mercoledì 22 agosto 2018

Viadotto Polcevera - Ponte MORANDI

Viadotto Polcevera

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
(Reindirizzamento da Ponte Morandi)
Jump to navigationJump to search
Nota disambigua.svg Disambiguazione – "Ponte Morandi" rimanda qui. Se stai cercando altri significati, vedi Ponte Morandi (disambigua).
Viadotto Polcevera
Genova ponte Morandi.jpg
Vista sul ponte nel 2012
Localizzazione
StatoItalia Italia
CittàGenova
AttraversaPolcevera
Coordinate44°25′33″N 8°53′20″ECoordinate44°25′33″N 8°53′20″E (Mappa)
Dati tecnici
TipoPonte strallato
Materialecemento armato
Lunghezza1 102[1] m
Luce max.208 [1] m
Altezza90 [2] m
Carreggiate2
Corsie4
Realizzazione
ProgettistaRiccardo Morandi
Costruzione1963-1967
Mappa di localizzazione

Il viadotto Polcevera (noto anche come ponte Morandi o ponte delle Condotte)[3] è un ponte ubicato fra i quartieri di Sampierdarena e Cornigliano a cavallo del letto del torrente Polcevera, nel territorio della città di Genova, in Italia.
Fa parte del tracciato dell'autostrada A10 costituendone un'infrastruttura strategica per il collegamento viabilistico fra il nord Italia e il sud della Francia oltre a essere il principale asse stradale fra il centro-levante di Genova, il porto container di Voltri-Pra', l'aeroporto Cristoforo Colombo e le aree industriali della zona genovese.[4]
Progettato dall'ingegnere Riccardo Morandi, da cui prese il nome con il quale venne poi indicato, fu costruito fra il 1963 e il 1967 per opera della Società Italiana per Condotte d'Acqua.
È chiuso al traffico dal 14 agosto 2018 a seguito del crollo parziale della struttura che ha provocato 43 morti, 15 feriti e più di 600 sfollati.[5]

Storia

Costruzione

Per la realizzazione del viadotto sul Polcevera l'ingegner Morandi optò per una struttura in cemento armatoprecompresso a cavalletti bilanciati, dello stesso tipo di quella utilizzata pochi anni prima per la costruzione del Ponte General Rafael Urdaneta sul lago di Maracaibo, in Venezuela. Tale soluzione costruttiva aveva fruttato grande fama al progettista perché, nei primi anni sessanta, le strutture a telaio intrecciato erano considerate fra le più moderne, versatili e affidabili.[6][7]
La costruzione del viadotto generò euforia nella stampa e nell'opinione pubblica italiane: il 1º marzo 1964 la Domenica del Corriere pubblicò in prima pagina un disegno del ponte sul Polcevera, con il titolo Genova risolve il problema del traffico. I lavori vennero completati il 31 luglio 1967[8] e l'inaugurazione si celebrò il successivo 4 settembre alla presenza del Presidente della Repubblica Giuseppe Saragat.[9]
Ne era risultata un'opera imponente, lunga 1 102 metri[1], larga 18 metri,[10] con un'altezza massima al piano stradale pari a 45 metri.[9] In corrispondenza della sezione più elevata, a cavallo del Polcevera (nonché di alcune linee ferroviarie, capannoni industriali e condomini), la struttura di base a viadotto era costituita da tre cavalletti cementizi che reggevano quattro stralli ciascuno, i quali, con una tecnica inedita a livello mondiale, erano egualmente realizzati in calcestruzzo precompresso. I cavalletti erano costituiti da due V sovrapposte: una aveva il compito di allargare la zona centrale ove appoggiava la trave strallata, mentre l'altra, rovesciata, sosteneva i tiranti superiori. Ogni tirante era composto da 352 trefoli, ai quali ne furono aggiunti altri 112 per la precompressione del calcestruzzo.[11]

Problematiche

Già durante la costruzione, eseguita sotto l'egida della Società Italiana per Condotte d'Acqua, si registrò un notevole aumento dei costi effettivi rispetto a quanto preventivato in sede progettuale.[6]
Una volta completato, nel giro di pochi anni il ponte iniziò a manifestare problemi strutturali e di precoce obsolescenza, palesando un vistoso degrado edilizio già a partire dagli anni settanta. Complice un'errata valutazione degli effetti della viscosità del calcestruzzo, le strutture dell'impalcato manifestarono comportamenti diversi da quelli previsti in fase progettuale, spostandosi e deformandosi. Il piano viario del ponte, da orizzontale che era, finì presto per deformarsi e per creare numerosi saliscendi, cui negli anni ottanta venne posto parziale rimedio con ripetute correzioni di livelletta.[6]
Particolarmente infelice si rivelò l'aver costruito gli stralli in cemento armato precompresso anziché in acciaio: tali strutture, infatti, si rivelarono fragili e anelastiche.[6]Verso il 1990 il solo pilone orientale del ponte fu rafforzato con nuovi cavi di sospensione in acciaio, che vennero affiancati agli stralli originari in cemento;[6] nulla di simile venne invece attuato sugli altri due piloni.
Con l'avanzare degli anni il viadotto divenne obsoleto anche dal punto di vista della portata: nel 2009, secondo uno studio della Società Autostrade sulla gronda di Genova, il ponte Morandi sosteneva 25,5 milioni di transiti l'anno, con un traffico quadruplicato rispetto al precedente trentennio e con un'ulteriore crescita del 30% prevista per i successivi trent'anni. Lo studio sottolineava come il volume del traffico, foriero di code quotidiane alle ore di punta (specialmente all'estremità settentrionale, a causa dell'innesto sull'autostrada Genova-Milano), producesse un aggravio delle sollecitazioni della struttura, accelerandone il degrado. A conferma di ciò, con l'avvento del terzo millennio, le attività manutentive sul manufatto si erano fatte praticamente quotidiane, con un conseguente aggravio dei costi gestionali.[4]Lo studio ipotizzava che, nella variante della "gronda bassa", il viadotto di Polcevera venisse demolito e sostituito da una nuova struttura posta poco più a nord.[12]
Ulteriori interventi, finalizzati alla messa in sicurezza per il rifacimento di tutte le strutture in calcestruzzo e la sostituzione delle barriere laterali in entrambe le direzioni di marcia, vennero effettuati tra il 2014 e il 2016 dalla società concessionaria Autostrade per l'Italia;[7] sempre nel 2016 un cedimento dei giunti rese necessario un nuovo intervento di manutenzione straordinaria, a seguito del quale il senatore Maurizio Rossi presentò un'interrogazione parlamentare sull'andamento della messa in sicurezza del ponte al ministro delle infrastrutture e dei trasporti Graziano Delrio.[13]
I notevoli costi della continua manutenzione straordinaria del ponte avevano portato tra l'altro, nel 2016, l'ingegner Antonio Brencich (professore associato di costruzioni in cemento armato all'Università di Genova) a sostenere pubblicamente l'imminenza del superamento di tali spese rispetto a quelle stimate come necessarie per un'eventuale ricostruzione del ponte (prospettiva giudicata comunque ineludibile).[6] Il 3 maggio 2018 la concessionaria Autostrade pubblicò un bando di gara per un appalto da 20 159 000  per l'adeguamento strutturale del viadotto, in scadenza l'11 giugno successivo.[14]

