambiente di vita e di lavoro, in modo da garantire, anche da questo punto di vista, il benessere psicofisico della persona.
Durante il lavoro temperatura, umidità relativa, irraggiamento termico e velocità dell’aria sono le componenti del microclima i cui valori, come e insieme a ogni altra condizione garante della salute e della sicurezza, devono essere mantenuti dentro limiti adeguati.
Il livello ottimale della temperatura dell’aria viene generalmente indicato fra i 19° e i 24° centigradi. Per l’all. IV del Testo Unico sicurezza sul lavoro 81/08, (punto 1.9) “la temperatura nei locali di lavoro deve essere adeguata all’organismo umano durante il tempo di lavoro, tenuto conto dei metodi di lavoro applicati e degli sforzi fisici imposti ai lavoratori”. E nel giudizio sulla temperatura adeguata per i lavoratori “si deve tener conto della influenza che possono esercitare sopra di essa il grado di umidità ed il movimento dell’aria concomitanti”.
I valori ottimali di umidità relativa e cioè della percentuale di vapore acqueo presente nell’aria, sono compresi fra il 40% e il 60%. Anche qui interviene l’all. IV: “nei locali chiusi di lavoro delle aziende industriali nei quali l’aria è soggetta ad inumidirsi notevolmente per ragioni di lavoro, si deve evitare, per quanto è possibile, la formazione della nebbia, mantenendo la temperatura e l’umidità nei limiti compatibili con le esigenze tecniche”*.
Altro fattore del microclima è il ricambio dell’aria, misura necessaria per la presenza nei luoghi di lavoro di agenti nocivi (Punto I dell’all. IV del TUS), in difesa innanzitutto dalle specifiche sostanze nocive rispetto alla particolarità delle attività pericolose. Un esempio per tutti. “Nei lavori che danno luogo normalmente alla formazione di polveri di qualunque specie, il datore di lavoro è tenuto ad adottare i provvedimenti atti ad impedirne o a ridurne, per quanto è possibile, lo sviluppo e la diffusione”.
Peraltro, in ambienti apparentemente estranei al rischio dai danni provocati da alterazioni di ordine fisico, chimico e biologico, come gli uffici, nei quali si fa normalmente ricorso alla tecnologia per il condizionamento e alla climatizzazione dell’aria, il ricambio deve avvenire in modo corretto per garantire oltre ai giusti parametri di temperatura e umidità, anche quelli della “velocità dell’aria (circa 0,30 metri al secondo) ed un abbattimento degli inquinanti nella misura di almeno il 70% in volume, tenuto conto che ogni persona deve poter disporre di “almeno 10 mcubi di aria respirabile e rinnovata”.
* Contro il rischio delle malattie originate dall’eccesso di umidità è comune l’uso sia di cappe che la convogliano verso l’esterno dell’ambiente, sia di misure di isolamento delle pareti o dei pavimenti in caso di infiltrazioni d’acqua…
Continua mercoledì 21 gennaio 2015: verifiche impianti riscaldamento

Nessun commento:

Posta un commento