In GU l’Adozione del programma d’azione biennale persone con disabilità
ROMA – Pubblicato il 28 dicembre scorso in G.U. il Decreto del Presidente della Repubblica 4 ottobre 2013 Adozione del programma di azione biennale per la promozione dei diritti e l’integrazione delle persone con disabilità.
Obiettivo del programma, predisposto dall’Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilità e discusso lo scorso luglio nella “IV Conferenza nazionale sulle politiche per la disabilità” sarà quello di garantire una qualità di vita in linea con i diritti sanciti dalla Costituzione italiana e dalla Convenzione Onu.
Sette gli ambiti di intervento previsti dal programma: il riconoscimento della certificazione della condizione di disabilità, il lavoro, la vita indipendente e l’inclusione nella società, accessibilità e mobilità; formazione, diritto alla salute e cooperazione internazionale.
In primo luogo il testo interviene per avviare una “riforma della Legge 104/92, che preveda l’introduzione specifica della definizione di ‘persona con disabilità’ indicato dalla Convenzione Onu”. La nuova legge dovrà prevedere la definizione di diversi gradi di disabilità misurati in base ai ” diritti/funzionamenti di base: salute, cura di sé, scuola/formazione, lavoro e inclusione sociale”.
In merito al lavoro il programma chiede che siano potenziati gli sforzi per favorire l’ingresso nel mondo del lavoro delle persone con disabilità. Attualmente, nonostante esista una apposita norma, la legge 68/99 Norme per il diritto al lavoro dei disabili, il 21% dei posti di lavoro destinati a persone con disabilità non viene utilizzati.
Ancora, segnalati gli interventi per favorire i processi di autonomia della persona disabile attraverso progetti di domiciliarità e assistenza indiretta. Scoglio giuridico da superare nella promozione di maggiore indipendenza della persona con disabilità sono gli istituti dell’interdizione e dell’inabilitazione. L’Osservatorio propone di risolvere la tensione tra autonomia e interdizione potenziando la figura dell’amministratore di sostegno, e chiede un intervento legislativo statale di riforma del codice civile che ne ampli l’ambito d’intervento.
Altra necessità segnalata riguarda il garantire piena accessibilità e mobilità. Molteplici gli interventi previsti dal Piano di programmazione biennale, tra i quali:
- elaborare linee guida per la “progettazione universale”, cioè la progettazione che tiene conto delle esigenze di tutti, e promuovere programmi formativi ad hoc;
- potenziare i “fondi statali per l’abbattimento delle barriere architettoniche apportato da privati nelle proprie abitazioni e negli spazi condominiali”;
- “attuare il nuovo Regolamento europeo in materia di trasporto urbano ed extraurbano, nominando l’Organismo responsabile dell’applicazione”;
- sostenere “l’impegno degli Enti Locali nel dare piena attuazione alle previsioni contenute nel Decreto del Presidente della Repubblica (n. 151 del 30 luglio 2012) concernente l’adozione del Contrassegno unificato europeo per persone disabili”;
- riattivare “a tutti i livelli istituzionali una forte attenzione al tema dell’inclusione digitale.
Per quanto riguarda il diritto alla formazione il programma propone l’introduzione del concetto di “accomodamento ragionevole” sancito all’art. 2 comma b della Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità anche nella legislazione italiana. Per “accomodamento ragionevole”, così come definito dall’Onu, “si intendono: le modifiche e gli adattamenti necessari ed appropriati che non impongano un onere sproporzionato o eccessivo, adottati, ove ve ne sia necessità in casi particolari, per garantire alle persone con disabilità il godimento e l’esercizio, su base di uguaglianza con gli altri, di tutti i diritti umani e delle libertà fondamentali”.
Rilevata poi la necessità di ottimizzare i percorsi di formazione per gli insegnanti in merito alle “strategie educative appropriate a favorire l’apprendimento per gli alunni con disabilità e necessità educative speciali” e di prevedere che l’alunno con disabilità possa essere seguito dallo stesso operatore per tutto il ciclo scolastico.
Sulla salute l’Osservatorio richiede che siano individuati “i livelli essenziali di assistenza sociale e socio-sanitaria alle persone con disabilità” e che siano ridefiniti “in modo univoco nella legislazione italiana i concetti di gravità e di non autosufficienza“. Si propone quindi l’istituzione del disability-case manager, figura che avrà il compito di “strutturare con il cittadino una risposta adeguata ai bisogni” e veicolare “un’informazione corretta sulla salute, nel momento in cui il cittadino si trovi di fronte a scelte di cura e presa in carico particolarmente complesse”.
A tutela del diritto alla vita l’Osservatorio chiede “ servizi di supporto ed orientamento per le madri che decidono di portare a termine una gravidanza a rischio” e “accoglienza in contesti adeguati di bambini con disabilità abbandonati in culla o nella prima infanzia”.
Infine in materia di cooperazione internazionale il programma prevede la realizzazione di unPiano d’azione per le persone con disabilità della Cooperazione Italiana, che dovrà essere elaborato dal Ministero per gli Affari Esteri e dalla Rete Italiana Disabilità e Sviluppo, Rids.
Per approfondire: adozione programma azione biennale disabilità.
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