mercoledì 4 dicembre 2013

Partecipazione degli italiani adulti alle attività formative, rapporto Istat 2012

Partecipazione degli italiani adulti alle attività formative, rapporto Istat 2012

ROMA – Pubblicato da Istat il 2 dicembre 2013 il report statistico La partecipazione degli adulti alle attività formative anno 2012.
Nel 2012 il 51,5% delle persone intervistate tra i 18 e i 74 anni ha dichiarato di aver partecipato dei dodici mesi precedenti l’intervista, almeno a un’attività formativa. Facendo registrare un incremento rispetto alla prima indagine condotta nel 2006 del5%.
Scomponendo i dati, questi i dettagli della macro rilevazione appena descritta: uomini (54%) e donne (49,1%) del campione; laureati 80,5%, licenza elementare (17,6%); 79,7% dirigenti, imprenditori e liberi professionisti, 52,9% operai, 37,4% professioni non qualificate. Nord-est 59,3%, Centro 56%, Nord-ovest 52,5%, Sud e Isole 43,7%.
Tipi di formazione, hanno partecipato ad attività formali ovvero che conseguono attestati riconosciuti dal sistema nazionale delle qualificazioni il 5,8% degli intervistati; non formali il 31,4%.
Per quanto riguarda i temi a noi prossimi, la formazione alla sicurezza sul lavoro, inserita nelle definizioni del report nell’alveo della formaziome non formale, occupa insieme alle attività formative di protezione civile, il 10,8% del 33,6% totale che l’area Servizi ((da Classificazione internazionale Fields of Education and Training) nella quale rientra, è riuscita ad attirare. 
Per finire. L’Italia rimane ancora al 22° posto nella classifica europea dei livelli di partecipazione. Con il 71,8% del campione, internet è il primo mezzo di ricerca per informazioni su attività e programmi.
Ancora, differenze di genere. Tra i motivi che hanno impedito il seguire attività formative gli intervistati hanno elencato: impegni familiari 44,3%, costo dei corsi 43,4%. In particolare “tra le donne, l’ostacolo principale alla mancata partecipazione è rappresentato dagli impegni familiari (il 53,6% contro il 31% dichiarato dagli uomini) mentre gli uomini, oltre i costi, segnalano gli impegni lavorativi (il 38,3% a fronte del 18,5% dichiarato dalle donne)”.

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