Il crollo parziale

Disastro del Viadotto Polcevera
Cedimento strutturale
Ponte Morandi crollato2.png
Il ponte dopo il crollo
TipoCrollo
Data14 agosto 2018
11:36 (UTC+2)
LuogoSampierdarena
StradaAutostrada A10
ComuneGenova
RegioneLiguria Liguria
StatoItalia Italia
Conseguenze
Morti43
Feriti15
Sfollaticirca 600
Beni distruttiedifici, autoveicoli
Alle 11:36 del 14 agosto 2018 la sezione del ponte che sovrasta la zona fluviale e industriale di Sampierdarena, lunga circa 250 metri, è crollata insieme al pilone occidentale di sostegno (pila 9) provocando 43 vittime[15] fra gli automobilisti che erano in quel momento in transito[16][17] e fra gli operai dell'AMIU, l'azienda municipalizzata genovese dedita al trattamento dei rifiuti solidi urbani, al lavoro nella sottostante isola ecologica.[18]
A seguito della tragedia è stato proclamato per il successivo 18 agosto un giorno di lutto nazionale e sono stati indetti i funerali di Stato.[19][20]
Il Consiglio dei ministri, nella riunione del 15 agosto, su proposta del premier Giuseppe Conte ha dichiarato lo stato di emergenza nel territorio del comune di Genova per la durata di dodici mesi.[21]

Il ponte Morandi visto dal ponte di Cornigliano. La parte crollata è evidenziata in rosso

Vittime

Di seguito l'elenco delle vittime riconosciute ufficialmente, come riportato dal sito della Prefettura di Genova:[22]
NazionalitàVittime
Italia Italia30
Francia Francia4
Cile Cile3
Albania Albania2
Colombia Colombia1
Moldavia Moldavia1
Perù Perù1
Romania Romania1
Totale43
  • Artus Bastit Melissa, 21 anni
  • Battiloro Giovanni, 29 anni
  • Bellasio Manuele, 16 anni
  • Bellasio Camilla, 12 anni
  • Bello Francesco, 41 anni
  • Bertonati Matteo, 27 anni
  • Boccia Stella, 24 anni
  • Bokrina Admir, 31 anni
  • Bottaro Giovanna, 43 anni
  • Bozzo Elisa, 33 anni
  • Campora Alessandro, 55 anni
  • Casagrande Bruno, 57 anni
  • Cecala Christian, 43 anni
  • Cecala Crystal Dyana, 9 anni
  • Cerulli Andrea, 47 anni
  • Danisi Marta, 29 anni
  • Diaz Heano Henry, 38 anni
  • Djerri Maurius, 22 anni
  • Donaggio Giorgio, 57 anni
  • Esposito Gerardo, 27 anni
  • Erazo Trujillo Carlos Jesus, 26 anni
  • Fanfani Alberto, 32 anni
  • Figueroa Carrasco Juan Ruben, 68 anni
  • Gusman Nathan, 20 anni
  • Licata Vincenzo, 57 anni
  • Malai Anatoli, 44 anni
  • Matti Altadonna Luigi, 34 anni
  • Munroe Dawna, 42 anni
  • Pastenes Juan Carlos, 64 anni
  • Piccinino Ersilia, 43 anni
  • Plaze Axelle Nemati Alizee, 19 anni
  • Possetti Claudia, 47 anni
  • Pouza Douz, 22 anni
  • Rivera Castillo Leyla Nora, 47 anni
  • Robbiano Roberto, 41 anni
  • Robbiano Samuele, 8 anni
  • Robotti Alessandro, 50 anni
  • Rosca Marian, 36 anni
  • Sarnataro Gennaro, 43 anni
  • Stanzione Antonio, 29 anni
  • Vicini Mirko, 30 anni
  • Vittone Andrea, 49 anni
  • Zerilli Angela, 57 anni

Nessun commento:

Posta un commento