La Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno degli infortuni sul lavoro con particolare riguardo alle cosiddette “Morti bianche” ha approvato il 15 gennaio scorso la Relazione finale sull’attività svolta. Fra i temi esaminati gli infortuni legati alle macchine e attrezzature di lavoro di cui mi occupo in questa news.
Sono diverse le macchine e attrezzature che non dispongono dei necessari dispositivi di garanzia per la sicurezza degli operatori, perché “sono tecnologicamente superate o perché presentano difetti di progettazione che non tengono conto delle effettive esigenze di tutela degli utilizzatori”. Non si tratta quindi solo di problemi che sorgono dalle macchine vecchie, ma anche da quelle immesse sul mercato che, formalmente in regola con le prescrizioni vigenti (ad esempio con la marcatura CE), possono però risultare prive delle dotazioni adeguate rispetto alle condizioni d’uso concrete.
Ed è proprio per questo che ogni anno si devono registrare numerosi e gravi incidenti anche mortali, imputabili a macchine ed attrezzature di lavoro “difettose” e non idonee. Le statistiche indicano i settori maggiormente colpiti dal fenomeno, quello agricolo – forestale e quello edile, nei quali si fa “ampio uso di macchinari e attrezzi in spazi aperti e in condizioni di lavoro spesso variabili e quindi meno controllabili”.
Secondo i dati a suo tempo forniti dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, in Italia il settore dell’agricoltura è caratterizzato da una forte obsolescenza del parco macchine, essendovi 1.600.000 veicoli con un’età media di 25 anni e punte di 40 anni e oltre. Di questi mezzi, circa 800.000 non sono dotati di adeguati dispositivi di protezione ecirca 1.300.000 non sono dotati di sistemi di ritenuta del conducente. Da qui, il frequentissimo schiacciamento dei conducenti dovuto, oltre che alle condizioni orografiche del territorio, anche alla mancanza, su molte macchine, delle protezioni (barra antiribaltamento, cinture di sicurezza, cabina antischiacciamento). Secondo i dati forniti dall’INAIL Settore Ricerca, (ex ISPESL), questi incidenti producono ogni anno circa 160 morti.
Per superare la situazione, la Commissione ha promosso negli anni scorsi una serie di atti d’indirizzo (risoluzioni 6-00024 e 6-00050 approvate dal Senato nell’ottobre 2009 nel gennaio 2011) allo scopo di “impegnare il Governo a dare corso ad iniziative legislative, tese ad introdurre incentivi economico-fiscali in favore della rottamazione e della messa in sicurezza delle macchine ed attrezzature agricole, forestali ed edili”.
Il risultato ottenuto non è stato all’altezza del problema perché gli interventi di questo tipo “hanno un’efficacia limitata, anzitutto perché i fondi a disposizione non coprono le effettive esigenze di ammodernamento del parco macchine, essendo necessariamente limitati per i vincoli di bilancio imposti dall’attuale crisi economica”.
E poi, nello specifico settore agricolo la sostituzione delle vecchie macchine e attrezzature con altre nuove è onerosa, tanto che in molti casi le imprese preferiscono cercare di adeguare i vecchi mezzi con le necessarie dotazioni di sicurezza. Né è di grosso aiuto il ricorso ai finanziamenti delle spesa necessaria. Infatti, vi sono difficoltà legate al fatto che tutte le agevolazioni di natura pubblica, a qualsiasi titolo erogate, devono sottostare alle regole comunitarie in materia di aiuti di Stato (essendo il plafond di per sé limitato, l’impresa che accede alle agevolazioni “potrebbe essere messa di fronte alla scelta se utilizzare il plafond per spese finalizzate all’incremento della sicurezza oppure per altre spese, magari ritenute più indispensabili per la competitività”).
Ma sotto questo profilo, si legge nella relazione della Commissione, non sono da trascurare le difficoltà che sorgono da lacune legislative. Ad esempio, i mezzi agricoli con massa a vuoto inferiore ai 600 chilogrammi non sono tenuti a munirsi di strutture di protezione antiribaltamento e antischiacciamento”, e allora si sta valutando la possibilità di modificare i regolamenti comunitari per introdurre l’obbligo che per ora non è previsto.
Continua venerdì 15 febbraio… Cadute (per ora) le aspettative di rendere più sicure le macchine agricole.
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